lunedì 25 gennaio 2010

L'Europa si sposta a Rosarno

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
 
EUROPARLAMENTARI SOCIALISTI E DEMOCRATICI A ROSARNO
L'Europa si sposta a Rosarno. Dopo i violenti scontri accaduti tra immigrati e residenti della cittadina calabrese, una delegazione di europarlamentari del Gruppo Socialisti e Democratici sarà a Rosarno da domani 21 a sabato 23 gennaio 2010.

    Mario Pirillo eurodeputato della Calabria, Rita Borsellino e Rosario Crocetta membri della Commissione libertà civili insieme a Stavros Lambrinidis, vicepresidente del Parlamento europeo e Véronique de Keyser, vicepresidente del Gruppo Socialisti e Democratici incontreranno istituzioni, sindacati, associazioni e ONG attive nell'assistenza agli immigrati e nella lotta alla criminalità organizzata.

    "La difesa dei diritti sociali ed economici degli immigrati - affermano gli eurodeputati socialisti e democratici italiani - è una priorità per il nostro gruppo parlamentare. Abbiamo il dovere di tutelare gli immigrati da una dilagante violenza razziale e da una cultura xenofoba che determina gravi episodi di intolleranza come quelli avvenuti nei giorni scorsi in Calabria".

    La delegazione chiede atti concreti perché tali episodi non si verifichino più. In Europa c'è già un lavoro avviato dal Gruppo Socialisti e Democratici che ha come priorità una direttiva sul lavoro stagionale degli immigrati, una direttiva sulle condizioni di entrata e di permanenza e uguali diritti in tutti gli Stati membri senza differenze tra i lavoratori immigrati.        

In breve
a cura di rassegna.it

Ispra / Arriva l'accordo, precari giù dai tetti
Il ministro Prestigiacomo, il commissario Ispra e rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Anpi e Usi-Rdb hanno siglato ieri sera un protocollo di intesa per i precari dell'Ispra che, ha dichiarato il responsabile del Dicastero, "mette in campo tutte le soluzioni possibili per non disperdere il patrimonio di esperienza e professionalità rappresentato dai ricercatori e consentire un processo di rilancio e valorizzazione dell'Istituto che ha un ruolo centrale nella tutela dell'ambiente nel nostro paese". E' finita la protesta dei lavoratori sui tetti.

Crisi / Banca mondiale, 64 mln di poveri nel 2010
"Nel 2010, almeno 64 milioni di persone in più rispetto a prima della crisi vivranno in estrema povertà, ossia con meno di 1,25 dollari al giorno". Andrew Burns, economista della Banca Mondiale e autore del nuovo rapporto su 'Prospettive economiche Globali' ritiene che "nei prossimi 5-7 anni le prospettive di crescita per i paesi in via sviluppo saranno inferiori dello 0,2-0,7% rispetto alle tendenze positive del pre-crisi".

Crisi / Bce, ripresa moderata ma più disoccupati
Nel 2010 l’espansione economica in eurozona avrà “un ritmo moderato” e “il processo di recupero risulterà probabilmente discontinuo”. La Banca centrale europea, che ha diffuso oggi (21 gennaio) il suo Bollettino, avverte che la crisi non è finita: “La disoccupazione nell’area dell’euro dovrebbe seguitare ad aumentare in certa misura”. Alcuni fattori che sostengono la crescita, infatti, hanno “carattere temporaneo” e le prospettive “restano soggette a incertezza”.


Processo breve / Anm: "Colpo di spugna"
Il ddl sul processo breve, approvato ieri in Senato, “traduce il processo penale in una tragica farsa”. E’ quanto sostiene Luca Palamara, presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, ai microfoni di RadioArticolo1 (
ascolta il podcast dell’intervista integrale). A suo avviso “è incomprensibile che questa normativa si applichi anche ai processi in corso e mandi al macero i fascicoli che riguardano vicende come TyssenKrupp o le morti di amianto. Questo significa dire di no alle vittime di molti reati che riguardano la truffa, la corruzione, la violenza privata, gli omicidi colposi legati all'attività medica”.

