mercoledì 4 aprile 2012

Strage di migranti, l'Italia è colpevole

Il Rapporto

a cura di www.rassegna.it

 

Un anno fa 63 persone in fuga dalla guerra libica non furono soccorse dalle autorità italiane e morirono dopo il naufragio. Il Consiglio d'Europa punta l'indice contro Italia e Nato: "Queste persone non dovevano morire"

 

La responsabilità della morte di 63 persone che fuggivano via mare, in una imbarcazione che di persone ne portava 72, dalla guerra libica durante un viaggio di 15 giorni nel marzo 2011 è "delle autorità italiane, responsabili delle operazioni di ricerca e di soccorso in mare, della Nato, i Paesi le cui navi sono state segnalate nella zona in questione, delle autorità libiche e dei commercianti senza scrupoli". È quanto emerge dal rapporto di Tineke Strik, relatore dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (Apce) sul tema "Vite perdute nel Mediterraneo: chi ne è responsabile?", presentato a Bruxelles. La tragedia colpì un barcone partito da Tripoli il 26 marzo 2011, poco dopo l'avvio dei raid della Nato. Secondo il rapporto, hanno portato alla morte di queste persone l'assenza di risposte alle richieste di aiuto e l'assenza di "responsabilità" per la ricerca e il salvataggio.

    E' stata, insomma, una "catena di errori". Ma l'accusa del Consiglio d'Europa sottolinea il fatto che l'Italia è il primo Stato ad aver ricevuto la richiesta di aiuto ed è quindi considerata responsabile di non aver assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso.

    Il rapporto critica la "Nato e i paesi coinvolti militarmente in Libia per non essersi preparati in modo adeguato all'esodo di profughi e rifugiati". "Queste persone non dovevano morire - afferma -. Se i diversi attori fossero intervenuti o fossero intervenuti in modo corretto, si sarebbe potuto metterli in salvo in molte occasioni".

     "Il j'accuse del Consiglio d'Europa conferma quanto avevamo gridato ai quattro venti durante la cosiddetta emergenza Nord Africa cioè che il Governo Berlusconi, con la sua politica dei respingimenti in mare, si è macchiato di orrende violazioni dei diritti umani." Lo sostiene Jean René Bilongo, dell'Ufficio Immigrazione Cgil nazionale. "Gli autori – continua Bilongo - dovrebbero quantomeno fare atto di contrizione per le loro sciagurate scelte. Questo ennesimo intervento comunitario c'impone di riconsiderare l'approccio in materia d'immigrazione. Non possiamo continuare ad essere messi alla gogna dell'Europa e del mondo per l'insensatezza delle scelte politiche della destra".

    Irregolare il 90% degli ingressi.  Nel 2011 circa il 90% di tutti i richiedenti asilo nell'Unione Europea è entrato irregolarmente. Lo sottolinea il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) che ricorda, inoltre, come i migranti che cercano di raggiungere l'Europa siano generalmente soggetti a gravi violazioni dei diritti umani nel loro viaggio, in particolare nei paesi di transito e in alto mare. "Molti sono rifugiati che scappano da guerre, violenze e persecuzioni, che non hanno altra alternativa che tentare il pericoloso viaggio del mare per ottenere la protezione di cui hanno bisogno – si legge in una nota -. La possibilità di richiedere asilo nell'Unione Europea dipende dalla presenza fisica della persona nel territorio di uno Stato Membro. Ma le misure introdotte nell'ambito del regime dei visti e delle frontiere dell'Ue hanno reso praticamente impossibile per quasi tutti i richiedenti asilo e rifugiati raggiungere i territori dell'Ue in modo legale". Non solo, sono stati rafforzati i controlli alle frontiere esterne ma i sistemi di sorveglianza sono stati estesi anche ai territori dei paesi terzi così la stragrande maggioranza arriva irregolarmente.

