a cura della Fondazione Pietro Nenni
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Terza Repubblica?
Ci vorrebbe una bella rivoluzione capeggiata dal 35% dei giovani disoccupati. Ma è un sogno!
di Giuseppe Tamburrano
Ormai parliamo di Terza Repubblica. Impropriamente, perchè le Repubbliche si definiscono in termini istituzionali e costituzionali. Ma a prescindere dall’esattezza terminologica, se confrontiamo i tempi di oggi con quelli dell’era Berlusconi, i cambiamenti sono radicali. E per cominciare con Berlusconi, dov’è il leader rampante che conquista con la sua discesa, i suoi soldi e il suo software la direzione del paese? Il suo partito è allo sbando, quasi res nullius. Sembra che abbia investito per la ricostruzione uno sconosciuto, Samorì, che è una specie di Romulus Augustulus.
Andiamo dall’altra parte dell’arco politico: troviamo un PD che sembra – purtroppo – non avere avviato alcuna evoluzione. Finché non è arrivato Renzi. Il quale ha la tessera del PD, ma in quel partito è un alieno. Ha fatto una “corrente” esterna (che ha acquisito pochi adepti all’interno) la quale mira a conquistare non il partito, ma il governo. Renzi non esprime alcuna teoria, non ha alcun progetto di moderno partito di sinistra contrapposto a quello, forse, logoro, consunto di Bersani (al quale mi sento di dare del “compagno”, cosa che non mi passerebbe per la testa con Renzi). Se il sindaco di Firenze vince le primarie con l’aiuto dei cittadini di altre aree (i “delusi di Berlusconi”) che cosa diventa il PD? Il partito di Renzi.
Alle elezioni del 1994 votò l’86,1%. Oggi l’astensione è sul 50%. Metà dei cittadini italiani non si riconoscono in questo sistema politico, Renan scrisse che la democrazia è l’adesione silenziosa e quotidiana dei cittadini. Si può chiamare “democrazia” un regime nel quale metà dei cittadini “non aderisce”? Che dico: è più della metà perchè vi è circa un 20%, Grillo, che non aderisce rumorosamente: ve lo immaginate un Governo in mano a Renzi e un Parlamento agitato da Grillo?
E se non sarà Renzi riavremo Monti – che ha ridotto il paese in miseria – e che graziosamente un giorno dice che vuole continuare e l’altro no!?
E gli altri? Quelli più congeniali al sistema? Casini un giorno ipotizza di stare con Bersani, un altro no (recentemente sono più numerosi i no). Che farà? Cercherà insieme a Fini di rappattumare le truppe disperse di Berlusconi? O entrerà nel nuovo schieramento Montezemolo-Riccardi? Il quale nasce su una crepa, quella religiosa, essendo piuttosto laico il primo e decisamente cattolico (per non dire clericale!) l’altro?
Sopravvive la Lega falcidiata nei voti. Che farà? Può fare ben poco. E Tremonti, la “mente”, non doveva scendere in campo per illuminarci? E Giannino farà il consigliere di chi?
Ci vorrebbe una bella rivoluzione capeggiata dal 35% dei giovani disoccupati. Ma è un sogno!
IPSE DIXIT
La parola - «Be', "socialista" è la parola più antica della politica italiana.» – Pierluigi Bersani