Fiat / Continua protesta a Termini Imerese
Sono ancora sul tetto del capannone Fiat dello stabilimento di Termini Imerese i 16 lavoratori della Delivery Email, che hanno ricevuto le lettere di licenziamento in seguito alla decisione della Fiat di riassorbire le attività di pulizia finora assegnata in appalto alla loro ditta.

Alitalia / Confermato sciopero piloti-assistenti 5/02
È confermato lo sciopero di piloti e assistenti di volo Alitalia indetto per venerdì 5 febbraio. Lo comunicano Filt Cgil e Avia denunciando in una nota “la decisione dell'Alitalia di procedere nel confronto sui problemi della categoria su tavoli separati”. Secondo le due sigle sindacali, “la presa di posizione dell'Alitalia è la prova della volontà aziendale di trascinare i problemi aperti senza affrontarli, a partire dal mancato rispetto degli accordi di Palazzo Chigi sulle assunzioni con oltre cento assistenti di volo in meno rispetto al numero concordato inizialmente”.

Incidenti lavoro / Cassazione, ok sindacati parte civile
Il 18 gennaio la Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dagli imputanti del caso Strammiello, operaio morto nel 2000 mentre manovrava una gru in un cantiere dell’Enel della Spezia. Respingendo i ricorsi, la sentenza diviene così definitiva, compresa la parte relativa al risarcimento in favore dei sindacati costituiti parte civile.

Conti pubblici / Istat, cresce spesa: 49,3% del Pil
Continua a crescere la spesa pubblica fino a sfiorare il 50% del Pil. Dalle ultime statistiche sulla spesa delle amministrazioni pubbliche dell'Istat emerge infatti che il periodo 2000-2008 e' caratterizzato da un trend crescente della spesa in rapporto al Pil, che passa dal 46,2 per cento del 2000 al 49,3 per cento del 2008, con una media pari al 48,2 per cento.

Francia / Akers, operai sequestrano 4 dirigenti
Molti dei 120 operai di una fabbrica del gruppo svedese di metallurgia Akers, basata a Fraisses, nel dipartimento della Loira, hanno sequestrato ieri quattro dirigenti e li trattengono ancora all'interno dei locali. Lo riferiscono oggi i media francesi I lavoratori, in sciopero da una settimana, stanno protestando contro il progetto di chiusura della sede e reclamano 45mila euro di bonus extra.

Usa / Crescono richieste sussidio disoccupazione
Sono balzate a quota 482.000 le Le ichieste di sussidio di disoccupazione negli Usa nella settimana dal 9 al 16 gennaio. Nei sette giorni precedenti le domande erano state 446.000, i dati hanno smentito gli analisti che prevedevano un calo a 440.000 unità.
Lo scrive Bloomberg citando il dipartimento del Lavoro.       

Non consideriamolo normale

Ipse dixit

Torti e ragioni - "È meglio avere vagamente ragione che esattamente torto." - Carveth Read

Bolle - "Gli speculatori possono essere innocui se sono delle bolle sopra un flusso regolare di intraprese economiche; ma la situazione è seria se le imprese diventano una bolla sospesa sopra un vortice di speculazioni. Quando l'accumulazione di capitale di un paese diventa il sottoprodotto delle attività di un Casinò, è probabile che le cose vadano male." - John Maynard Keynes

Io  - "Io non mi sento né uomo di Parlamento né uomo di governo né, ancora meno, uomo di Stato, ma un militante della classe operaia; con una sola speranza: che il giorno in cui morirò gli operai possano dire: è morto uno dei nostri, uno che si sentiva come noi, che lottava con noi, che non ci ha mai abbandonato." - Pietro Nenni 

       
VISTI DAGLI ALTRI
A cura di Internazionale - Prima Pagina
Il Senato approva il processo breve La legge sul processo breve, utile al premier Silvio Berlusconi per sfuggire ai processi che lo vedono coinvolto, è stata approvata dal senato e ora passerà alla camera dei deputati, anch'essa controllata dal centrodestra. Il senato ha approvato la legge con 163 voti a favore, 130 contrari e due astensioni tra le proteste dell'opposizione e gli applausi della maggioranza.


