giovedì 26 marzo 2009

Anche a Milano lista unica di Sinistra con Verdi e Socialisti

Ipse dixit

Cautela - «Bisogna essere cauti nell'esprimere desideri, perché potrebbero avverarsi». - J. K. Rowling 

Visti dagli altri
A cura di Internazionale - Prima Pagina

La sorpresa Franceschini
Quando il Partito democratico ha scelto Dario Franceschini
come suo leader, molti pensavano che sarebbe stato un
tappabuchi. Lo smilzo e occhialuto Franceschini avrebbe
dovuto sostituire Veltroni fino al congresso in autunno. È
stato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ad
accorgersi per primo che le cose potrebbero andare
diversamente. Ha avvertito i suoi collaboratori di non
sottovalutare il nuovo leader del Pd. Franceschini, un
cinquantenne dall'aria giovanile, ha l'incisività che
mancava al suo predecessore.

The Economist, Gran Bretagna
http://www.economist.com/world/europe/displaystory.cfm?story_id=13334138       

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Anche a Milano lista unica di Sinistra con Verdi e Socialisti

Un appello di SD ed Mps a Verdi e Socialisti affinché
anche per le elezioni provinciali a Milano si costruisca
una lista unica della sinistra

"Rivolgiamo un appello a verdi e socialisti affinché anche per le elezioni provinciali a Milano si costruisca una lista unica della sinistra" - affermano Chiara Cremonesi (Sinistra Democratica) e Daniele Farina (Movimento per la Sinistra).

    È nata a Roma "Sinistra e libertà", la lista di Verdi, SD, MPS, e PS che si presenterà alle elezioni europee: un progetto tra forze coese che intende riportare a sinistra la parola libertà, contrastare l'egemonia della destra e tenere insieme le ragioni del lavoro e quelle dell'ambiente.

    "Ci sembra importante che questo progetto viva anche a Milano nelle elezioni amministrative, perché qui ci sono le condizioni per proporre idee nuove e avanzate sulla crisi economica, la tutela del territorio e l'affermazione dei nuovi diritti" - continuano Cremonesi e Farina.

    "Auspichiamo che Verdi e PS prendano in seria considerazione questa opportunità di ricostruire insieme una nuova sinistra per questa importante tornata di amministrative".

       

LAVORO

FINOCCHIARO: IL GOVERNO NON PUO' RIFIUTARE SOSTEGNO AI DISOCCUPATI

l'Istat conferma che la disoccupazione è un aspetto centrale della crisi economica

"I dati che ci fornisce l'Istat sulla disoccupazione ci confermano che il problema del lavoro è la questione centrale di questa crisi". Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.

    "Quei dati - prosegue Anna Finocchiaro - sono riferiti al 2008, cioè agli albori di una crisi che ora comincia davvero a divorare l'economia reale. Proprio per questo, al di là degli annunci che il governo fa di altre misure, non comprendiamo perché ci si rifiuti ancora di accettare la nostra proposta di dare un assegno a quei lavoratori, soprattutto precari, che perdono e perderanno il lavoro. Di fronte all'accertata ripresa della disoccupazione dopo 9 anni, Berlusconi non può più parlare d'altro: l'assegno per chi perde il lavoro e non gode di ammortizzatori sociali è un'emergenza da affrontare per il bene del Paese".        

mercoledì 18 marzo 2009

Con onestà, lavorando

Ipse dixit

Lavorando - «E per sua norma e regola, il pane io me lo guadagno con onestà, lavorando». - Erminia Cella Punto di riferimento -

«Durante il ventennio dell'esilio il Cooperativo di Zurigo fu per noi un punto di riferimento costante». - Pietro Nenni



DI PORCATA IN PORCATA

di Dino Nardi

Da mesi e mesi in tutto il mondo nelle associazioni italiane e negli organismi di rappresentanza degli emigrati, quali i Comitati per gli Italiani all’Estero (Comites) ed il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (Cgie), si discute e si protesta energicamente per le discriminazioni che vi sono state a riguardo dell’ICI e dell’Assegno sociale per gli emigrati che rimpatriano ma, soprattutto, per i tagli alle politiche degli italiani all’estero dovuti alla Legge Finanziaria 2009 (i corsi di lingua e cultura frequentati in tutto il mondo da circa 700'000 ragazzi; l’assistenza agli emigrati indigenti; il finanziamento dello stesso Cgie e, infine, le spese di gestione della rete diplomatico-consolare che, essendo già da tempo in sofferenza, rischia così di non poter più garantire dei servizi decenti agli utenti, italiani e non.)

    Di fronte a questa situazione di profondo disagio e difficoltà in cui vengono a trovarsi le comunità italiane all’estero, senza dimenticare ovviamente la sicurezza in Italia e, più in generale, la crisi economica che sta mettendo sul lastrico tante famiglie italiane, il governo italiano intende tuttavia sperperare circa 400 milioni di euro pur di non accorpare all’ election day (elezioni amministrative ed europee) del 6 e 7 giugno prossimi anche il referendum elettorale che, invece, si vuole far tenere in altra data.

