mercoledì 6 luglio 2016

Le elezioni in Spagna - La sinistra perduta è perdente

Dopo il “20 D” e sei mesi di trattative inconcludenti per la forma­zione di un nuovo governo, eravamo tutti qua ad aspettare la prova d'appello del “26 J”, come usano gli spagnoli indicare le elezioni…

 

di Felice Besostri

 

Le persone normali in Spagna speravano di capire se dalle elezioni sarebbe uscito un governo, ma i media hanno dedicato più spazio al tema del sorpasso a sinistra: sarebbe riuscito Pablo Iglesias con Unidos Podemos superare il PSOE?

    Il sorpasso era stato previsto dai sondaggi d'opinione, compresi quelli pubblicati il giorno delle elezioni dal Periodico d'Andorra. Il Principato d'Anvalore in percentuale 3,36% è estero e quindi non soggetto alla legge spagnola, che proibisce la pubblicazione di sondaggi nei giorni precedenti l voto. Un sondaggio serio, aggiornato all'esito della Brexit del 23 giugno precedente. I sondaggi avevano previsto il sorpasso del PSOE da parte di Podemos già il 20 dicembre 2015, anzi alcuni davano il PSOE superato anche da Ciudadanos.

    Non è stato così il PSOE si conferma secondo patito in voti (5.545.315), seggi (90) e percentuale (22%), mentre Podemos in tutte le sue 4 articolazioni è terzo con 5.369.391 voti, 69 seggi e il 20,69%.

    Tuttavia, a sinistra i rapporti sarebbero stati altri, con una diversa legge elettorale, poiché quella vigente privilegia le piccole circoscrizioni quindi o i partiti presenti in forza su tutto il territorio nazionale ovvero i partiti regionalisti, mentre punisce i partiti distribuiti su tutto il territorio nazionale con percentuali sotto il 10%. IU unita con 926.783 voti e il 2,68% aveva soltanto 2 deputati tutti eletti a Madrid. L'abilità tattica di Iglesias, che aveva rifiutato l'alleanza con IU nel 2015, preferendo quella con formazioni regionali in Catalogna, Galizia e Paese Valenziano, per le elezioni 2016 fa un'alleanza generalizzata con IU e si forma Unidos Podemos: il sorpasso in voti (6.291.174) e in percentuale (24,36%) era assicurato in partenza con i dati 2015. I seggi in più avrebbero seguito come le salmerie l'esercito vittorioso. E infatti i sondaggi andorrani davano una forchetta di 83-87 seggi, la stessa del PSOE, ma con una perdita di seggi ed in percentuale di quest'ultimo.

    A urne aperte i socialisti e Unidos Podemos avrebbero potuto mettere la firma su un risultato conforme a quelle previsioni anche con tutte e due le formazioni al loro livello più basso. Avrebbero avuto 166 seggi perciò in grado di competere con un'alleanza di destra-centro PP-Ciudadanos di 169 seggi. Invece, un mezzo disastro. Il PSOE guadagna in percentuale lo 0,67%, ma perde 5 seggi e Unidos Podemos ritorna con gli stessi seggi del 2015, cioè 71, e in percentuale, con il suo 21,11%, perde il 3,25% quasi coincidente con la diminuzione dei votanti in percentuale – 3,36%: una debacle.

    La sinistra avrebbe capitalizzato la voglia di governabilità se si fosse presentata con una proposta unitaria e credibile. Non è stato così perché a sinistra da bordo campo, anche nel girone italiano, si era come ipnotizzati dal tema del sorpasso.

    Il sorpasso c'è stato, ma da destra. Dato che la destra ora può contare con 169 seggi, a -7 dalla maggioranza assoluta, mentre la sinistra ne ha 156, cioè è scesa a -20. A sinistra si è ragionato in puri termini di partito, con eccessi di aggressività da parte di settori irresponsabili di Podemos, malgrado un discorso distensivo di Pablo Iglesias ma troppo in ritardo.

    Quando il tema principale era il sorpasso una maggioranza numerica non sarebbe diventata politica come anche è servito poco definire Podemos come “socialdemocrata”, ma anchepatriotico e plurinacional”. Non ha conquistato simpatie socialiste, ma allontanato gli elettori comunisti di IU: non è un caso che le perdite maggiori si siano registrate a Madrid, la circoscrizione dove IU era più forte e aveva eletto i suoi deputati. Dall’altro lato l’aggettivo “patriotico” spiega le perdite nei paesi baschi…

    Insomma, una sinistra perduta è perdente su tutta la linea. Peccato, speriamo meglio in futuro.

 

 

 

IPSE DIXIT - Mi domandò all'improvviso - «E mi domandò all'improvviso, quasi che davvero volesse un parere: tu pensi che io esisto? Guardami, se­con­do te esisto? Batté la mano aperta sul petto prosperoso, ma lo fece come per dimostrarmi praticamente che la mano lo trapassava, che il suo corpo... non c'era. Lui s'era preso tutto di lei, subito, quand'era an­co­ra quasi bambina. Lui l'aveva consumata, l'aveva sgualcita». – Elena Ferrante