Clarín, Argentina
http://www.clarin.com/diario/2010/01/21/elmundo/i-02124061.htm
Gli italiani divisi su Craxi
Il mondo della politica italiana ha celebrato ieri l'ex leader del Partito socialista, Bettino Craxi, a dieci anni dalla morte in esilio. Si tratta di una svolta notevole perché Craxi è stato condannato ed è considerato il principale responsabile della corruzione della politica italiana di quegli anni. Ma ora, per la gioia di alcuni - tra cui Silvio Berlusconi - e per lo sconforto di altri, il processo di riabilitazione di Craxi sembra andare avanti spedito. 


The Independent, Gran Bretagna
http://www.independent.co.uk/news/world/europe/ten-years-on-italy-still-split-over-craxi-1873172.html 
Il controllo delle tv via web
Google ha espresso preoccupazione per il piano del governo italiano per regolamentare le tv via internet. Teme infatti che siano poste limitazioni all'accesso a siti come YouTube e che siano conferiti maggiori poteri ai provider di servizi internet. Il decreto è stato approvato dal governo il 17 dicembre 2009 e sarà convertito in legge il 27 gennaio, a meno che i partiti d'opposizione non facciano ricorso contro il provvedimento al consiglio di stato.

La Vanguardia, Spagna
http://www.lavanguardia.es/premium/edicionimpresa/20100119/53873502808.html    

La Catena di san Libero 

Non consideriamolo normale

di Riccardo Orioles - www.ucuntu.org
La pulizia etnica di Rosarno, cioè l'allontanamento forzato, con la minaccia delle armi e per opera della 'ndrangheta, di tutti gli individui di pelle scura da un dato territorio della Repubblica Italiana, è stata una notizia per due giorni. Al terzo giorno dei fatti di Rosarno si parlava:

    - al quinto posto, nella gerarchia degli argomenti, su www.repubblica.it;
    - al sesto posto sul www.corriere.it;
    - in modo analogo su tutti gli altri siti giornalistici "ufficiali".
    Una settimana dopo le prime fucilate e sprangate contro i neri, cioè, gli italiani erano già ridiventati "brava gente" e, la situazione era, come si dice, tornata "sotto controllo". A Rosarno c'è stata addirittura una manifestazione ufficiale, gestita dalla 'ndrangheta, per dire che i rosarnesi non sono razzisti. Uno striscione contro la mafia, portato dalle ragazze del liceo, è stato fatto chiudere dagli organizzatori.

    Nessuno degli organizzatori o partecipanti alla manifestazione eversiva, per quanto ci risulta, è stato arrestato. Né lo è stato alcuno degli organizzatori e esecutori del pogrom, che è stato una vera e propria ribellione, penalmente perseguibile, contro i poteri dello Stato. Nei primi anni Settanta, sempre in Calabria, la molle prima Repubblica mandò poliziotti e soldati a stroncare, volente o nolente, il "boia chi molla". Ma erano altri tempi e c'era ancora uno Stato.

    Tutto ciò è vergognosissimo per i funzionari di polizia, per gli ufficiali dei carabinieri e per tutti coloro che, avendo giurato fedeltà allo Stato, in effetti l'hanno tradito lasciando che il potere statale venisse violentemente usurpato, in quei giorni e in quei luoghi, dai boss mafiosi.

    A loro parziale discolpa sta il fatto che gli ordini erano quelli: il governo non era interessato a esercitare la sua potestà, delegandola di fatto - per clientelismo politico e solidarietà ideologica - ai mafiosi. Un piccolo otto settembre, con tutto il suo corredo di piccole vigliaccherie, di prepotenze senza sanzione, di "tutti a casa". Ma anche di isolati atti di coraggio: gli abitanti di Riace hanno invitato i perseguitati a rifugiarsi nel loro comune, salvando col loro gesto la malridotta dignità calabrese.

