lunedì 25 gennaio 2010

Non consideriamolo normale

Ipse dixit

Torti e ragioni - "È meglio avere vagamente ragione che esattamente torto." - Carveth Read

Bolle - "Gli speculatori possono essere innocui se sono delle bolle sopra un flusso regolare di intraprese economiche; ma la situazione è seria se le imprese diventano una bolla sospesa sopra un vortice di speculazioni. Quando l'accumulazione di capitale di un paese diventa il sottoprodotto delle attività di un Casinò, è probabile che le cose vadano male." - John Maynard Keynes

Io  - "Io non mi sento né uomo di Parlamento né uomo di governo né, ancora meno, uomo di Stato, ma un militante della classe operaia; con una sola speranza: che il giorno in cui morirò gli operai possano dire: è morto uno dei nostri, uno che si sentiva come noi, che lottava con noi, che non ci ha mai abbandonato." - Pietro Nenni 

       
VISTI DAGLI ALTRI
A cura di Internazionale - Prima Pagina
Il Senato approva il processo breve La legge sul processo breve, utile al premier Silvio Berlusconi per sfuggire ai processi che lo vedono coinvolto, è stata approvata dal senato e ora passerà alla camera dei deputati, anch'essa controllata dal centrodestra. Il senato ha approvato la legge con 163 voti a favore, 130 contrari e due astensioni tra le proteste dell'opposizione e gli applausi della maggioranza.


Clarín, Argentina
http://www.clarin.com/diario/2010/01/21/elmundo/i-02124061.htm
Gli italiani divisi su Craxi
Il mondo della politica italiana ha celebrato ieri l'ex leader del Partito socialista, Bettino Craxi, a dieci anni dalla morte in esilio. Si tratta di una svolta notevole perché Craxi è stato condannato ed è considerato il principale responsabile della corruzione della politica italiana di quegli anni. Ma ora, per la gioia di alcuni - tra cui Silvio Berlusconi - e per lo sconforto di altri, il processo di riabilitazione di Craxi sembra andare avanti spedito. 


The Independent, Gran Bretagna
http://www.independent.co.uk/news/world/europe/ten-years-on-italy-still-split-over-craxi-1873172.html 
Il controllo delle tv via web
Google ha espresso preoccupazione per il piano del governo italiano per regolamentare le tv via internet. Teme infatti che siano poste limitazioni all'accesso a siti come YouTube e che siano conferiti maggiori poteri ai provider di servizi internet. Il decreto è stato approvato dal governo il 17 dicembre 2009 e sarà convertito in legge il 27 gennaio, a meno che i partiti d'opposizione non facciano ricorso contro il provvedimento al consiglio di stato.

La Vanguardia, Spagna
http://www.lavanguardia.es/premium/edicionimpresa/20100119/53873502808.html    

La Catena di san Libero 

Non consideriamolo normale

di Riccardo Orioles - www.ucuntu.org
La pulizia etnica di Rosarno, cioè l'allontanamento forzato, con la minaccia delle armi e per opera della 'ndrangheta, di tutti gli individui di pelle scura da un dato territorio della Repubblica Italiana, è stata una notizia per due giorni. Al terzo giorno dei fatti di Rosarno si parlava:

    - al quinto posto, nella gerarchia degli argomenti, su www.repubblica.it;
    - al sesto posto sul www.corriere.it;
    - in modo analogo su tutti gli altri siti giornalistici "ufficiali".
    Una settimana dopo le prime fucilate e sprangate contro i neri, cioè, gli italiani erano già ridiventati "brava gente" e, la situazione era, come si dice, tornata "sotto controllo". A Rosarno c'è stata addirittura una manifestazione ufficiale, gestita dalla 'ndrangheta, per dire che i rosarnesi non sono razzisti. Uno striscione contro la mafia, portato dalle ragazze del liceo, è stato fatto chiudere dagli organizzatori.

