IPSE DIXIT
Diritto in stile libero - «Reclama la libertà in base al diritto della civiltà moderna, per poterla poi negare in base al diritto canonico.» – Ernesto Rossi
Aziz è un vecchio, e io sono socialista
di Luca Cefisi
La riunione del Consiglio dell’Internazionale Socialista del 15 e 16 novembre a Parigi, così come quella del Partito del Socialismo Europeo a Varsavia il 2 e 3 dicembre prossimi, hanno visto al centro del dibattito il rapporto con i grandi organismi europei ed internazionali.
L’intento è quello di indirizzare l’azione non solo dei politici, ma anche dei tecnici, entrando nel merito delle problematiche che vengono ogni giorno gestite dai mandarinati scientifici, economici e finanziari riuniti nella Banca Mondiale, nell’Osce, nel Fondo Monetario Internazionale, nei vari passaggi del processo di Kyoto. Si tratta di aggredire il deficit democratico di governance globale. Si può e si deve gettare luce su dossier lasciati nell’oscurità dai media, e coordinando le azioni dei governi e anche dei loro tecnocrati, spesso lasciati a sè stessi. Offrire un’alternativa al “governo di fatto” dei mercati.
A Parigi George Papandreu è arrivato forte del segnale rassicurante della tenuta del suo partito nelle ultime elezioni comunali (vittorie ad Atene e Salonicco): Vuol dire che i socialisti greci hanno retto alla reazione inevitabile dopo la crisi finanziaria e la politica dei sacrifici. La proposta socialista rimane sempre quella basata sulla ripresa e lo sviluppo, di contro alle teoria dell’austerità a tutti i costi che colpisce in maniera ineguale poveri e ricchi.
Da Parigi i socialisti di tutto il mondo hanno poi lanciato un nuovo appello per un accordo generale sugli interventi per il cambiamento climatico in vista della conferneza di Cancun. Tema com’è noto poco discusso in Italia, anche per il fastidio che suscita sia in ambienti governativi che confindustriali: ma si tratta del futuro dell’umanità e della vita sul pianeta, conviene quindi discuterne. Qui la prospettiva è quella di favorire un accordo, ovviamente il più avanzato possibile in termini di contenimento delle emissioni di carbonio, e al tempo stesso nello sviluppo delle energie rinnovabili.
Infine, la questione dei conflitti: l’Internazionale è presente nel Caucaso e in Medio Oriente, aree difficilissime, dove però il ruolo dei socialisti, per esempio di figure in crescita di prestigio come il presidente iracheno Jalal Talabani, offre opportunità alla pace. La dichiarazione di Talabani che non ratificherà la condanna a morte dell’ex ministro di Saddam Hussein, Tareq Aziz, è giunta accompagnata da una spiegazione semplice e bella: “Aziz è un vecchio, e io sono socialista”. Una affermazione dei nostri valori, che non sono valori alieni anche nel Medio Oriente. Talabani è un stato un capo partigiano, ora è un uomo di rinconciliazione e un capo di stato laico e umanista.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Aprite gli archivi di stato
Verità sulle stragi
Appello al Presidente della Repubblica, al Presidente del consiglio e ministri interessati, ai Presidenti del Copasir e delle Commissioni parlamentari d’inchiesta.
Un’intera stagione, quella dello stragismo che ha macchiato di sangue l’Italia, rischia di essere archiviata a seguito della recente sentenza sulla strage di Piazza della Loggia, Brescia, che ha assolto per insufficienza di prove tutti gli imputati. Un’assoluzione sulla quale ha pesato non il ricorso a segreti di Stato, bensì silenzi e reticenze di comodo, anche da parte di uomini appartenenti alle istituzioni.
Per garantire un cammino trasparente alla giustizia, anche in relazione al resto delle inchieste tuttora in corso per altri fatti di criminalità organizzata, e rendere possibile la ricerca storica su quegli anni, avvertiamo sempre di più una triplice esigenza:
chiediamo che siano aperti tutti gli archivi con una gestione che ne faciliti l’accesso a tutti i soggetti interessati, senza preclusione alcuna;
chiediamo che vengano fatte decadere tutte le classificazioni di segretezza su tutti i documenti relativi all’evento - compreso i nominativi ivi contenuti - in possesso in particolare dei servizi segreti, della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza, che i documenti vengano catalogati e resi pubblici senza distinguere tra documenti d’archivio e d’archivio corrente;
chiediamo che in tal senso sia data piena attuazione alla legge del 3 agosto 2007, n.124 che regola il segreto di Stato la quale prescrive che, passati al massimo trent’anni dalla data in cui è stato apposto il segreto sull’evento e sui relativi documenti o dalla data in cui sia stato opposto al magistrato che indagava, tutti i documenti che si riferiscono all’evento siano resi pubblici e consultabili. Non è più accettabile che a tutt’oggi manchino gli specifici decreti attuativi. In tal senso il Freedom of Information Act statunitense ci pare un modello a cui è possibile ispirarsi
L’ipotesi, avanzata dalla commissione Granata nel Copasir, di reiterare il segreto di stato dopo trent’anni è inaccettabile.