    Anche su Rosarno, come su tutto il resto, il popolo italiano ha iniziato il rassicurante dibattito di rimozione. Calabresi e siciliani hanno dimenticato gli orrori da loro portati in altri paesi (altro che qualche disordine dei neri di Rosarno): decine di migliaia di ragazzi assassinati in tutto il mondo dalla loro eroina; la mafia sanguinosamente introdotta in paesi, come l'Australia o il Canadà, che mai ne avevano sentito parlare; eppure né gli australiani né i canadesi - popoli civili - hanno cacciato siciliani e calabresi. Su questo dovremmo meditare profondamente, e provare anche vergogna.

    E' difficile in questo momento gravissimo proporsi altri obbiettivi che non siano il ripristino dei poteri legittimi su tutto il territorio della Repubblica e la liberazione dall'occupazione militare delle mafie: perché di questo si tratta e non di altra cosa.

    In essa, il governo è collaborazionista col nemico. E buona parte della classe politica, o per azione o per inazione, gli tiene mano.

    Non c'interessano le loro opinioni su ogni altra cosa, finché questa situazione dura. Siamo in un'emergenza non inferiore a quella del dopoguerra, paghiamo prezzi altissimi e più alti ancora ne pagheremo (basti pensare al ruolo dell'Italia nella comunità delle nazioni, a quell'essere ributtati nel ruolo dell'Italian Fascist ridicolo e feroce).

    Davvero quel che chiamate politica è politica? Che problemi concreti si stanno risolvendo, o perlomeno affrontando, uno solo? Ci sono altre forme di politica reale, qui e ora, che non siano in un modo o nell'altro riconducibili a una ribellione?

    C'è una guerra civile a bassa intensità, dei ricchi contro i poveri e dei poveri fra di loro. Assume nomi e colori differenti, fra nord e sud, fra "italiani" e "stranieri", ma è sempre sostanzialmente la stessa. Nasce dall'abbandono della politica (sostituita da simil-politiche fittizie e da "partiti" e "istituzioni" d'accatto) e finirà con il ritorno della politica, cioè di noi stessi.

    Accadono alcune cose politiche (lo sciopero del primo marzo è una, l'antimafia sociale è un'altra) e cresce l'intuizione fra i giovani che bisogna organizzarsi, fare qualcosa. Ma non abbastanza in fretta. Razzisti, leghisti, mafiosi, piduisti, ladroni d'ogni risma e vecchi puttanieri lavorano alacremente a divorare la Repubblica, a distruggerne l'anima, a renderci come loro. Non consideriamolo normale. Organizziamoci di conseguenza.       

lunedì 18 gennaio 2010

Tre problemi circa la tristissima vicenda di Rosarno

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

La lezione di Rosarno

di Massimo Aquilante
Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Sono almeno tre i problemi che la tristissima vicenda di Rosarno ha reso evidenti e che la classe politica, la società civile e quindi anche le diverse comunità cristiane dovrebbero riconosce come vere e proprie emergenze.

    La prima è che in Italia il razzismo esiste ed ha la forma brutale e violenta di tutte le discriminazioni basate sul colore delle pelle, l'appartenenza etnica o l'identità religiosa. E, come un'onda che sale, idee, espressioni e linguaggi razzisti coprono le curve degli stadi, si infiltrano sulle pagine dei giornali, armano la mano di killer che vogliono la prova di forza per riaffermare il loro potere.

    Il dovere evangelico della verità ci impone di riconoscere questa verità, che non ha senso minimizzare o relativizzare, consolandoci perché Rosarno non è come l'Alabama degli anni '50 o perché i cori contro Balottelli sono ben altra cosa dalle violenze della polizia sudafricana degli anni dell'apartheid. Il razzismo ha molte forme ma non è valutabile quantitavamente: quando si sfruttano gli immigrati per ottenere i finanziamenti europei per l'agricoltura, quando si tollerano ghetti inumani perché garantiscono manodopera a basso costo o quando si spara agli immigrati perché così imparano "a stare al loro posto", non si è "poco" o "tanto" razzisti a seconda del grado di violenza fisica o verbale dei propri gesti. Si è razzisti e basta.