    Questo perché il governo Berlusconi, ancora una volta, è sotto schiaffo da parte della Lega Nord che vuole far fallire il referendum, attraverso il non raggiungimento del quorum, per evitare ogni rischio all’attuale legge elettorale, pur definita una "porcata" dal suo stesso ideatore, il senatore e ministro leghista Roberto Calderoli. Così subiremo un’altra porcata che costerà agli italiani circa 400 milioni di euro, mentre con un decimo di quei soldi si potrebbero recuperare i tagli alle politiche degli italiani all’estero e, con il resto, migliorare la sicurezza dei cittadini in Italia e sostenere le famiglie più povere. Una posizione, peraltro, condivisa anche dalla UIL e dai sindacati italiani, in generale, e da politici di diversa estrazione come, per esempio, lo stesso segretario del PD, Dario Franceschini, ed il parlamentare europeo di AN, Salvatore Tatarella.

lunedì 16 marzo 2009

PIAZZA CELLA

Toponomastica socialista italiana

PIAZZA CELLA

La municipale zurighese Esther Maurer inaugura lunedì prossimo alle ore 11.00 la "Piazza Cella", primo toponimo in lingua italiana in una città elvetica d'idioma tedesco. Lo spazio urbano, arredato da una fontana, è stato dedicato a due esponenti storici della Società Cooperativa: Erminia Cella e suo figlio Ettore Cella-Dezza. Erminia fu per lunghi anni  co-gerente del ristorante Cooperativo insieme al consorte Enrico Dezza. Loro figlio, Ettore Cella-Dezza, è stato uno dei maggiori attori e registi svizzeri del Novecento, ma anche redattore dell'ADL fin dai tempi di Silone e socio d'onore del Coopi di Zurigo.

di Sandro Pedroli *)

Erminia Cella ed Enrico Dezza furono per molti anni gerenti del vecchio Cooperativo alla Militärstrasse. Da lì passarono buona parte degli antifascisti italiani, da Turati a Matteotti, a Silone. Senza dimenticare, in anni antecedenti, Mussolini e Lenin.

 
Nella storia del socialismo italiano il Cooperativo e L'Avvenire dei Lavoratori rappresentarono un punto di riferimento centrale.

In questo ambiente in cui anche le mura trasudavano politica ed antifascismo crebbe Ettore Cella, sempre conseguentemente fedele agli ideali in cui era cresciuto.

Ben presto la sua intelligenza uniti al suo "charme" e alla sua gentilezza lo segnalarono agli ambienti culturali, dapprima zurighesi e poi svizzeri. Perfettamente bilingue fu apprezzato attore in parecchi film, regista e scrittore. Non esitò ad impegnarsi politicamente.

Due edizioni dei suoi scritti, l'una in tedesco e l'altra in italiano, vennero pubblicate alcuni anni fa da L'Avvenire dei lavoratori ed ebbero notevole successo.

La città di Zurigo, a cinque anni dalla scoparsa del grande attore e regista, ha deciso di onorare madre e figlio dedicando a entrambi, nel centro del quartiere operaio di Zurigo, una piazza che recherà la denominazione (in lingua italiana) di "Piazza Cella".

L'inaugurazione di "PIAZZA CELLA"
(ANGOLO LANGSTRASSE / DIENERSTRASSE)
avrà luogo LUNEDI' 9 MARZO ALLE ORE 11.00
con scopertura della TARGA toponomastica
e lettura pubblica di stralci di "NONNA ADELE" 
romanzo di ETTORE CELLA-DEZZA.

*) Sandro Pedroli, ex staffetta partigiana in Piemonte e medico zurighese per quattro decenni, è presidente emerito del Comitato XXV Aprile di Zurigo e socio d'onore del Coopi.

Banalità del male e coraggio di essere cittadini

La Catena di San Libero  

Banalità del male e coraggio di essere cittadini

Che cosa sta succedendo in Italia? La "politica", lo sappiamo tutti, è andata a puttane. Ma solo di "politica" si tratta? E la "gente"? E perché in questo paese le donne sono tornate cittadini minori? Cosa vuol dire questo? Di che cosa è sintomo? Che "politica" (vera) ci può salvare?

di Riccardo Orioles *)

Se si avesse il coraggio, che non c'è, di chiedersi cosa veramente accade nel nostro Paese, non sarebbe difficile trovare le risposte vere. Rumeni violentano italiane. Italiani

violentano rumene. Italiani violentano italiane, e rumeni rumene. Il popolo dei Bandar-Log ne fa dibattito, accusa gli altri, invoca nuove leggi. Tutti gridano forte, con la voce roca: tutto ciò che se ne ode dall'esterno è un confuso ringhiare, una cacofonia che difficilmente s'associerebbe alle voci di un

qualunque aggregato umano.
    Le domande reali sono queste:
    - E' vero o non è vero che, dalla provincia di Como a quella di Palermo, si è avuta una recrudescenza di violenze carnali anche fra adolescenti, a volte addirittura tredicenni?

    - E' vero o non è vero che molti casi di violenza sono stati portati a termine grazie all'indifferenza dei passanti ("Nessuna macchina s'è fermata", "L'hanno strappata via dall'autobus", "Nessuno ha telefonato")?