Chiediamo alle nostre istituzioni di attivarsi il più decisamente possibile affinché gli Stati che sono oggetto di richieste di rogatorie internazionali collaborino fattivamente e rapidamente.
Occorre garantire alla verità e alla giustizia il giusto corso, non dobbiamo consegnare le generazioni che si sono succedute da allora ad oggi alla rassegnazione e all’avvilimento.
Auspichiamo una volontà politica reale volta all’accertamento di tutti i fatti criminali che hanno sconvolto la storia d’Italia.
PRIMI FIRMATARI
Carlo Arnoldi (associazione vittime Piazza Fontana)
Gianni Barbacetto (giornalista de Il Fatto Quotidiano)
Alfredo Bazoli (associazione vittime Piazza della Loggia)
Carole Beebe Tarantelli (psicanalista)
Filippo Bertolami (sindacalista di polizia)
Giovanni Bianconi (giornalista del Corriere della Sera)
Paolo Bolognesi (associazione vittime della strage di Bologna)
Daria Bonfietti (associazione vittime di Ustica)
Giorgio Boatti (scrittore)
Paolo Brogi (giornalista)
Lucia Calzari (associazione vittime Piazza della Loggia)
Angela Camuso (giornalista dell'Unità)
Susanna Camusso (segretario generale della Cgil)
Felice Casson (senatore)
Antonio Celardo (associazione vittime Rapido 904)
Paolo Corsini (deputato)
Paolo Cucchiarelli (giornalista dell'Ansa)
Fabio Cuzzola (storico)
Olga D'Antona (deputato)
Giuseppe D'Avanzo (giornalista di Repubblica)
Conchita De Gregorio (direttore dell'Unità)
Giuseppe De Lutiis (storico)
Enrico Deaglio (giornalista)
Giovanni Fasanella (giornalista di Panorama)
Sergio Flamigni (storico)
Girolamo Fragalà (giornalista del Secolo d'Italia)
Dario Fo (attore)
Anna Foa (storico)
Mimmo Franzinelli (storico)
Milena Gabanelli (conduttrice di Report)
Aldo Giannuli (storico)
Ferdinando Imposimato (giurista)
Francesco La Licata (giornalista de La Stampa)
Luciano Lanna (giornalista del Secolo d'Italia)
Claudio Lazzaro (giornalista)
Paride Leporace (direttore Quotidiano della Basilicata)
Gad Lerner (conduttore dell'Infedele)
Stefania Limiti (giornalista)
Carlo Lucarelli (scrittore)
Otello Lupacchini (magistrato)
Giovanna Maggiani Chelli (associazione vittime della strage dei Georgofili)
Cristiana Mangani (giornalista del Messaggero)
Brunello Mantelli (storico)
Daniele Mastrogiacomo (giornalista di Repubblica)
Manlio Milani (associazione vittime Piazza della Loggia)
Ilaria Moroni (rete archivi per non dimenticare)
Gianluigi Nuzzi (giornalista di Libero)
Antonio Parisella (storico)
Valentino Parlato (giornalista del Manifesto)
Flavia Perina (direttore del Secolo d'Italia)
Paolo Pezzino (storico)
Lorenzo Pinto (associazione vittime Piazza della Loggia)
Alessandro Portelli (storico)
Rosario Priore (magistrato)
Sandro Provvisionato (giornalista del Tg5)
Andrea Purgatori (giornalista)
Franca Rame (attrice)
Sabina Rossa (deputato)
Filippo Rossi (direttore di Fare Futuro Magazine)
Guido Salvini (magistrato)
Roberto Saviano (scrittore)
Salvatore Sechi (storico)
Federico Sinicato (avvocato)
Annalisa Terranova (giornalista del Secolo d'Italia)
Benedetta Tobagi (scrittrice)
Maurizio Torrealta (giornalista di RaiNews24)
Nicola Tranfaglia (storico)
Guido Viale (economista)
Rosa Villecco Calipari (deputato)