    Né basta ricordare l'ovvietà che a fronte di pochi razzisti, l'assoluta maggioranza degli italiani è composta da persone per bene e civili: persino nelle società organicamente razziste, vi erano e vi sono persone che hanno idee e sensibilità di segno opposto ma queste presenze non annullano né neutralizzano la pericolosità di chi discrimina e colpisce nel nome della supremazia di un colore, di una cultura o di una religione.

    La seconda verità che emerge da Rosarno è che interi settori della nostra economia ormai dipendono dalla manodopera degli immigrati. Quest'anno le arance della piana di Gioia Tauro resteranno sugli alberi e se, oggi o domani, gli immigrati presenti in Italia dovessero scioperare milioni di noi resterebbero a casa a badare a nonni, genitori e figli, o troverebbero i propri uffici sporchi ed inaccessibili; interi distretti industriali si fermerebbero, milioni di capi di bestiame resterebbero inaccuditi. Insomma sarebbe la paralisi di un paese nel quale gli immigrati costituiscono oltre il 10% della "manodopera" complessiva.

    Il dovere evangelico della giustizia ci impone di riconoscere questo dato di realtà e di ricavarne le necessarie conseguenze. Ciò che noi chiamiamo manodopera sono uomini e donne in carne ed ossa, lavoratori certo, ma anche persone con la loro umanità, le loro speranze, i loro sogni, i loro affetti. E come tutte le persone sono titolari di diritti umani fondamentali: la libertà, l'accesso allo studio, alle cure, la possibilità di cambiare lavoro o residenza. Persone che vivono nella nostra società e fanno oggettivamente parte della nostra comunità. Eppure nella comprensione comune di molti, troppi italiani sono semplicemente degli "extra", che vengono da fuori e minacciano l'uniformità di ciò che intendiamo come "nostro": tradizione, cultura e religione.

    Per contrastare quest'idea settaria e ossessiva dell'identità nazionale, occorre un nuovo patto di cittadinanza, che riconosca anche agli immigrati diritti fondamentali e li vincoli ai doveri costituzionali. Un patto che per noi protestanti si incrocia con il patto che Dio ha stabilito con l'umanità, e che ci rende tutti uguali, liberi e responsabili.

    Il terzo elemento di riflessione è che Rosarno non è un'isola lontana ed anomala ma rappresenta un tragico modello di gestione della presenza di lavoratori stranieri: l'immigrazione senza integrazione. Francia e Regno Unito, così come altri paesi europei, hanno vissuto prima dell'Italia questi problemi, lasciando che all'interno o nelle periferie delle grandi città nascessero ghetti disperati in cui si concentravano sfruttamento, povertà, violenze. Era l'altra città, distante ed opposta da quella ben frequentata, opulenta e ricca di opportunità.

    L'Italia, arrivata dopo altri paesi a registrare alti tassi di immigrazione, farebbe ancora in tempo ad evitare errori e problemi riscontrati altrove. Per farlo, più che alle ronde o ai respingimenti, dovrebbe pensare all'integrazione, al presente ed al futuro degli oltre quattro milioni di immigrati regolarmente presenti in Italia. Dovrebbe pensare al sostegno per i bambini stranieri o figli di stranieri che arrivano nelle nostre scuole, a tutelare e garantire chi vive e lavora onestamente, a proteggere la speranza di chi è in Italia per migliorare la propria condizione di vita e quella della propria famiglia.

    Vecchi e nuovi provvedimenti in materia di immigrazione vanno in ben altra direzione: non rafforzano i progetti migratori ma li rendono fragili e precari; impediscono la regolarizzazione ed allargano le schiere dei clandestini; sottraggono diritti e quindi indeboliscono i doveri.

    Questo abbiamo detto a questo ed a altri governi, questo intendiamo ripetere nel corso di alcuni incontri che chiederemo ai politici di diverso orientamento.

    Lo facciamo consapevoli dei nostri limiti ma anche forti dell'esperienza che stiamo vivendo in decine di comunità evangeliche insieme a un crescente numero di fratelli e sorelle immigrati che frequentano le nostre chiese. L'immigrazione ovviamente comporta dolori e problemi, ma in sé non è né un dolore né un problema: al contrario può determinare un'opportunità nuova, aprire nuove relazioni che arricchiscono e rafforzano, così come può spianare strade di convivenza e dialogo ancora inesplorate ed ignote.