    - E' vero o non è vero che tutta la pubblicità e buona parte della televisione presentano ormai le ragazze esclusivamente

come merce scopabile e basta?
    Di recente c'è stata una campagna - legalissima - della Relish, con manifesti in tutte le principali città, che inneggiava direttamente allo stupro; l'anno scorso ce n'era stata una analoga di Dolce & Gabbana).

    C'è qualcosa di patologico, nella nostra società ormai post-capitalistica.
    Gli antichi romani sono potuti andare avanti per secoli con la spettacolarizzazione dell'omicidio (i ludi gladiatorii erano il principale entertainment di quella civiltà): c'è voluto un capovolgimento totale dell'etica per accorgersi di quanto questo spettacolo fosse patologia.

    E gli atzechi, e i nazisti, e le culture schiavistiche del Vecchio Sud: tutte società moderne, rispetto ai loro tempi, tutte senza eccezioni basate sul consenso. E tutte catastroficamente finite male, quando l'accumularsi degli elementi patogeni (e "normali") è finalmente ed "improvvisamente" esploso.

    Non sono stati i barbari a portarci dal di fuori la violenza, nemmeno a noi oggi. Essa cresce tranquillamente ogni giorno nelle nostre scuole, nelle nostre ovvietà, nella nostra cultura.

    Le donne, adesso, non sono affatto pari agli uomini, nel nostro mondo. Gli uomini, una forte minoranza degli uomini, confonde ancora moltissimo fra potere e sesso.

    Le ronde non sono che la rappresentazione ritualistica (interessante per l'antropologo, e per ogni altro verso infantile) di ciò a cui da tempo abbiamo rinunciato: il coraggio di difendere le donne quotidianamente e concretamente (la piccola offesa sull'autobus, il "complimento" insultante, la frase greve) che un tempo suscitavano la reazione degli uomini - da persone normalmente perbene, non certo da "rondisti" - e ora passano via nel silenzio e nel voltare gli occhi dall'altra parte.

    Questa, anche se non sembrerebbe, è la reale politica. Mentre la "politica" che si considera tale, ogni giorno che passa, è sempre più rumore di fondo.

*) Riccardo Orioles, giornalista antimafia, fondatore assieme a Giuseppe Fava de "I siciliani", è un punto di riferimento nel panorama delle firme giornalistiche in Sicilia impegnate a contrastare la mafia e la corruzione. www.riccardoorioles.org  /  www.sanlibero.it

Oggetto - soggetto

Senza respiro

La bambina e la scomunica

di Adriano Sofri*)

A RECIFE, in Brasile, c'è una bambina di nove anni. Ha un patrigno. Il patrigno abusa sessualmente di lei da quando aveva sei anni. Abusa di lei da tre anni. Il patrigno abusa anche della sorellina della bambina, che ha 14 anni ed è invalida. Ora il patrigno è in carcere. Ora la bambina di nove anni è incinta, di due gemelli.

    La bambina ha anche un suo padre, e una madre. La madre spera che abortisca, il padre no.
    A Recife c'è un medico che ha preso in cura la bambina, le ha somministrato dei farmaci che hanno procurato l'aborto. Il medico e i suoi collaboratori pensano, come vuole la legge, che non si debba obbligare una donna, e tanto meno una bambina, a mettere al mondo il frutto di uno stupro.

    Si sono anche spaventati del rischio che il parto gemellare avrebbe comportato per una bambina di nove anni.
    C'è un arcivescovo, a Recife - non importa il nome: non c'è il nome della bambina, né del suo violentatore, perché citare quello dell'arcivescovo - che ha scomunicato senza appello il medico che ha aiutato la bambina ad abortire, i suoi collaboratori, e la madre che ha approvato. Non il patrigno, "perché l'aborto è peggiore del suo crimine". Non la bambina. La bambina non ha l'età per essere scomunicata. Solo per partorire due gemelli.

    L'arcivescovo ha proclamato - indovinate - che la legge di Dio è al di sopra della legge umana. L'arcivescovo ha tenuto ad aggiungere che l'olocausto dell'aborto nel mondo è peggiore di quello dei sei milioni di ebrei nella Shoah. Peggiore. C'è anche, a Recife, un gruppo di avvocati cattolici che ha denunciato i medici per il procurato aborto: omicidio volontario aggravato, presumo.

    C'è, a Roma, il Vaticano e, in Vaticano, la Pontificia Accademia per la Vita. Con una gamma di sentimenti che vanno dall'imbarazzo al dolore alla perentorietà, i suoi esponenti hanno spiegato che la scomunica comminata dall'Arcivescovo di Recife era necessaria. Un atto davvero dovuto, come prescrive il Codice di Diritto Canonico. Un sacerdote del Pontificio Consiglio per la Famiglia, a sua volta, ha soffertamente ribadito che "L'annuncio della chiesa è la difesa della vita e della famiglia". E che i medici sono "protagonisti di una scelta di morte".

    Penso che non si debba commentare tutto ciò. Neanche una parola. Bisogna trattenere il respiro, fino a scoppiare.

*) Questo commento di Adriano Sofri è apparso su "La Repubblica" del 7.3.09. Ci è stato segnalato con la richiesta che lo si rilanciasse per ricordare, nella Giornata della Donna, che l'integralismo puo' tornare sempre, in qualsiasi posto, da qualsiasi religione, in qualsiasi anno.





