Parliamo di socialismo
a cura della Fondazione Pietro Nenni
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La battaglia del "neofita" Nenni all' Avanti! contro due "ex" (Serrati e Mussolini) per difendere l'esistenza e la libertà del PSI
di Giuseppe Tamburrano
Il 1922 Nenni, redattore capo dell' Avanti! , è solo da un anno iscritto al PSI proveniente dalle file repubblicane. Nell'ottobre di quell'anno alcuni dirigenti socialisti guidati da Serrati, direttore del giornale (il PSI era reduce dalla scissione con i riformisti di Turati, Matteotti e Kulisciof) si recano a Mosca per trattare la fusione con il Pcd'I con la mediazione di Zinoviev.
La "fusione" è un vero e proprio assorbimento del PSI (l' Avanti! era destinato alla componente comunista e sarebbe stato diretto da Antonio Gramsci): più che una unificazione, una "liquidazione sottocosto del PSI", come la definisce Nenni che si pone alla testa del Comitato di difesa del partito e fa sull' Avanti! una intensa campagna contro la fusione.
Serrati, che è il direttore del giornale, tempesta da Mosca perchè Nenni si dimetta dall' Avanti! e cessi la campagna autonomista. Invia, tramite Fioritto, segretario del partito, un ukase : "Ti ordino di sottometterti al CC e al direttore dell' Avanti! ".
Nenni non se ne dà per inteso.
Viene convocato un congresso straordinario che si tiene a Milano nell'aprile del 1923. E al congresso di Milano la grande maggioranza è con Nenni contro la "fusione".
Mussolini mette fine al contrasto: fa arrestare e Serrati, il 1° marzo 1923 quando questi rientra in Italia dalla Russia, e il giorno dopo anche Nenni, che si fa diciotto giorni di cella. Ma poi la campagna dell' Avanti! prosegue. Nenni ormai ne è il direttore.
Certamente Nenni non avrebbe vinto senza l' Avanti! che diventò la sua creatura preferita, forse più dello stesso partito. Se avesse vinto Serrati che, sconfitto, entrò nel Pcd'I il Partito socialista italiano sarebbe scomparso.