    Questo diremo nelle prossime settimane ai politici che accetteranno di incontrarci, e lo diremo da cristiani protestanti che predicano e testimoniano la speranza nel Regno che viene. Quella speranza cristiana che per noi non significa sollevarci dal mondo e guardare verso l'alto; ma che al contrario, con i piedi ben saldi per terra, ci impegna a volgere il nostro sguardo verso l'altro che ci viene incontro e si fa nostro prossimo. (NEV)  

Nei Ghetti d'Italia questo non è un Uomo

Rosarno, una poesia

Nei Ghetti d’Italia questo non è un Uomo
di Adriano Sofri

Nei Ghetti d’Italia questo non è un Uomo
Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d´asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d´amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
"Ha sbagliato!",
Certo che ha sbagliato,
L´Uomo Nero
Della miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l´elemosina di un´attenuante
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all´ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra – "A quel paese!"
Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,
Né bontà, roba da Caritas, né
Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.

IL TEATRO LEGGE SOFRI - Lella Costa, Gigi Proietti, Moni Ovadia, Neri Marcoré, Ascanio Celestini, Dario Fo, Piera Degli Esposti e Paola Cortellesi interpretano Nei ghetti d'Italia, questo non è un uomo - Ascolta:  http://tv.repubblica.it/copertina/rosarno-il-teatro-legge-la-poesia-di-sofri/41166?video         




Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Rosarno: "Violazione dei diritti fondamentali dell'uomo"

<<L'opinione pubblica internazionale è stata profondamente turbata dai gravi episodi di violenza accaduti a Rosarno. Dei gruppi che non possono non essere definiti criminali, hanno sparato a uomini e donne, tutti immigrati, ferendone una trentina e costringendo al trasferimento di circa un migliaio di persone che da anni si recano in Calabria per lavorare>>. E' quanto dichiara Rosario Crocetta eurodeputato del Partito Democratico commentando i gravi episodi di violenza contro gli immigrati verificatisi in questi ultimi giorni a Rosarno (Calabria).
    <<Ho presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere al Parlamento Europeo di intervenire - continua Crocetta - per verificare se siano state adoperate misure adeguate in difesa degli immigrati aggrediti e misure di contrasto nei confronti dei criminali aggressori, considerando che, nel caso di Rosarno, si é assistito a una delle piú colossali azioni di violazione dei diritti fondamentali dell'uomo. Chiederò inoltre  di verificare che le condizioni attuali degli immigrati trasferiti da Rosarno, siano rispettose della loro dignità umana, di uomini e di lavoratori. L'ultima settimana di gennaio - conclude l'eurodeputato - mi recherò a Rosarno con una delegazione di deputati europei, per verificare personalmente la situazione e parlare con le autorità locali>>.    

MUSULMANI IN EUROPA - COSÌ ESTRANEI DA NON POTERE ESSERE EUROPEI?


Ipse dixit Rimpianti 
"È difficile che io venga preso da un rimpianto, più facile che venga preso da quella che si chiama autocritica."
- Bettino Craxi 

       
VISTI DAGLI ALTRI

A cura di Internazionale - Prima Pagina

Un paese unito dal razzismo
Lo scrittore calabrese Antonello Mangano ha dato un'ottima descrizione delle condizioni di vita dei braccianti stranieri nel libro Gli africani salveranno Rosarno. E probabilmente l'Italia. Mangano l'ha scritto dopo la rivolta degli immigrati del dicembre del 2008, che protestavano contro le ennesime violenze subite dagli uomini della 'ndrangheta. Due ivoriani erano rimasti feriti gravemente e i loro amici africani avevano denunciato l'attacco alle autorità. Cos'è successo da allora a questi uomini coraggiosi? Ancora abusi e ancora attacchi da parte dei clan e dei cittadini. Finché il 10 gennaio molti di loro non sono stati allontanati da Rosarno.   


