giovedì 6 marzo 2008

I Caduti di Molfetta

UNA LETTERA APERTA A PRODI

Franco Narducci

Strage sul lavoro a Molfetta:
4 operai sono morti in un'autocisterna. Un quinto operaio è deceduto in ospedale. Un altro lavoratore è rimasto intossicato. Una delle vittime si era calata nel camion con lo zolfo, accusando subito un malore, e gli altri sarebbero intervenuti per soccorrerlo. In una lettera inviata al Presidente del Consiglio, l’on. Franco Narducci (Presidente del Comitato parlamentare sugli italiani all’estero) chiede un piano nazionale di formazione alla prevenzione e un coordinamento reale dei soggetti coinvolti nella gestione della sicurezza.

La tragedia di Molfetta ha spinto l’on. Franco Narducci a scrivere al Presidente del Consiglio per sollecitare rapidità e misure urgenti per far fronte all’emergenza “morti bianche”. La legge n. 123 del 3 agosto 2007 aveva fatto sperare, grazie all’introduzione di norme più severe e innovative, in una inversione del trend crescente degli incidenti mortali sul lavoro, assurto ad una vera e propria tragedia nazionale. I sindacati hanno proclamato due ore di sciopero per esprimere lo sdegno dell’intero mondo del lavoro di fronte alla tragedia consumatasi a Molfetta, ma anche per sollecitare il Governo ad approvare rapidamente il Testo unico per la sicurezza sui posti di lavoro, in conformità con la delega che aveva ricevuto.

“Di fronte a questo nuovo dramma, alla scomparsa di quattro vite umane e al dolore dei familiari, condivido la decisione presa dai sindacati - ha scritto Franco Narducci - e sostengo con convinzione che proprio le rappresentanze sindacali dei lavoratori e delle lavoratrici possono fare di più per combattere questo immane dramma italiano, un vero fronte insanguinato del lavoro. Accanto ai 1302 morti sul lavoro nel 2006, ha proseguito l’on. Narducci, si devono considerare i 927'998 infortuni segnalati all’INPS, una cifra sicuramente più consistente se si aggiungessero gli incidenti subiti dai lavoratori clandestini, che sfuggono alle statistiche. I sindacati potrebbero fare di più attivando più commissioni professionali paritetiche e negoziando nei contratti collettivi di lavoro un prelievo per la costituzione di fondi paritetici da impiegare per la lotta agli infortuni sul lavoro”.

Nonostante le norme più severe introdotte nella nuova legge per garantire migliori condizioni di sicurezza sul lavoro, assistiamo ad un aggravamento continuo di questa tragedia. Eppure la legge varata nello scorso mese di agosto ha intensificato i controlli e messo a disposizione degli ispettori strumenti validi per operare con decisioni rapide e contrastare i fenomeni denunciati da tempo, come il lavoro nero e quello part-time, la diffusione di sub / sub-appalti, così come gli abusi che si riscontrano nell’area del lavoro interinale e del lavoro apparentemente autonomo. “Ma non bastano i controlli più estesi e gli inasprimenti della normativa in materia di sicurezza - ha sostenuto Franco Narducci -, occorre un piano nazionale di formazione alla prevenzione e un coordinamento reale dei soggetti coinvolti nella gestione della sicurezza. Le rappresentanze sindacali hanno le possibilità e gli strumenti per intavolare un confronto serio su prassi ed esperienze maturate in altri paesi dell’UE per la prevenzione degli infortuni, un punto essenziale della lotta alle morti sul lavoro”.

In un paese come l’Italia, dove si inscena per intere settimane un processo mediatico sulla fine dei fratellini di Gravina e in cui nessuno denuncia le responsabilità di chi doveva impedire che la botola di quel pozzo restasse aperta (tanto che vi è precipitato un terzo bambino), è assolutamente necessario dare un ruolo centrale alla formazione contro gli infortuni, al pari di quanto avviene in molti paesi dell’Europa a nord delle Alpi.

“Basta con le chiacchiere e con le dichiarazioni di sdegno per tragedie di cui tutte le istituzioni sono responsabili, ha proseguito Franco Narducci. Non perdiamo ulteriore terreno e avviamo un piano nazionale di formazione, in cui tutti gli Enti locali si sentano realmente coinvolti per creare una cultura diffusa anche attraverso la formazione da erogare alle e nelle imprese, attivando percorsi innovativi nell’ambito della gestione della sicurezza in ambiente di lavoro secondo prerogative europee”.

Nel concludere l’on. Franco Narducci ha sollecitato misure che “pongano in essere quelle azioni che garantiscono la certezza della sanzione per i contravventori alle prescrizioni sulla sicurezza sul lavoro”.