Italiani all'estero

Un soggetto attivo
Rino Giuliani: "Il mondo delle associazioni non viene recepito come soggetto attivo del processo di riforma di Comites e CGIE".

Riunita la Presidenza della Consulta Nazionale dell'Emigrazione.

Il via a iniziative che impegneranno nelle prossime settimane CNE e associazioni aderenti.

ROMA - Si è tenuta il 3 marzo la riunione dell'Ufficio di Presidenza della Consulta Nazionale dell'Emigrazione. La riunione è stata introdotta dalla relazione del presidente Rino Giuliani il quale ha svolto una analisi preoccupata sull'evolversi della situazione degli italiani all'estero anche a seguito del taglio senza precedenti delle risorse finanziarie destinate a servizi ed interventi per i nostri connazionali all'estero.

    La riunione ha dato il via a diverse iniziative che impegneranno nelle prossime settimane la CNE e le associazioni aderenti.

    "A circa due mesi dal Convegno nazionale della CNE e dalla Conferenza dei giovani - ha sottolineato Rino Giuliani - non solo non emergono dall'articolato mondo della rappresentanza proposte alternative ma anzi si sviluppa una confusa manovra diversiva mirata ancora una volta alla messa in discussione dell'associazionismo. Come leggere la relazione del sottosegretario Mantica al CGIE dell’11-12 febbraio scorso laddove si fa un distinguo fra rappresentanza degli eletti e rappresentanza ‘sociale’ propria delle associazioni. La prima dimostrabile la seconda di difficile dimostrazione".

    "Il mondo delle associazioni - si legge ancora dalla relazione - nei progetti di riforma non sembra molto essere recepito come un soggetto attivo del processo di riforma" dei Comites e del CGIE. Il riferimento sembrano essere le proposte di legge di modifica del CGIE nelle quali la componente partitica ha un ruolo preponderante e l'associazionismo viene "ridotto al lumicino".

    La CNE prendendo atto di contenuti e di metodo chiede che nella discussione in Parlamento sia effettuata una profonda revisione dei testi stessi. In mancanza di precedenti confronti con le associazioni, la stessa presenterà precise modifiche all'attenzione del governo, dei parlamentari e delle forze politiche. A tal fine verrà avanzata nei prossimi giorni una prima richiesta d'incontro al senatore Mantica.

    "La CNE, che ha valutato come atto importante la proposta di legge per il riconoscimento delle associazioni all'estero come associazioni di promozione sociale - ha proseguito Giuliani -, sottolinea criticamente i ritardi nell’avvio di una sollecita discussione in commissione e fa appello in primo luogo ai parlamentarti eletti all'estero perché s'impegnino per la proposta di legge dando un segnale netto di sostegno all'associazionismo nel quale molti di loro hanno fatto esperienza".

    Alla luce della disponibilità del coordinamento delle consulte regionali all'avvio di un tavolo congiunto permanente di confronto, La CNE invierà una richiesta di incontro indirizzata al coordinatore dei referenti regionali per l'emigrazione. Si tratta di un obiettivo contenuto nel documento finale del Convegno CNE di Roma votato anche dai rappresentanti delle consulte presenti e riconfermato nel loro recente incontro di Potenza.

    "La riforma dei Comites e del CGIE - ha affermato Giuliani - non è un fatto meramente tecnico risolvibile introducendo dosi più o meno massicce di presidenzialismo ma seguitando a garantire fra i nostri connazionali le condizioni per l'esistenza di libere organizzazioni basate sul pluralismo e sulla autonomia. Non si può ridurre, soprattutto all'estero fra i circa 4 milioni di votanti e fra i milioni di oriundi le forme della rappresentanza a quelle esclusive dei partiti italiani".

    L'Ufficio di Presidenza ha infine deciso di dare slancio e supporto alle iniziative assunte promuovendo nelle prossime settimane a partire dal documento approvato nel Convegno di Roma, riunioni di forte orientamento sulla situazione attuale . (Inform)



Riceviamo e doverosamente pubblichiamo

Comunicato dell'assemblea dell'Unità
L'Assemblea di redazione ritiene che la proposta per gli "interventi necessari per affrontare la situazione di crisi attraverso una riorganizzazione dell'impresa" consegnata dall'ad di Nie alla rappresentanza sindacale vada completamente riscritta. Si tratta di un piano pericoloso perché a fronte di pesanti tagli e sacrifici richiesti alla redazione non garantisce alcuna prospettiva di sviluppo al giornale. La linea indicata dall'azienda attacca duramente la qualità del prodotto, la sua capacità di stare sul mercato e la professionalità dei giornalisti.

    E' impensabile che si pretenda che una vertenza di tale portata debba essere conclusa con un margine temporale strettissimo. Sul piatto l'azienda ha messo chiusure di sedi, tagli di foliazione, un massiccio ricorso a prepensionamenti, la risoluzione di tutti i contratti a tempo determinato e di una gran parte delle collaborazioni. Ribadiamo che faremo la nostra parte, ben consapevoli delle gravi difficoltà del mercato editoriale. Ma nel contempo chiediamo all'editore di accompagnare con il suo sostegno questa fase di estrema criticità. Stiamo parlando di un giornale che rappresenta un pezzo della storia di questo Paese.