The Guardian, Gran Bretagna
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2010/jan/10/italy-human-rights/print
La pista mafiosa

Rosarno ritorna lentamente alla vita. I piccoli bus che trasportano i lavoratori agricoli hanno ripreso servizio per portare gli immigrati (non africani) nei campi. Nei bar, invece, non si parla d'altro che della retata del 12 gennaio contro un clan locale della 'ndrangheta. Sono stati arrestati i membri di una delle famiglie mafiose che controlla la città, insieme a due abitanti di Rosarno che hanno partecipato alla caccia all'uomo del 7 e 8 gennaio.

Le Monde, Francia

http://www.lemonde.fr/europe/article/2010/01/13/emeutes-racistes-en-calabre-une-piste-mafieuse-a-l-etude_1291087_3214.html

Un'immagine contraddittoria Con la rivolta degli immigrati a Rosarno, l'Italia ha dato un'immagine di sé sconosciuta al resto del mondo. Le auto ribaltate, le vetrine distrutte e gli scontri hanno messo in evidenza le contraddizioni nella percezione che gli italiani hanno del loro paese. Dal punto di vista demografico l'Italia è un paese in rapido cambiamento. Secondo la Caritas, nel 2009 la percentuale di stranieri non residenti (7,2 per cento) era più alta che in Gran Bretagna. Il paese sta diventando sempre più dipendente dagli immigrati e dalla loro manodopera. Ma è molto lontano dall'idea di melting pot.

Time, Stati Uniti
http://www.time.com/time/world/article/0,8599,1953064,00.html  


Riceviamo e volentieri pubblichiamo
 
MUSULMANI IN EUROPA
COSÌ ESTRANEI DA NON POTERE ESSERE EUROPEI?

L’analisi di INTERSOS in merito al dibattito su integrazione, cittadinanza e islam

"I musulmani sono in Europa. Lo sono da secoli, o da immigrazioni più recenti, o da conversioni crescenti di autoctoni. Sono europei esattamente al pari dei cristiani o degli agnostici, con gli stessi diritti e doveri, le stesse libertà e le stesse restrizioni. Sono a casa loro. Occorre farsene una ragione una volta per tutte e sforzarsi di capire come riuscire a rafforzare il loro senso di appartenenza alla comune casa europea". E’ la risposta di Nino Sergi, presidente di INTERSOS, al dibattito sviluppatosi nei giorni scorsi a partire dall’editoriale del prof. Giovanni Sartori sul Corriere del Sera. Nell’ampio documento "Musulmani in Europa. Così estranei da non potere essere europei?" INTERSOS analizza il fenomeno della presenza musulmana in Europa e in Italia per ribadire che e necessaria, su un tema come questo, una riflessione molto attenta perché "come si costruiscono giorno dopo giorno il pluralismo, l'interculturalismo e la convivenza, si costruisce ugualmente anche l'intolleranza".

    E’ importante partire dai dati: oggi i musulmani in Italia circa un milione, l’1,7% della popolazione, in Europa circa 35 milioni, il 5%, mentre nel mondo sono oltre un miliardo e mezzo, quasi il 25%. Davanti a queste cifre e facile ricorrere a facili stereotipi che associano religione, clandestinita e terrorismo e che invocano la non integrabilita di questa tipologia di ‘diverso’. Tuttavia, queste posizioni non reggono ad una più attenta analisi e, soprattutto, risultano un po’ tardive rispetto all’ampio dibattito che si e sviluppato in vari paesi dell’Europa occidentale in questi ultimi decenni.

    Ridurre l’Islam ad una religione teologicamente irrazionale e tendenzialmente fondamentalista, oltre ad essere un’offesa alle centinaia di milioni di fedeli che vivono la propria fede con convinzione, grande senso dell’umano e senza alcun fanatismo, non tiene in considerazione la pluralità interna al mondo musulmano e le influenze esterne che ne mutano il vissuto nelle coscienze individuali e collettive. "Se qualcuno o qualche gruppo vive l’Islam in modo deviato, strumentale ad altri fini, fino a creare morte, il problema non è l’Islam ma le persone che lo in questo modo. Anche il Cristianesimo ha passato secoli di oscurantismo e di fanatismo, perfino il Ku Klux Clan ha incendiato e ucciso afro-americani all’insegna della croce cristiana, ma nessuno potrebbe affermare che è la fede cristiana ad avere guidato fanatismi e nefandezze, ben sapendo che sono persone, gruppi, poteri ad aver abusato del messaggio evangelico, tradendolo".