    Non si ferma inoltre "la strage di migranti che cercano di arrivare in Italia". Secondo le stime di Fortress Europe, dal 1998 all'agosto 2011, 17.738 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l'Europa. Solo nel corso del 2011, circa 2 mila tra uomini, donne e bambini sono morti nello Stretto di Sicilia: il 5% di tutti coloro che hanno tentato di raggiungere l'Europa dalla Libia. "I migranti sono spesso intercettati e respinti in mare, senza avere la possibilità in molte occasioni di chiedere asilo nell'Ue, con il concreto rischio che i diritti umani dei rifugiati e il principio di non refoulement venga violato – aggiunge il Cir - La gravità di tale contesto ci riporta alla sentenza sul caso Hirsi della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che ha stabilito che, respingendo i migranti verso la Libia, l'Italia ha violato la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e in particolare il principio che vieta di rimpatriare i migranti nei paesi dove potrebbero subire persecuzioni o trattamenti inumani e degradanti".

Dalla Saar: Liberali KO - Socialdemocratici OK

Elezioni in un Land tedesco

 

Dalla Saar un nuovo schiaffo, non decisivo, alla Merkel

 

di Felice Besostri

 

[Milano, 26 marzo 2012] -  Nella Saar nel 2009, pur essendoci una chiara maggioranza rosso-rosso verde, a causa dei contrasti LINKE-Verdi uscì un'inedita maggioranza CDU, FDP e VERDI,  chiamata "Jamaica" dai colori di quella bandiera (nera, verde e gialla). Non è stata in grado di governare.

    Alle elezioni anticipate la Saar conferma la sconfitta della coalizione al potere a Berlino. La CDU (35,2%) guadagna in percentuale, +0,7%, ma perde voti in assoluto, -14.943, e resta con lo stesso numero di seggi, 19.

    Due sono i vincitori la SPD che con il 30,6% e 17 seggi guadagna il 6,2% , 15.919 voti  e 4 seggi, e i "Pirati", al loro esordio, che si collocano al 4° posto con il 7,4% , 35.646 voti e 4 seggi.

    SPD e Pirati sono gli unici due partiti che guadagnano voti in cifra assoluta, pur con un calo di 52.617 elettori pari al 6% e con un aumento delle schede nulle.

    Sconfitti la LINKE senza l'effetto trainante di Oskar Lafontaine e con l'immagine appannata dai dissensi interni, che perde 2 seggi, il 5,2% e 36.052 voti, e i Verdi, che con il 5% hanno rischiato di non entrare nel Landtag.

    Il dato più preoccupante per la Merkel è il tracollo dei liberali della FDP che con l'1,2% sono esclusi dall'assemblea legislativa perdendo l'8% e ben 43.193 voti e tutti i 5 seggi che detenevano.

    A livello federale la Merkel non ha più la maggioranza, ma l'opposizione non rappresenta ancora un'alternativa di governo, se la LINKE fosse decisiva. Nella Saar SPD e Linke hanno 26 seggi su 51, la maggioranza assoluta di un soffio. 

    I dati  parlano chiaro, ma le maggioranze numeriche non sono politiche, per di più sulla base delle esperienze di governi rosso-rossi, che non sono mai stati riconfermati dagli elettori dal Meclemburgo-Pomerania Anteriore nelle penultime elezioni e a Berlino di recente.

    I risultati di SPD e Linke non hanno una dinamica virtuosa in quanto non recuperano integralmente le perdite l'uno dell'altro, né arrestano la caduta di partecipazione alle elezioni.

    Il voto giovanile è attratto i primo luogo dai Pirati, che hanno caratteristiche pre-politiche e quini non sono partner probabili per una coalizione di governo a differenza dei  ben più collaudati Verdi.

La soluzione è nelle commissioni interne

Parliamo di socialismo

a cura della Fondazione Pietro Nenni

http://fondazionenenni.wordpress.com/

 

E' difficile immaginare che il licenziamento cioè l'interruzione del rapporto di lavoro sia deciso nella dialettica tra le parti, come l'assunzione?

 

di Giuseppe Tamburrano

 

Se la retorica della difesa dei lavoratori cedesse ad oneste considerazioni, la riforma dell'art.18 sarebbe stata portata nell'ambito del luogo del lavoro, all'autonomia delle parti sociali, ad un processo democratico di base.

