martedì 18 febbraio 2014

Insieme contro la xenofobia - Intervista all’on. Farina

Le valutazioni politiche di un veterano dell'emigrazione italiana dopo referendum anti-immigrati in Svizzera.

 

Aria di gran mestizia a Nord delle Alpi dopo il "salto in basso" di domenica scorsa, all'uscita dalle urne per l'iniziativa referendaria anti-stranieri promossa (e vinta, seppur di stretta misura) dalla destra populista svizzera.

Le classi dirigenti elvetiche si risvegliano come da un lungo episodio di sonnambolismo. Ora si rendono drammaticamente conto che il pifferaio antistranieri sta conducendo questo paese a una brutta-brutta collisione diplomatico-economico-valoriale con il resto d'Europa… Senza contare che la Confederazione, come scrive Renzo Balmelli, è spaccata in due. La Svizzera di lingua francese, infatti, ha respinto le mene xenofobe della destra populista, e così hanno fatto anche Zurigo, Basilea e le altre città di lingua tedesca.

Invece, la provincia profonda è andata alle urne come ebbra di odio e paura per il quale e la quale in realtà non sussisterebbero motivi razionali: in fondo, la popolazione immigrata si concentra nei grandi agglomerati urbani.

Un dato, questo, che autorizza sul medio periodo a sperare in un trend in miglioramento, quanto meno rispetto all'opacità morale e intellettuale degli anni scorsi, tutti all'insegna di un anti-solidarismo militante che a sua volta consegue logicamente dall'ideologia ego-liberista.

Insomma, domenica scorsa l'incubazione populista ha compiuto in Svizzera un salto di qualità che interpella adesso la coscienza politica di chi ce l'ha. (AE)

Intervista con l'on. Gianni Farina

raccolta da Lanfranco Palazzolo per

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