    La discussione sul suo futuro deve a questo punto svolgersi su un tavolo nazionale, che coinvolga Fnsi e associazioni regionali di categoria. Non si può lasciare deperire un giornale che ha dato segni di forte ripresa e di crescita in un momento di depressione complessiva del mondo dell'editoria. Forti degli attestati di solidarietà e di partecipazione di questi giorni, chiediamo al mondo politico e sindacale apporti concreti perché il rilancio del giornale fondato da Antonio Gramsci non si arresti.

L’Assemblea di redazione de l’Unità - Roma, 5.3.09


Nati per comandare e altri per ubbidire

Ipse dixit

Domanda semplice - «Perché mai alcuni esseri umani sarebbero nati per comandare e altri per ubbidire?».
Angelica Balabanoff

Angelica Balabanoff, co-fondatrice dell'Internazionale Socialista Donne



8 MARZO

PIA LOCATELLI: "DONNE IN ITALIA SEMPRE PIU’ SVANTAGGIATE"

Pia Locatelli, presidente dell'Internazionale Socialista Donne ed europarlamentare (Ps/PSE), commenta le politiche del centro-destra al governo in Italia.  E dice che...

"Possiamo scommettere fin d’ora che neppure un euro risparmiato sulle pensioni delle donne servira’ a costruire un asilo nido in più e l’unico risultato dell’equiparazione dell’eta’ pensionabile sarà quello di aver accresciuto ulteriormente le disparità di condizioni tra i due sessi".

    E’ quanto afferma Pia Locatelli, capodelegazione del Ps a Strasburgo e presidente dell’Internazionale socialista donne, da domenica a New York dove è in corso la 53.ma sessione annuale della Commissione ONU dedicata alla condizione delle donne commentando il progetto del governo in tema di pensioni.

     "Nel resto dell’Europa – continua la Locatelli - non ci sono solo eta’ pensionabili uguali, ma anche tanti servizi per le famiglie che qui da noi ricadono ancora quasi esclusivamente sulle spalle delle donne costrette spesso a lavorare il doppio, sobbarcandosi il peso di figli, anziani e malati, per di piu’ sempre svantaggiate rispetto agli uomini in termini di guadagno e di carriera. Su questo c’e’ in Italia uno scandaloso ritardo da colmare e invece di migliorare la condizione delle donne che lavorano, le si costringe solo a farlo più a lungo. Così alla fine non si sfugge al sospetto – conclude l’esponente socialista - che l’equiparazione dell’eta’ pensionabile sia solo uno stratagemma per racimolare qualche euro in piu’".




Donne: Onu; Cgil, Carfagna non risponde a richiesta incontro

Il Ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, a New York per partecipare ai lavori della 53/a sessione della Commissione ONU sulla condizione della donna, non ha voluto incontrare la delegazione sindacale italiana presente. Lo hanno reso noto Nicoletta Rocchi, segretaria     confederale della Cgil, e Rosa Ravanelli, segretaria nazionale della FP Cgil.

"Anche questo anno - affermano le due dirigenti sindacali - il sindacato italiano partecipa alla 53/a Commissione sulla condizione della donne con la Confederazione mondiale e numerose delegazioni nazionali. La discussione e i negoziati sull'equa divisione delle responsabilità tra uomini e donne, inclusa l'assistenza nel contesto dell'HIV-AIDS, tema centrale di questa sessione, sta risultando particolarmente complesso. I numerosi governi, infatti, compresi alcuni dell'Unione Europea, tendono a ridurre la portata degli impegni indicati dalla Commissione, adducendo l'effetto negativo della crisi globale sulla spesa pubblica. Politiche di investimento per i servizi pubblici, per la conciliazione del tempo di vita e di lavoro e per il sostegno al reddito delle donne rischiano di essere indeboliti".

    "Su questi temi - proseguono Rocchi e Ravanelli - il sindacato preme sui governi e sulle delegazioni trattanti. Per questo avremmo voluto incontrare il Ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, per altro ospitata nel nostro stesso albergo, ma neppure una nostra formale richiesta di incontro ha ricevuto risposta".

    "Siamo dispiaciute - concludono le dirigenti della Cgil - perché avremmo voluto illustrare le proposte sindacali, ma anche conoscere la posizione che il governo italiano sta sostenendo, soprattutto riguardo a come intenda bilanciare lo sviluppo di politiche di conciliazione, ad esempio, con il prolungamento dell'età pensionabile delle donne lanciato in questi stessi giorni.




CONTRASTARE LA VIOLENZA E PROMUOVERE IL LAVORO

Queste le priorità più sentite dalle donne italiane alla vigilia dell'Otto Marzo 2009. Su tutto ciò la maggioranza appare sconfortante. Contro la violenza di genere, infatti, si sta facendo poco e male. Per il lavoro femminile, invece, il governo non sta facendo proprio niente. Lo ha dichiarato la senatrice Vittoria Franco, responsabile del PD per le Pari Opporunità, nell'intervento (di cui riportiamo qui ampi stralci) che la sen. Franco ha tenuto a un recente convegno dell'Inca Cgil sul tema "Donne contro i razzismi e le discriminazioni".

di Vittoria Franco *)

In vista dell'8 marzo è giusto ricordare che le priorità per le donne italiane rimangono l'occupazione, il sostegno e il riconoscimento della maternità e il contrasto alla violenza di genere, questioni sulle quali c'è ancora molto da lavorare.

