venerdì 30 ottobre 2009

La morte di Stefano Cucchi

MORTE IN CARCERE
"IL GOVERNO APRA UN'INDAGINE"

"La morte di Stefano Cucchi, il 31enne arrestato a Roma per possesso di droga e morto dopo sei giorni di detenzione, ricorda in qualche modo la drammatica vicenda di Federico Aldovrandi, il ragazzo morto nel 2005 a Ferrara dopo una colluttazione con dei poliziotti che lo stavano arrestando. I motivi che hanno portato alla morte del giovane romano devono essere chiariti nel più breve tempo possibile, facendo luce sui troppi punti oscuri della vicenda". Lo dichiarano i senatori Roberto Della Seta (Pd) e Donatella Poretti (Pd-radicali), preannunciando un’interrogazione urgente al ministri Alfano e La Russa.

    "Una persona viene arrestata - proseguono i due senatori del Pd - condotta in carcere e dopo sei giorni in cui viene negato ai familiari il permesso di visitarlo muore per un arresto cardiaco nel reparto carcerario dell’ospedale Pertini, ma dopo aver subito quello che appare quasi certamente come un pestaggio: i familiari riferiscono di aver visto il volto del loro congiunto tumefatto, con la mandibola storta ed un occhio fuori dall’orbita oculare. Se quanto asserito dai familiari di Cucchi – continuano gli esponenti del Pd - corrisponde al vero si tratterebbe inequivocabilmente di percosse fisiche subìte quando il soggetto era trattenuto dall’autorità giudiziaria. Per la giustizia di un paese che non deve conoscere pratiche da regimi dittatoriali, e per rispetto nei confronti dei famigliari della vittima, è indispensabile chiarire rapidamente chi e quando ha inflitto le percosse al giovane, se è stata prestata tutta l’assistenza medica necessaria e se non vi siano state omissioni, o peggio, coperture nei riguardi di chi ha causato le lesioni, e forse la morte, del giovane Cucchi.Chiediamo ai ministri Alfano e La Russa - concludono Della Seta e Poretti - se non ritengano necessario avviare un’approfondita indagine su questa tragica vicenda, e di procedere con la massima severità nei confronti di chi, all’interno della pubblica amministrazione, si sia reso corresponsabile della morte di un ragazzo di 31 anni".   

Il nuovo governo Merkel

Ipse dixit

Lingua straniera  - "Appena si comincia a parlare una lingua straniera, cambiano le espressioni del viso, delle mani, il linguaggio del corpo. Si è già qualcun altro."

Isabelle Adjani

       
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A cura di Internazionale - Prima Pagina

Il nuovo leader della sinistra italiana
Il 25 ottobre Pierluigi Bersani, 58 anni, è stato dichiarato nuovo segretario generale del Partito democratico (Pd) senza attendere i risultati definitivi delle primarie. Bersani avrebbe ottenuto il 52 per cento dei voti dei più di 2,5 milioni di simpatizzanti del partito. Il voto di domenica conferma quello degli iscritti al Pd che due settimane fa si erano già espressi a favore dell'ex ministro dell'industria dell'ultimo governo Prodi. Nato il 29 settembre 1951, nella "rossa" Emilia-Romagna, Bersani, laureato in filosofia e cattolico, è entrato in politica con il Partito comunista, prima di fare parte dei Democratici di sinistra e dell'Ulivo.

Le Monde, Francia
http://www.lemonde.fr/europe/article/2009/10/26/pierluigi-bersani-nouveau-chef-de-la-gauche-italienne_1258646_3214.html#ens_id=1191686


Confermata la sentenza sul Caso Mills
Sferrando un ulteriore colpo a Silvio Berlusconi, la corte di appello di Milano ieri ha confermato la sentenza contro David Mills, l'avvocato britannico condannato in primo grado per aver accettato una tangente di 600mila dollari per testimoniare il falso a favore del presidente del

consiglio italiano. La decisione dei giudici milanesi chiama in causa ancora una volta Berlusconi, che sarà giudicato in un processo a parte (che dovrà partire da zero, con nuovi giudici) sullo stesso caso.

The New York Times, Stati Uniti
http://www.nytimes.com/2009/10/28/world/europe/28italy.html?_r=1


Ricomincia presto il processo Mediaset
Il processo contro Silvio Berlusconi per frode fiscale e falso in bilancio in relazione ai diritti tv di Mediaset ricomincerà il 16 novembre. Il magnate dei media italiano sarà quindi coinvolto in una battaglia legale mentre è impegnato nel tirare fuori l'Italia dalla recessione economica. È il primo processo contro Berlusconi a ricominciare dopo la sentenza della corte costituzionale che ha bocciato il lodo Alfano.

