Socialisti e Democratici
Che il gruppo dirigente del PD si dividesse anche su chi sostenere in occasione delle elezioni presidenziali francesi era difficile immaginarlo. E invece abbiamo assistito anche a questo.
di Silvano Miniati
Network sinistra riformista
Abbiamo appreso che per alcuni esponenti del PD sostenere Hollande costituirebbe una grave colpa e ci hanno spiegato che il PD non è una sezione del Partito socialista europeo. Qualcuno è arrivato addirittura a sostenere che, appoggiando Hollande e sottoscrivendo la Carta di Parigi, il PD si avvierebbe su di una china pericolosa, mettendo in dubbio le sue stesse ragioni fondative. Una tesi questa che se non suonasse come un vero e proprio "avvertimento" potremmo semplicemente liquidare come ridicola.
Credo che se non vogliamo cadere nelle trappole di una polemica che non ha né capo né coda, dobbiamo avere presenti alcuni dati elementari, il primo dei quali riguarda il fatto che si vota in Francia e che spetta ai francesi decidere da chi vogliono essere governati.
Il secondo problema riguarda il fatto che, al momento, Hollande rappresenta indiscutibilmente l'unica carta giocabile per evitare la riconferma di Sarkozy e, quindi, altri cinque anni di una politica sciagurata che, grazie a lui e alla Merkel, ha già portato l'Europa sull'orlo del disastro.
Le colpe di Hollande sarebbero, prima di tutto, di essere socialista, come colpa è sempre stata il richiamarsi ad una cultura socialista, azionista e laica, il che per quello che rimane in vita della cultura cattocomunista è imperdonabile, in secondo luogo, di avere aperto la campagna elettorale criticando aspramente le scelte di politica fiscale votate dall'Europa e sostenute da Mario Monti.
L'equazione è davvero singolare, se i tuoi amici criticano Monti, anche tu diventi nemico di Monti, senza tenere oltretutto conto del fatto che molte delle critiche di Hollande e dei socialdemocratici tedeschi alle scelte sul fisco sono ben chiare all'interno del programma del PD.
Un vecchio detto toscano ammoniva tutti a non parlare di latte perché il latte lo producono le mucche e siccome le mucche hanno le corna, chi parla di latte, sta quindi dando del cornuto a qualcuno.
Dire di no a Hollande, evitando al contempo di essere sospettati di fare il gioco di Sarkozy, deve essere sembrato comunque davvero pesante anche per i critici di Bersani. Meglio allora predisporsi una via di fuga.
Si è andati così a rovistare nel passato e si è scoperto che c'è sempre Bayrou, che in occasione delle passate presidenziali ebbe più notorietà in Italia, grazie al fatto che Rutelli lo presentò come colui che avrebbe salvato il nostro Paese, che non in Francia dove infatti non venne votato.
Senza nessun intento aggressivo, mi domando se i compagni anti Hollande e più concretamente anti Bersani siano dotati di un sufficiente senso del ridicolo e se si stiano davvero chiedendo il perché la gente normale capisca sempre di meno e conseguentemente si allontani dalla politica.
Quello che succede come risposta alle iniziative di Bersani è semplicemente allucinante. Con Hollande no, con i socialdemocratici tedeschi neppure. Non rimane quindi che attendere pazienti che in Europa nasca una destra moderna, democratica e illuminata, che emerga anche un centro democratico e progressista, per poi dare un voto a tutti e stabilire con chi possiamo davvero allearci.