IN BREVE - a cura di rassegna.it
Fiat Pomigliano - 1
Marcegaglia: incredibile no Fiom. Landini: lo sciopero è un diritto
La leader degli industriali attacca e il segretario della Fiom risponde: “Il diritto di sciopero è scritto nella Carta, non è a disposizione dei sindacati. Non è vero che diciamo solo no, abbiamo fatto proposte che sono state rifiutate”. La Cgil Campania invita a votare sì.
Fiat Pomigliano - 2
Fiom Napoli, referendum improponibile
Il referendum “è improponibile perché tocca i diritti dei lavoratori”. Così la Fiom di Napoli sul merito della consultazione sull’accordo separato che si terrà il prossimo 22 giugno nello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco. A dirlo, intervenendo durante la conferenza stampa di Nichi Vendola a Pomigliano, è il segretario generale della sigla sindacale, Massimo Brancato. “Si sarebbe dovuto fare prima della trattativa - spiega - gli operai sanno bene di trovarsi di fronte ad un ricatto. La Fiom è consapevole di trovarsi di fronte ad un passaggio storico ma non molliamo perché c’è in ballo la dignità dei lavoratori”. Ne dà notizia l’Agi.
Fiat Pomigliano - 3
Uilm-Fim-Fismic, accordo indispensabile
L’accordo con Fiat per lo stabilimento di Pomigliano “è indispensabile, perché consente di rilanciare lo stabilimento e dare una prospettiva alle migliaia di persone che vi lavorano e alle aziende dell'indotto”. Così si legge su un volantino di tre pagine che Uilm, Fim e Fismic stanno distribuendo per “favorire la partecipazione di tutti i lavoratori” al referendum del 22 giugno sull'accordo firmato separatamente dalle organizzazioni sindacali e cui Fiom ha detto no. A giudizio dei sindacati che hanno detto sì a Marchionne, “non è in alcun modo in discussione il diritto di sciopero del singolo lavoratore”, perché “in caso di inosservanza dell'accordo aziendale, che valuta eventuali provvedimenti a carico delle sole organizzazioni sindacali dichiaranti lo sciopero”.
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Pagelle in silenzio - Protesta delle maestre
Le insegnanti e gli insegnanti di due scuole primarie milanesi consegnano le pagelle senza commenti né valutazioni. Un modo di contestare i tagli di Gelmini. “A settembre troverete una scuola peggiore”. I genitori capiscono e non si arrabbiano, con qualche eccezione
di Cristina Maccarrone
MILANO - Hanno scelto di protestare così contro i tagli della scuola, oggi pomeriggio (17 giugno), gli insegnanti delle scuole primarie “Decorati” e “Meleri” dell’Istituto Comprensivo San Francesco d’Assisi di Milano: consegnando le pagelle ai genitori senza alcun commento, senza alcuna valutazione, senza comunicare se il bambino è andato meglio oppure no. Con un silenzio che, però, dice tanto.
Una protesta che, in questi giorni, molti plessi della zona 13 hanno messo in atto in difesa della scuola pubblica. “Non si tratta solo dei tagli dell’attuale governo, ma di una politica che negli anni è andata a peggiorare sempre più le sorti della scuola” – ci tiene a precisare Flavia Fietta, insegnante di lingua italiana, storia, musica e altro che speriamo di non esserci dimenticati. “Abbiamo scelto questo tipo di opposizione perché il momento della consegna delle pagelle è sempre vissuto come uno scambio consuntivo con i genitori riguardo a quello che si è fatto durante l’anno. Con il nostro silenzio vogliamo coinvolgere sempre più persone affinché la gente impari a uscire dai propri bisogni primari. Nella nostra scuola si garantiscono le 40 ore settimanali e molti genitori pensano che basti mantenere quest’orario per assicurarsi la qualità dell’apprendimento. Invece non è così: tutte quelle attività che io definisco extrabanco non ci saranno più, andando a minare proprio il livello dell’istruzione scolastica”.
I temi di cui si parla sono gli stessi che sono da tempo sulla bocca dei docenti: riduzione del personale e conseguente riduzione delle ore di compresenza, insegnamento della lingua inglese affidato a insegnanti non specialistici, riduzione delle attività extrascolastiche. “Quest’anno – continua Flavia - siamo stati miracolati e siamo riusciti a gestire la situazione, ma a settembre non potremo essere sicuri che in caso di assenza alcune classi non restino scoperte anche per ore. Meno personale vuol dire che molti di noi che non sanno una parola d’inglese (o non lo studiano da tempo), dopo un breve corso, potranno insegnarlo. E come la mettiamo con le visite al museo, scuola natura e tutte quelle cose che permettono ai bambini di imparare senza stare dietro ai banchi? Così facendo, scompariranno”.
E gli insegnanti, tutti d’accordo sulla protesta? “Sostanzialmente sì, ci dice Daniela De Pace, responsabile di plesso, mentre si sistema attaccandolo alla collana con una graffetta il volantino con su scritto “Non abbiamo più parole”, che tutti i docenti indossano mentre consegnano le pagelle ai genitori. “Quest’azione è stata votata dalla maggioranza, chi avanzava delle perplessità non era contrario alla protesta, ma dispiaciuto di non potere parlare con i genitori come ha sempre fatto”.
Le mamme e i papà come hanno accolto questo silenzio? Molti erano ignari, altri (pochi) hanno dato una mano distribuendo all’ingresso volantini con da un lato la pagella sul Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, ovviamente bocciata, e dall’altro la situazione in cui versa l’istituto a cui non sono stati versati circa 250 mila euro necessari per pagare i supplenti, acquistare materiale e arricchire l’offerta formativa.
Qualche genitore esce dalle aule arrabbiato, non tanto con gli insegnanti, quanto perché aveva la necessità di parlare con loro e non l’ha potuto fare. Altri, come Armando, credono che “questa protesta sia da appoggiare, perché ne va della qualità della scuola. Mi viene da pensare in particolare alle generazioni future che non avranno tutti i servizi di cui hanno goduto altri. A molti interessa solo sapere che il bambino sta in un determinato posto, mentre la scuola deve essere molto di più di un parcheggio”.
E riguardo alla qualità restano caustici, gli insegnanti, che ricordano le 3 “I” su cui si doveva basare la scuola secondo il governo Berlusconi. “Altro che inglese, impresa e informatica! – conclude Vera Maimone, maestra di matematica - A caratterizzare la scuola elementare ci saranno incoerenza (per quanto detto e non mantenuto), inesperienza (i docenti sono chiamati a ricoprire ruoli per cui non hanno avuto una vera formazione) e ignoranza”. Quest’ultima non c’è bisogno di spiegarla.
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Grecia, nuovo sciopero generale il 29 giugno
In Grecia i sindacati del settore pubblico (Adedy) e privato (Gsee) hanno indetto un nuovo sciopero generale per il 29 giugno contro la riforma delle pensioni. Si tratta del quinto dall'inizio della crisi. Il sindacato comunista Pame, che oggi ha manifestato al centro di Atene, aveva in precedenza annunciato uno sciopero per il 23 giugno.