    Le donne italiane sono tra le meno occupate d'Europa e a parità di mansioni godono ancora di retribuzioni più basse rispetto ai colleghi uomini, fino al 30 per cento in meno. La cronica carenza di servizi, dagli asili nido alle strutture di sostegno per la cura degli anziani, rende particolarmente difficile per le lavoratrici conciliare gli impegni professionali e quelli familiari.

    A questo si aggiunge che tra i precari la maggioranza è di sesso femminile, e che dunque a perdere il lavoro saranno soprattutto donne.

    Anche per questo il Pd ha proposto l'assegno per chi perde il lavoro, per non lasciare tante donne senza alcuna tutela. Sul fronte dell'ampliamento e della tutela dell'occupazione femminile dobbiamo registrare che il governo non sta facendo niente.

    Noi abbiamo le nostre proposte: riduzione del costo del lavoro femminile, credito di imposta per il lavoro di cura, servizi di conciliazione e di condivisione, congedo paterno obbligatorio, riforma della legge sui congedi parentali.

    L'altra questione è la violenza di genere. Dall'Istat sappiamo che 7 milioni di donne hanno subito almeno un episodio di violenza fisica o psicologica e per combatterla servono risorse e un sostegno vero ai centri antiviolenza, perché è necessario fare prevenzione e non solo repressione. Questo 8 marzo va dedicato a queste grandi questioni che attanagliano l'universo femminile.

*) Senatrice della Repubblica, responsabile Pari Opportunità del Pd.


martedì 3 marzo 2009

Problema della laicità dello Stato è "unusual". In Italia è all'ordine del giorno

Ipse dixit
Impagabili - «C'è gente che pagherebbe per... vendersi». - Victor Hugo
       
Visti dagli altri
A cura di Internazionale - Prima Pagina
Confermato l'ergastolo per l'argentino Alfredo Astiz
La corte di cassazione italiana ha confermato ieri l'ergastolo per Alfredo Astiz, colpevole dell'uccisione di tre cittadini italiani in Argentina ai tempi della dittatura militare: Angela Maria Aieta de Gullo, Giovanni Pegoraro e sua figlia Susanna. Il sostituto procuratore generale della cassazione, Luigi Ciampoli, ha ricordato la "disumana ferocia delle torture e dei voli della morte" a cui venivano sottoposti i detenuti nella caserma Esma.

Clarín, Argentina
http://www.clarin.com:80/diario/2009/02/27/elpais/p-01866753.htm

Ronde cittadine
La tentazione di governare in base ai sondaggi d'opinione è sempre più diffusa nelle democrazie rappresentative. Ma è ancora più attraente quando, come Silvio Berlusconi, si cavalca l'onda della popolarità. E può essere irresistibile quando, come succede in Italia, il governo non ha un'opposizione degna di questo nome. Il premier italiano non si distingue per il suo rispetto delle istituzioni ma, dopo le dimissioni di Walter Veltroni, Berlusconi e soci hanno le mani completamente libere. Uno dei temi caldi della destra italiana è l'insicurezza dei cittadini, reale e percepita. Il governo ha risposto a quest'inquietudine con un recente decreto che rafforza le misure contro gli stupri e l'immigrazione illegale. Tra queste misure ci sono anche le ronde cittadine, un vecchio cavallo di battaglia della Lega nord. Il rischio inevitabile è che si finisca per criminalizzare implicitamente gli immigrati.

El País, Spagna
http://www.elpais.com:80/articulo/opinion/
Patrullas/ciudadanas/elpepiopi/20090225elpepiopi_2/Tes 

La Catena di San Libero
La Belle Epoque è in serio pericolo!
di Riccardo Orioles *)
Nizza e Savoia. Situazione sempre tesa alla frontiera italo-francese, dove tuttavia non si registrano ancora scontri armati. Scambio d'invettive fra Cambronne e Scajola, richiamo dei rispettivi ambasciatori, respinta la mediazione europea, scambio d'invettive fra i due imperatori: "Il vero Napoleone sono io!". "Non, c'est moi le vrai Berlusconì!". Il confronto su alcune rivendicazioni di frontiera (Nizza, Savoia, Enel, Pinerolo) rischia così di allargarsi a un conflitto di imprevedibili proporzioni, in cui una dopo l'altra le varie potenze (Prussia, Sassonia, Impero asburgico, Due Sicilie, ecc.) si schierano dall'una o dall'altra parte, con serio pericolo per la Belle Epoque.


America. Indagine della polizia sul comportamento di alcuni agenti che, dopo aver bloccato un sospetto malvivente, l'hanno gettato a terra riempiendolo di calci e botte. La scena, filmata dal videofonino di un passante, è finita in internet e ciò ha indotto le autorità ad aprire l'inchiesta. Totale solidarietà con gli agenti, invece, della popolazione locale che non percepisce alcuna differenza fra interventi legali o illegali della forza di polizia, purché siano efficienti. E' successo a Sassuolo, in Alabama.

Colombia. Dei due principali garanti "neutrali" delle istituzioni, il presidente della Camera e quello del Senato, il primo ha duramente rimproverato i magistrati che fanno indagini penali su membri del governo e il secondo ha invitato l'operazione a dar luogo a una crociata contro i meticci, abrogando l'eguaglianza prevista dallo stato di diritto fra le varie etnie e religioni.

*) Riccardo Orioles, giornalista antimafia, fondatore assieme a Giuseppe Fava de "I siciliani", è un punto di riferimento nel panorama delle firme giornalistiche in Sicilia impegnate a contrastare la mafia e la corruzione.

 www.riccardoorioles.org / www.sanlibero.it

Italiani all'estero
Chi ha paura del PD?
A colloquio con il deputato italo-australiano
Marco Fedi (PD), eletto nella Circoscrizione Estero (ripartizione Australia) sulla crisi del PD: "Abbiamo commesso degli errori, è vero. Ma il PD è ancora oggi, nonostante tutto, un’opposizione seria, equilibrata e forte".

ADL - Mancano ormai pochi mesi alle elezioni europee: Lei non ritiene che il PD dovrebbe dire con chiarezza in quale gruppo parlamentare intende sedersi a Strasburgo?

Fedi: Il PD deve dire con chiarezza come intende gestire la propria rappresentanza nel Parlamento europeo. Condivido la necessità della chiarezza su questo punto. Non vedo invece davanti a noi scelte obbligate, se non quella di non forte no alle forzature. Credo che il PD debba scegliere autonomamente. Una delle tante scelte che dovremo fare insieme, rapidamente. Ed una delle ipotesi è quella di un nuovo gruppo parlamentare. Questa ipotesi non va accantonata con troppa disinvoltura. Le famiglie politiche europee hanno una storia importante e nessuno deve essere chiamato a rinunciare alla propria storia. Ma il Partito Democratico è un’altra cosa. Il PD è nato da storie e culture diverse e si prefigge di unirle in un progetto politico nuovo. È proprio questo "essere un’altra cosa" che spesso non viene compreso. È evidente che se la scelta fosse tra PSE e PPE non avrei esitazione a "votare" per l’ingresso nel PSE. Altrettanto evidente che se abbiamo costruito un’altra cosa in Italia non dobbiamo rinunciarvi nella casa comune europea. Un gruppo autonomo PD oppure una componente PD nel gruppo misto non sarebbero una fuga nella "non scelta" ma una scelta per il partito nuovo che abbiamo fondato e che stiamo costruendo. A chi non piace il PD e perchè?

ADL - Dato quel che è successo intorno al caso Eluana, non sarebbe giusto poter conoscere qual è la posizione del PD sull'interventismo del Vaticano in Italia?

Fedi: Le mie posizioni sulla vicenda Englaro le ho espresse alcuni giorni fa e quindi non le ripeto. La proposta di legge sul testamento biologico presentata dalla maggioranza è offensiva e l’opposizione deve respingerla. Non per rispondere all’ingerenza del Vaticano ma perchè è una proposta sbagliata. La mia posizione è quella contenuta nella proposta di Ignazio Marino. Il PD deve decidere anche su questi temi etici. E deve farlo recuperando tempo e terreno persi fino ad oggi. L’ingerenza del Vaticano è dovuta ad un male profondo della nostra società e della nostra democrazia parlamentare. Una società ed un mondo politico che non promuovono una aperta e chiara riflessione su tutti i temi etici, un mondo dell’informazione che è strumento della politica, un mondo politico, falso e ipocrita, che oggi non è in grado di gestire in modo trasparente e chiaro il rapporto tra i poteri dello Stato figuriamoci tra lo Stato e la Chiesa. In alcuni Paesi, tra cui l’Australia, porsi il problema della laicità dello Stato è "unusual". In Italia è all’ordine del giorno.

Quindi la questione deve necessariamente porsi in rapporto al mondo politico nella sua generalità. Il PD deve imparare a decidere. Maggioranze e minoranze – sui temi etici come sulle grandi sfide del nostro tempo – sono la vita interna di un grande partito riformista. È con le scelte quotidiane che si afferma la laicità dello Stato, non con le dichiarazioni o i titoli dei quotidiani o le minacce di scissione. Ogni minaccia di scissione distrugge un pezzo di cammino del PD. Per essere ancora più chiaro nella risposta: non è importante misurare il livello di ingerenza del Vaticano ma misurare la qualità, immediatezza e saggezza della nostra riposta politica. Perchè il PD ha difficoltà a prendere le decisioni che contano?

ADL - La Cgil muove verso una agitazione nazionale sulla crisi economica che rappresenta per altro la questione fondamentale sul tappeto: Lei non troverebbe giusto che il PD si schierasse o di qua o di là?