    Rendendo concreta e comprensibile questa premessa ritengo che il processo del licenziamento debba svolgersi e risolversi stabilendo per legge che nei luoghi di lavoro debba essere eletto un organismo rappresentativo: commissione interna, comitato, uno dei tanti nomi usati dalla fine del fascismo e che non hanno mai avuto poteri reali a partire dai Consigli ipotizzati da Morandi nel 1944. Organismi elettivi con precisi poteri, le Commissioni interne erano nel programma del Governo Nenni-Moro ma la CISL si oppose fedele al principio ostile all'intervento della legge nei rapporti di lavoro. Bisogna tornare a quella impostazione.

    Ed ecco la proposta. I lavoratori eleggono i loro rappresentanti nella Commissione interna (o come si vuol chiamare) non con liste sindacali ma autonome (prevedendo un quorum per la presentazione delle candidature). Nell'ambito dell'organismo si forma un comitato con la rappresentanza dei lavoratori, degli impiegati e della direzione che esamina i ricorsi contro i licenziamenti ed emette una decisione la quale, se non è pacifica, può essere sottoposta ad un collegio arbitrale di persone appartenenti al mondo giuridico del lavoro (giudici, avvocati, professori, sindacalisti)

    La procedura rispetta l'autonomia delle relazioni industriali e sarebbe estremamente rapida.

    Le Commissioni interne avrebbero altri importanti compiti nella vita e nella gestione dell'azienda.

Ho un debito con le ceneri di Turati

RICORDANDO TURATI A OTTANT'ANNI

DALLA MORTE NELL'ESILIO PARIGINO

 

Ricorre l'80° anniversario della morte di Filippo Turati, avvenuta a Parigi il 29 marzo 1932, in casa di Bruno Buozzi. Le sue ceneri vennero traslate al Cimitero Monumentale di Milano il 10 ottobre del 1948, accompagnate da  un'imponente manifestazione nelle vie cittadine. La redazione Critica Sociale, rivista del socialismo italiano fondata nel 1891, ha reso omaggio al fondatore Turati con una cerimonia tenutasi il 29 marzo 2012. Erano presenti, tra gli altri, Carlo Tognoli, Ugo Finetti, Sergio Scalpelli, Giovanni Manzi, Walter Galbusera, Alessandro Colucci, Felice Besostri, Stefano Pillitteri, Stefano Carluccio. Rino Formica, non potendo presenziare alla cerimonia, ha inviato a Critica Sociale il testo che qui riportiamo.

 

di Rino Formica

 

Nel maggio del 1947 si tenne a Parigi  (Monterouche) il congresso della Federazione Giovanile Socialista di Francia che deliberò la costituzione dell'Internazionale Giovanile Socialista, di ispirazione trotskista. La delegazione italiana era composta da Solari, Mura, Ruffolo, Maitan, Formica.

    A conclusione del Congresso un corteo di giovani socialisti si recò al Cimitero di Pere Lachaise per deporre i fiori ai caduti della Comune di Parigi.

    Noi  giovani socialisti italiani non rendemmo omaggio a Turati e Treves che riposavano nello stesso cimitero, ma deponemmo fiori sulla tomba di Largo Caballero, il capo socialista della rivoluzione spagnola.

    Quella scelta indica il clima antiriformista che avvolgeva le nuove generazioni socialiste.

    Presto alcuni di noi ebbero modo di vergognarsi di quel gesto di ostilità a Turati e Treves.

 

La Federazione Socialista Italiana in Svizzera ha dedicato al busto di Filippo Turati e al ritratto "Carlo" Marx l'immagine della Tessera 2012.

    I due cimeli sono esposti al pubblico nel Ristorante Cooperativo di Zurigo, storica sede del Centro estero socialista. Il ritratto di Marx campeggia nel locale dal 1906. Il busto di Turati si è aggiunto negli anni Trenta, poco dopo la morte in esilio del padre del socialismo italiano.

    La Tessera 2012 della Federazione Socialista Italiana in Svizzera reca la seguente seguente dicitura: