Penso spesso agli esodati, i senza retribuzione e senza pensione. E penso all’ex capo dell’INPS Mastrapasqua che per andare in giro con le sue entrate doveva usare il carrello del supermercato…
di Giuseppe Tamburrano
Letta si è preso diciotto mesi per restaurare lo Stato. Ne sono passati parecchi ma non si vede nemmeno il disegno del restauro. L’unico provvedimento che è in corso (corso, non corsa) è la riforma elettorale decisa non da Letta ma da un inusitato vertice Renzi-Berlusconi, oppositore del Governo. E’ piena di punti sospensivi: liste bloccate o preferenze? Quanti candidati per lista? Soglie d’accesso o di sbarramento, ballottaggio ed altro sono – non tutti – gli scogli che la legge deve superare. E alla quale tiene giustamente Napolitano.
Renzi vuole abolire il Senato e farne una Camera delle autonomie (membri senza emolumenti). Cosa sacrosanta. Ma per abolirlo ci vuole una procedura costituzionale, il che, tra l’altro, significa che il Senato deve votare la sua dissoluzione-suicidio. Ve li immaginate 315 samurai (quelli di diritto restano?) che fanno karakiri? E sia. Ma perché al suo posto deve esserci – senza poteri legislativi – un Senato delle autonomie che rappresenti solo gli enti locali? E perché no gli enti universitari, gli istituti di ricerca, i corpi scientifici, insomma la vasta gamma degli interessi democratici collettivi oggi riassunti nella categoria dei senatori a vita? E che farà questo Senato? Darà pareri alla Camera e al Governo?
Immaginate, in un paese che non eccelle per rapidità decisionale: doppia votazione conforme Camera-Senato per l’abolizione; eventuale referendum; legge istitutiva del nuovo organo. Niente di più macchinoso e pieno di trabocchetti. Immaginate anche che i senatori, sulla legge che sopprime la loro casa, correttamente si astengano: per il regolamento del Senato l’astensione equivale a voto contrario.
Questa è l’Italia! Per dirne un’altra: Berlusconi è all’opposizione del governo Letta ma tratta la legge elettorale – la più politica delle leggi – col segretario del partito di Letta, Matteo Renzi. Il quale non vede l’ora di salire lo scalone di Palazzo Chigi. Ma sostenuto da chi? Ammettiamo da tutto il suo partito e poi? Alfano, Berlusconi, Grillo….e altri spiccioli, compreso Casini.
In tutti questi casini io penso spesso agli esodati senza retribuzione e senza pensione. E penso all’ex capo dell’INPS Mastrapasqua che per andare in giro con le sue entrate doveva usare il carrello del supermercato.
Per finire seguo divertito il dibattito a distanza tra Squinzi e Saccomanni: per il primo ci stiano inabissando, per il secondo abbiamo il vento in poppa!
Ah! Povera Italia di dolore oppressa!