Fedi: Il sottoscritto si è già schierato con la CGIL e credo sia giusto che i parlamentari decidano autonomamente. Le agitazioni sindacali sono e rimangono tali. I partiti politici – affinchè rimanga credibile l’azione sia del sindacato che delle forze progressiste e riformiste – devono rimanere tali. Non confonderne i ruoli. Mi spiego. Chiedere un maggiore intervento su pensioni e redditi bassi o sugli ammortizzatori sociali, dalla prospettiva sindacale, deve essere lo stimolo al più grande partito di opposizione per trasformare queste richieste in azione parlamentare di opposizione e in proposte politiche. Devo dire che sotto questo profilo il PD ha lavorato bene. Chi ha paura del PD?

ADL - On. Fedi, per concludere, non le andrebbe di fornirci, pacatamente, marzullianamente, le risposte alle domande con le quali lei ha voluto siglare le sue dichiarazioni?

Fedi: Sì, rispondendo alle vostre domande arrivo sempre ad una serie di interrogativi. A chi non piace il PD e perchè? Abbiamo commesso degli errori, è vero. Essere coerenti non è sempre la formula vincente ed è stato il primo errore. Il centro-destra fagocita tensioni e contraddizioni e continua a rinviare il progetto del partito nuovo della libertà. Il PD è ancora oggi, nonostante tutto, un’opposizione seria, equilibrata e forte. Non credo si possano attaccare ragionevolmente i gruppi PD di Camera e Senato per le scelte fatte in Parlamento. Ne sono orgoglioso. Il PdL invece deve fare i conti con la Lega Nord. Ma il PD non piace anche alla sinistra radicale: rappresenta una via alla aggregazione di storie e culture diverse che appare impossibile nel variegato mondo della sinistra, dove, dal dopo-Prodi, le sigle sono aumentate anzichè diminuire.

ADL - Be', non sarà sempre colpa degli altri se il gruppo dirigente dell'ex Pci, nella sua famosa "coerenza", ha cambiato nome, posizione, strategie, alleanze internazionali parecchie volte, da Mosca a Bruxelles, a New York senza contare una certa ciclica piaggerie filo-vaticana...

Fedi: No, vede è che è aumentata l’incapacità di comunicare, a elettori e cittadini, il percorso per ottenere i cambiamenti culturali, sociali e politici per i quali ci battiamo da anni. Questa incapacità è un problema nostro. Di tutti. Perchè nella politica moderna esiste solo un modo per non subire le scelte nefaste della destra: vincere le elezioni. Per vincere le elezioni occorre avere un programma politico e la forza per portarlo avanti, non la forza di ricatto per metterlo in discussione ogni giorno.Perchè il PD ha difficoltà a prendere le decisioni che contano? Il secondo errore è stato non aver accelerato la costruzione del partito democratico raggiungendo la strutturazione necessaria ad assumere le decisioni, anche le più difficili. Con la partecipazione più ampia possibile. Chi ha paura del PD? Cosa fare ora? Il PD spaventa tutte quelle forze che per anni hanno costretto la politica italiana a vivere in una condizione di "necessaria permanente mediazione" – altri potrebbero definirla "ricatto" – da parte dei piccoli partiti. Dobbiamo riprendere un cammino politico – fatto di valori e di idee – che apra il PD al confronto a sinistra e rafforzi tutti gli strumenti di proposta e di partecipazione per tornare a fare politica e per tornare ad essere una convincente, e vincente, alternativa di Governo. La sinistra deve decidere che peso vuole avere in questo confronto e dialogo.

Nasce la Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni
ARIA LAICA - Per respirare tutte e tutti
La prima iniziativa di grande successo della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni
La Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni vuole essere la voce autorevole e rappresentativa dell’intero mondo laico, cui manca a tutt’oggi un luogo di scambio e un referente. La laicità non è un sistema di valori rigido, né un’ideologia in opposizione ad altri sistemi di valori o ideologie, bensì il libero confronto fra idee e valori; essa è al tempo stesso un valore e un metodo capace di delimitare uno spazio pubblico, neutro e comune a tutti i cittadini di ogni credo religioso o morale. L’atteggiamento laico implica che i soggetti pubblici rinuncino concordemente ad applicare alla sfera collettiva, pubblica e politica i propri principi e verità religiosi e i propri valori etici assoluti e non negoziabili, potenzialmente confliggenti con verità religiose e valori etici assoluti altrui, quando dovessero limitare le altrui libertà di espressione o di azione.

Associazioni costituenti:
Agedo (Ass. Genitori e Amici di Omosessuali);
Anpi, zona 1;
Arcigay provinciale;
Arcilesbica, circolo Zami;
Ass. Culturale Marxista;
Ass. Culturale Punto Rosso;
La Conta;
Le Sarte di Corso Magenta;
Giuristi Democratici;
Ass. Radicale Enzo Tortora;
Saveria Antiochia Omicron;
Sinistra Rosso Verde;
Centro Culturale Protestante;
Circolo Carlo Rosselli;
Circolo Culturale Giordano Bruno;
Circolo La Riforma;
Keshet, Vita e cultura ebraica;
Icei (Istituto di Cooperazione Economica Internazionale);
Lidu (Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo);
Movimento RadicalSocialista;
Noi Siamo Chiesa;
Uaar, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti