martedì 24 settembre 2013

Parliamo di socialismo - Un futuro per l’Italia

 "Se i popoli del sud devono rassegnarsi a vivere nella miseria, per i popoli del nord Latouche ha, bell'e pronta, una magica terapia: la fuoriuscita serena dalla società dei consumi e la creazione di un nuovo ordine sociale basato sulla cosiddetta abbondanza frugale".

 di Antonio Tedesco

 L'ultimo libro di Luciano Pellicani, uno dei sociologi italiani più conosciuti, scritto insieme al giornalista Elio Cadelo, è un libro affascinante, scritto con intelligenza, che scava a fondo nella storia e trova le radici della cultura antiscientifica in Italia.

    Pellicani espone le sue considerazioni con lucidità e chiarezza, facendo riferimento a testi di epoche diverse. "Contro la modernità" è un libro "contro" le culture antiscientifiche, un viaggio che smonta le ideologie antimoderniste, che frenano lo sviluppo e il progresso della scienza e della ricerca scientifica.

    Il sociologo racconta come le origini della cultura antiscientifica siano lontane e ramificate e risalgono agli inizi del XX secolo, quando Benedetto Croce e Giovanni Gentile, mossi dall'imperativo etico di iniettare un'anima nell'arida società industriale elevando la filosofia al rango di "religione dello spirito", lanciarono un'offensiva contro le scienze empiriche e la matematica. Poi con l'avvento del fascismo si contrappose alla società industrializzata l'ideale arcaizzante del "ritorno alla terra".

    L'analisi storica condotta da Pellicani aiuta a dimostrare come lo sviluppo della modernità coincida con l'istituzionalizzazione della sinergia fra il mercato, la scienza e la tecnica ciò che, facendo crescere in modo esponenziale la ricchezza materiale, ha reso possibile la fuoriuscita dalla trappola malthusiana. Il che è avvenuto grazie alla progressiva lievitazione della produttività del lavoro, resa possibile grazie alla creazione di nuovi mezzi di produzione e dalla scoperta di nuove fonti energetiche.

    Siamo passati, come previsto da Popitz, da "un'economia della rarità" "all'economia dell'opulenza" che ha permesso a tutti i lavoratori di accedere all'abbondanza un tempo riservata ad un'esigua minoranza di privilegiati. Un risultato definito da Pellicani "miracoloso", se si tengono presenti le condizioni dei proletari nelle società pre-industriali: assediate dalla fame, dallo sfruttamento e dall'epidemie. La seconda rivoluzione industriale ha sancito il passaggio "dalla figura del suddito alla figura di cittadino".

    Il sociologo prende le distanze da un ecologismo antiscientifico che predica l'apocalisse della terra, quella che Daniel Bell ha chiamato "l'isteria apocalittica", provando a scuotere le coscienze assopite da affascinanti teorie post-moderniste che esaltano le società pre-industriali disegnandole come mitiche età dell'oro e dalla felicità universale. Oggi, secondo l'autore, la società globale si trova dinanzi ad una sfida epocale: mettere sotto controllo la crescita demografica ed economica che rischia di portare il Pianeta alla catastrofe. Una sfida che non può essere vinta con l'ideologia della paura, "bensì con quelle della politica, della scienza e della tecnologia: le uniche risorse con le quali potrà essere corretta la rotta dell'Astronave Terra. "

    Non sbaglia Pellicani quando auspica in Italia una maggiore e diffusa cultura tecno-scientifica per "un'Italia verde" pronta per quella che si annuncia in Europa, con il piano della Commissione europea Ambiente (presieduta dal norvegese Brundtland), come la Terza Rivoluzione industriale, come la definisce Jeremy Rifkin. Per fare ciò è necessario uno Stato motore dello sviluppo a sostegno della ricerca per la modernizzazione e per lo sviluppo sostenibile.

    Il giornalista Elio Cadelo ha evidenziato i limiti dell'analfabetismo funzionale, della cultura e della ricerca scientifica in Italia. Le società contemporanee si sviluppano e crescono economicamente soprattutto grazie all'innovazione tecnologica e alla ricerca scientifica. In Italia sembra che ci sia una sorta di paura nella scienza come se fosse insito nelle nostre classi dominanti, probabilmente, come scriveva G. Toraldo di Francia " si vuole allontanare dalla scuola e dal periodo formativo delle giovani generazioni l'indagine, la curiosità e l'esigenza rivoluzionaria che si accompagna sempre alla scienza".

    Un saggio da leggere con attenzione perché gli autori, con passione, indicano una strada percorribile per dare "futuro" alla nostra Italia.

 

IPSE DIXIT

     Giorno d'autunno

    Signore, è l'ora. L'estate è stata grandiosa
    Stendi l'ombra tua sulle meridiane,
    e sciogli i venti sopra ai campi.

    Ordina agli ultimi frutti d'aver pienezza;
    dona loro due giorni ancor più meridionali,
    incitali al compimento, e bandisci
    dentro al vino greve la dolcezza finale.

    Chi casa ora non ha, più non se la fa.
    Chi ora solingo sia, a lungo tale resterà,
    veglierà, leggerà, gran letteresse scriverà
    e pei viali scarpinerà, in su e in giù,
    inquietamente, fra le foglie in turba.

    Rainer Maria Rilke,     Parigi, 21.9.1902