The Wall Street Journal, Stati Uniti
http://online.wsj.com/article/SB125656221822908063.html


Germania

Il nuovo governo Merkel dichiara guerra alle tasse
L’esecutivo giallo-nero ha giurato al Bundestag. L’accordo di programma tra Cdu e liberali prevede il taglio di 21 miliardi con una riforma delle tasse di successione e della fiscalità aziendale e un taglio di 24 miliardi di euro sui redditi nel 2011

di Scalo internazionale 

Il nuovo governo di Angela Merkel, che si è insediato al Bundestag il 27 ottobre, punta tutte le sue carte sulla riduzione delle tasse. Di fronte ai detrattori, che temono un’esplosione del debito, la cancelliera ha difeso a spada tratta il piano: "Abbiamo scelto di focalizzarci su una piena crescita. Non ci sono garanzie che tutto ciò funzioni, ma per noi questa mossa rappresenta un'opportunità".

    Merkel ha concordato con gli alleati Liberali della Fdp il taglio di 21 miliardi di euro di tasse attraverso una riforma delle tasse di successione e sulla fiscalità aziendale e un taglio di 24 miliardi di euro sui redditi nel 2011. Previsti anche una "riforma" (voluta dai liberali, che spingono per le la privatizzazione) del sistema sanitario e aumento degli assegni familiari per ogni figlio.

    Il nuovo ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha però detto che non potrà garantire i tagli, se le finanze pubbliche continueranno ad essere in pessime condizioni.

    Il leader della Fdp Guido Westerwelle assumerà l'incarico di vicecancelliere e la guida degli Esteri, e ha annunciato di voler far rimuovere dal territorio tedesco tutte le testate nucleari ancora presenti.

    Gli altri ministri Fdp sono: Rainer Bruedele all'Economia, Philipp Roesler alla Sanità, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger alla Giustizia e Dirk Niebel allo Sviluppo. Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu) va alla Difesa al posto di Franz Josef Jung (Cdu), che va al Lavoro. Il nuovo ministro dell’Interno, al posto di Schaeuble, è Thomas de Maiziere (Cdu)

    Con il taglio delle tasse, secondo un’ipotesi dell’associazione dei contribuenti pubblicata dal sito della Die Welt, una famiglia con due figli, in cui lavorano tutti e due i genitori, si troverà in tasca, ogni mese, fino a 206 euro in più. (rassegna.it)

       

giovedì 1 ottobre 2009

La mozione Marino in Europa

Riceviamo e volentieri segnaliamo 

Nei circoli del PD in Europa si profila per Marino un risultato ben al di sopra della media nazionale.

di Riccardo Spezia 
Coordinatore Comitato Italiani nel Mondo per Marino
Quando manca poco alla fine dei congressi di circolo, i dati complessivi ci dicono che i democratici in europa hanno fiducia in Ignazio Marino, con un risultato intorno al 21% che è una dato ben al di sopra della media nazionale.

    Marino ottiene degli ottimi risultati nelle grandi città (Parigi 77%, Madrid 44% Berlino 41%, Ginevra 36%, Francoforte 31%, Berna 25%, Bruxelles 19%).

    Ma va bene anche in tutta la Svizzera (14%), la Germania (15%) e il Lussemburgo (18%) secondo i primi dati pervenutici. Nella piccola Thun, il primo circolo dove si è votato in Svizzera, per esempio, Marino ha ottenuto un inaspettato 36%. Un risultato che ci ha subito fatto ben sperare e che si sta confermando essere stato di buon augurio.

    Nei prossimi giorni si voterà a Londra, Amsterdam, Monaco di Baviera, dove speriamo di consolidare e migliorare il risultato della mozione Marino in Europa.       

Clima - Cina e Usa iniziano a dialogare

Ipse dixit
Ricordo - "La sinistra italiana è un bellissimo ricordo."
Daniel Cohn-Bendit

       
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A cura di Internazionale - Prima Pagina

Istruttoria su Annozero È stata la prima volta in cui gli italiani hanno saputo che il presidente del consiglio ha presumibilmente passato la notte con una prostituta. Ma ora Annozero, il programma televisivo che ha osato parlare dello scandalo sessuale in cui è coinvolto Silvio Berlusconi, è sotto inchiesta. Un rappresentante del ministero dello sviluppo economico ha annunciato l'apertura di un'istruttoria sul programma per violazione del contratto di servizio Rai. Per il governo italiano il programma è troppo di parte e la televisione di stato rischia una multa di 90 milioni di euro.

The Times, Gran Bretagna
http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6851616.ece  

Da rassegna.it riceviamo e volentieri pubblichiamo
 
Clima - Cina e Usa iniziano a dialogare

Le aperture di Hu Jintao alla conferenza Onu sul clima sono state al di sotto delle aspettative. Ma è un passo avanti. Le parole del leader cinese alimentano le speranze che a Copenhagen si possa raggiungere un accordo significativo di Scalo internazionale

La Cina si impegna a ridurre "sensibilmente" le emissioni di CO2 entro il 2020, ma non mette nero su bianco le cifre e i dettagli di tale impegno. L'annuncio è arrivato dal presidente, Hu Jintao, nel suo intervento alla conferenza mondiale dell’Onu sul clima a New York. Hu Jintao ha affermato che sta portando avanti enormi sforzi per ridurre l'anidride carbonica rispetto ai livelli del 2005, per ogni unità di prodotto nazionale lordo, di un "margine notevole" entro il 2020. Pechino continuerà ad agire "con determinazione", ha assicurato, illustrando nuovi piani per l'estensione di programmi di risparmio energetico e ambiziosi obiettivi per la riduzione della "intensità" dell'inquinamento. Infine è previsto un aumento importante della superficie boschiva, di "tecnologie eco-sostenibili" e di un consumo pari al 15% sul totale da fonti rinnovabili sempre entro il 2020.

    Secondo un’analisi pubblicata oggi dal Guardian, il discorso di Hu si è mostrato "al di sotto delle aspettative". In molti si aspettavano, infatti, che la Cina avrebbe messo nero su bianco gli obiettivi sulla riduzione di emissioni. Cosa che non è avvenuta. "Gli osservatori sottolineano che la Cina non intende scoprire le carte prima del vertice sui cambiamenti climatici previsto a Copenaghen nel mese di dicembre". "Ma il discorso – nota sempre il Guardian – ha comunque alimentato le speranze che a Copenhagen si possa raggiungere un accordo significativo".

    Ban Ki-moon, il segretario generale delle Nazioni Unite, ha osservato che l’incontro di New York ha salvato i negoziati di Copenaghen da un sicuro disastro. "Stiamo finalmente assistendo al venir meno di alcuni dei veti che finora hanno impedito ai governi di andare avanti". John Sauven, direttore esecutivo di Greenpeace, ha dichiarato: "Questa è la prima volta che la Cina ha dichiarato pubblicamente l’intenzione di intensificare gli sforzi per ridurre le emissioni, ma senza fissare gli obiettivi dell'impresa o un piano d'azione dettagliato l'annuncio di oggi è troppo vago per essere la svolta importante in cui speravamo".

    "Un altro passo avanti importante potenzialmente è venuto dal primo ministro giapponese, Yukio Hatoyama, che ha promesso maggiori aiuti finanziari e tecnici ai i paesi poveri perché si adattino".

    "Degli oltre 100 leader del mondo che si sono riuniti per il summit, due contavano più di tutti: Barack Obama e il presidente della cina Hu Jintao". Lo scrive il New York Times in un editoriale dedicato alla conferenza Onu. Il quotidiano della Grande Mela ricorda che "nell’insieme i due paesi producono il 40% delle emissioni mondiali di gas. Insieme possono aprire la strada a una risposta globale efficace per eliminare questa minaccia globale. Oppure, insieme, possono mandare tutto all’aria regalmente".

    Il giornale torna sui dissapori tra Europa e Stati Uniti ma anche sulle divisioni tra paesi sviluppati e in via di sviluppo: "Se l’Europa e gli States – spiega il New York Times - non sono d’accordo sui tempi, queste divergenze impallidiscono davanti allo storico divario che separa i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo". Questi ultimi, infatti, non intendono pagare lo stesso prezzo dei primi, allo stesso tempo, però, il ritmo di crescita di nazioni come la Cina e l’India non consente più che esse restino ai margini del problema.

    E allora, prosegue l’editoriale, se i due presidenti di Stati Uniti e Cina, Obama e Hu, non sono riusciti a ricomporre questa distanza, ascoltano però più attentamente le esigenze dell’altro. "La Cina – prosegue l’articolo – non finge più di essere un paese arretrato e gli Stati Uniti riconoscono le proprie responsabilità nei confronti delle nazioni più povere e vulnerabili". Insomma la distanza resta considerevole ma entrambi i leader concordano sul fatto che è ora di andare avanti "sebbene occorra molto di più per produrre un’intesa credile, complessiva, che rappresenti il progresso".