    Nessuno degli organizzatori o partecipanti alla manifestazione eversiva, per quanto ci risulta, è stato arrestato. Né lo è stato alcuno degli organizzatori e esecutori del pogrom, che è stato una vera e propria ribellione, penalmente perseguibile, contro i poteri dello Stato. Nei primi anni Settanta, sempre in Calabria, la molle prima Repubblica mandò poliziotti e soldati a stroncare, volente o nolente, il "boia chi molla". Ma erano altri tempi e c'era ancora uno Stato.

    Tutto ciò è vergognosissimo per i funzionari di polizia, per gli ufficiali dei carabinieri e per tutti coloro che, avendo giurato fedeltà allo Stato, in effetti l'hanno tradito lasciando che il potere statale venisse violentemente usurpato, in quei giorni e in quei luoghi, dai boss mafiosi.

    A loro parziale discolpa sta il fatto che gli ordini erano quelli: il governo non era interessato a esercitare la sua potestà, delegandola di fatto - per clientelismo politico e solidarietà ideologica - ai mafiosi. Un piccolo otto settembre, con tutto il suo corredo di piccole vigliaccherie, di prepotenze senza sanzione, di "tutti a casa". Ma anche di isolati atti di coraggio: gli abitanti di Riace hanno invitato i perseguitati a rifugiarsi nel loro comune, salvando col loro gesto la malridotta dignità calabrese.

    Anche su Rosarno, come su tutto il resto, il popolo italiano ha iniziato il rassicurante dibattito di rimozione. Calabresi e siciliani hanno dimenticato gli orrori da loro portati in altri paesi (altro che qualche disordine dei neri di Rosarno): decine di migliaia di ragazzi assassinati in tutto il mondo dalla loro eroina; la mafia sanguinosamente introdotta in paesi, come l'Australia o il Canadà, che mai ne avevano sentito parlare; eppure né gli australiani né i canadesi - popoli civili - hanno cacciato siciliani e calabresi. Su questo dovremmo meditare profondamente, e provare anche vergogna.

    E' difficile in questo momento gravissimo proporsi altri obbiettivi che non siano il ripristino dei poteri legittimi su tutto il territorio della Repubblica e la liberazione dall'occupazione militare delle mafie: perché di questo si tratta e non di altra cosa.

    In essa, il governo è collaborazionista col nemico. E buona parte della classe politica, o per azione o per inazione, gli tiene mano.

    Non c'interessano le loro opinioni su ogni altra cosa, finché questa situazione dura. Siamo in un'emergenza non inferiore a quella del dopoguerra, paghiamo prezzi altissimi e più alti ancora ne pagheremo (basti pensare al ruolo dell'Italia nella comunità delle nazioni, a quell'essere ributtati nel ruolo dell'Italian Fascist ridicolo e feroce).

    Davvero quel che chiamate politica è politica? Che problemi concreti si stanno risolvendo, o perlomeno affrontando, uno solo? Ci sono altre forme di politica reale, qui e ora, che non siano in un modo o nell'altro riconducibili a una ribellione?

    C'è una guerra civile a bassa intensità, dei ricchi contro i poveri e dei poveri fra di loro. Assume nomi e colori differenti, fra nord e sud, fra "italiani" e "stranieri", ma è sempre sostanzialmente la stessa. Nasce dall'abbandono della politica (sostituita da simil-politiche fittizie e da "partiti" e "istituzioni" d'accatto) e finirà con il ritorno della politica, cioè di noi stessi.

    Accadono alcune cose politiche (lo sciopero del primo marzo è una, l'antimafia sociale è un'altra) e cresce l'intuizione fra i giovani che bisogna organizzarsi, fare qualcosa. Ma non abbastanza in fretta. Razzisti, leghisti, mafiosi, piduisti, ladroni d'ogni risma e vecchi puttanieri lavorano alacremente a divorare la Repubblica, a distruggerne l'anima, a renderci come loro. Non consideriamolo normale. Organizziamoci di conseguenza.