    INTERSOS insiste molto sulla dimensione europea dell’Islam, che "richiede all’Europa una propria visibilita e un proprio spazio, richiede cioe un ampliamento della pluralita esistente, mentre l’Europa non sa bene come rispondere, anche perché, da un lato la coscienza di sé, della propria identita, dei propri valori unificanti, delle proprie radici e del proprio destino non e cosi solida, chiara e condivisa". Se si vuole riuscire a convivere tra musulmani e non musulmani nell’Europa di domani, "come e indispensabile, a meno di tradire tutti i valori che rappresentano l’anima europea, occorre stabilire canali di ascolto e di dialogo, in un confronto franco e rigoroso ma da sviluppare con reciproci riconoscimento e attenzione e reciproca disponibilità all’ascolto e alla comprensione". INTERSOS e convinta che se nell’immediato la chiusura/rifiuto può dare un’effimera impressione di compattezza e forza, le conseguenze sul tessuto europeo, nel lungo periodo, sarebbero disgreganti.

    Il documento ribadisce che occorre avere la capacità di distinguere e tenere separati, senza mai confonderli, fede islamica, la fede di miliardi di musulmani nel mondo e nella nostra Europa, e terrorismo di matrice islamica. "Il terrorismo islamico va combattuto come ogni terrorismo, sia esso locale o globale. Anche il fanatismo va contenuto e combattuto, come ogni fanatismo che inquini il pluralismo e la convivenza". Secondo INTERSOS molti dei problemi che alcuni fanno ricadere scorrettamente e strumentalmente sull’Islam riguardano i più ampi temi della gestione dell’immigrazione, dalla regolamentazione dei flussi all’integrazione, e della sicurezza. Su di essi il documento si sofferma, analizzandoli e individuando possibili e utili indicazioni politiche. Il tema della sicurezza e collegato a quello della "paura della gente". Anche su questo punto il documento e chiaro: "Cavalcare il ‘dobbiamo ascoltare la gente e i suoi timori e decidere conseguentemente’ e giusto solo se basato sul severo rispetto di questi principi, riconoscimenti e garanzie, senza mai trasformarsi in una dittatura che decide, a seconda dei casi, sull’universalità o meno di essi".

    L’integrazione e oggi, nell’analisi di INTERSOS, la questione centrale e non più rinviabile, che deve essere affrontata a livello nazionale ma soprattutto a livello dei territori. Inoltre, "affrontare seriamente la questione migratoria e la presenza dell’Islam in Italia e anche l’occasione per ripensare le nostre societa sempre più complesse, plurali e globali, i principi e valori che ci possono unire e la loro traduzione quotidiana nelle scelte politiche e nella promozione della coesione sociale". In fondo, "l’Islam ci interpella, ma la nostra risposta finora e stata evasiva, talvolta con reazioni sconsiderate e arroganti, segno non di forza, ma di debolezza". La risposta non puo comunque essere solo italiana o localistica: essa va cercata a livello europeo.

    Il documento di INTERSOS si chiude con una ‘breve appendice’ sulla lotta al terrorismo di matrice islamica che non può dare grandi risultati "con la guerra e le occupazioni militari di territori altrui e con conseguenze disastrose sulle popolazioni civili. Queste – come si sta verificando – rappresentano in realta un terreno fertile per l’allargamento del fanatismo terroristico e una distrazione di risorse e di attenzione" rispetto ad altri interventi probabilmente più efficaci.

L’analisi e le proposte di INTERSOS si inseriscono nell’ambito degli approfondimenti tematici di "LINK 2007-Cooperazione in Rete". Per informazioni: Paola Amicucci, comunicazione@intersos.org, 06.85374332 – 328.0003609