martedì 24 settembre 2013

Il dibattito politico - Verso le Europee

Cambiare la legge elettorale per le europee: un compito politico prioritario

di Felice Besostri

Le elezioni europee del 2009 furono rovinate dalle elezioni nazionali anticipate del 2008, che caso unico in Europa esclusero dal Parlamento ogni formazione di sinistra, da quella riformista a quella antagonista, per usare una grossolana e antistorica distinzione. Se il governo Prodi, risultato delle elezioni del 2006, avesse tenuto sino alla naturale scadenza del 2011, le elezioni europee del 2009 avrebbero potuto essere un elemento di novità politica preparatorio di un diverso assetto della sinistra italiana, anche per risolvere le difficoltà crescenti del Governo stesso, frutto sia di un confuso programma raffazzonato che di una ristretta maggioranza al Senato. Invece si accelerò la costruzione del PD, che si presentò alle elezioni per la prima volta, con esito negativo: la vittoria di Berlusconi fu schiacciante. Non solo, ma la Sinistra Arcobaleno dimostrò la sua inconsistenza politica e il PSI oltre che quella politica( fallimento della Costituente Socialista) quella numerica.

    L’anomalia del sistema politico italiano, rispetto a quello europeo si accentuò. Furono esclusi dal Parlamento i partiti con riferimenti precisi ad una famiglia europea i socialisti , i verdi e i comunisti, per privilegiare una formazione di tipo eclettico e personalista come l’Italia dei Valori-di Di Pietro. Per non avere concorrenti a sinistra Veltroni e il suo PD, scommisero su un alleato infido, che non costituì gruppo comune, come da impegno, anzi fu una spina nel fianco del PD, malgrado che la coalizione elettorale con il PD l’avesse salvato da una costante diminuzione di voti.

    Le elezioni europee del 2009 avrebbero potuto sanzionare politicamente le scelte del 2008, cioè essere una prova di appello. Per evitarlo PD e PdL si misero d’accordo per modificar la legge elettorale europea con lo scopo dichiarato a verbale dai due relatori in Senato, Ceccanti (PD) e Malan (PdL) “ che bisognava impedire che rientrassero in gioco le forze escluse dal Parlamento nel 2008”: un’espressione di attaccamento al pluralismo politico e ai valori della democrazia, che non suscitò alcuna reazione nell’opinione pubblica e nella magistratura, quando la legge elettorale fu impugnata per lesione della Costituzione.

    Non aveva senso introdurre soglie di accesso, quando il Parlamento Europeo non deve assicurare alcuna governabilità e quindi non c’è un problema di frammentazione politica, unica ragione per porre limiti al principio costituzionale e dei Trattati Europei che il voto debba essere uguale, oltre che libero, diretto e segreto.

    La Corte Costituzionale Federale tedesca ha già provveduto a dichiarare illegittime le soglie di accesso della legge elettorale tedesca per il rinnovo del Parlamento europeo nel novembre del 2011: una notizia tenuta nascosta al grande pubblico nel nostro Paese. La soglia del 4% tenne fuori dalla delegazione italiana nel Parlamento europeo sia Sinistra e Libertà(PSI, Verdi e Vendola) che la lista Comunista (PRC+PdCI), che pure avevano raddoppiato i voti rispetto al 2008, oltre che Radicali e MPA.

    La Commissione Europea con una raccomandazione del 12 marzo 2013 e il Parlamento europeo con una Risoluzione del 4 luglio 2013 sul miglioramento delle modalità pratiche per lo svolgimento delle elezioni europee del 2014 hanno chiesto che gli Stati membri diano una caratterizzazione politica europea alle prossime elezioni con l’introduzione nei simboli delle liste un riferimento ai partiti europei.

    Se si deve rimettere mano alla legge elettorale europea per questo motivo, sarebbe l’occasione per rimediare al vulnus alla democrazia. Nella legge elettorale europea vigente i voti della SVP nel circoscrizione 2 Nord Est valgono di più di quelli 5 volte superiori di liste politiche in altre circoscrizioni. Tali norme di favore sono solo per liste etniche tedesche, slovene e francesi, ma quest’ultime due non ne possono profittare. Con la legge n. 482 del 1999, di cui sono stato relatore in Senato, sono state riconosciute 12 minoranze linguistiche, di cui quella friulana e sarda hanno una consistenza numerica superiore al totale di quelle privilegiate dalla legge elettorale.

    La possibilità di coalizione elettorale è riconosciuta soltanto a tre minoranze linguistiche, mentre è negata a liste di minoranze politiche in violazione dell’art. 3 della Costituzione. A differenza delle elezioni per il Parlamento nazionale non è possibile la coalizione elettorale di liste affini, perché hanno come riferimento lo stesso partito europeo o almeno lo stesso gruppo parlamentare: PSI e SEL potrebbero riferirsi al PSE e con il PD al Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, una specie di Europa Bene Comune.

    I cittadini elettori devono sapere quale sarà l’approdo dei parlamentari europei eletti in Italia e non come i parlamentari del PD, che si erano collocati in ben 3 gruppi. Superare questa situazione di illegalità e di mancanza di visioni politiche europee è una delle questioni prioritarie.

    Mi dispiace che gli organizzatori del Seminario della Fondazione Socialismo dedicato a Luciano Cafagna sulla governance europea (vedi locandina qui sotto) non ne abbiano colto l’importanza, la centralità direi. Sono in buona compagnia perché al convegno di SEL a Milano del 21 settembre su SEL e PSE (vedi locandina qui sotto) si può muovere la stessa Critica.

 

In ricordo di Luciano Cafagna (1926-2012) avrà luogo a Torino un seminario sulla governance europea (vedi qui sotto). Il grande studioso socialista ha finalizzato tutta la sua intensa attività politico-culturale a consolidare il legame dell’Italia con l’Europa. Storico collaboratore di “Mondoperaio” (dal 1958 fino alla fine dei suoi giorni), Cafagna faceva parte del Comitato scientifico della “Fondazione Socialismo” ed è stato fra i fondatori dell’associazione “Libertà Eguale”, di cui era presidente onorario.

 


 

La governance dell’Unione europea

 

Scuola di democrazia europea “Luciano Cafagna” con il patrocinio della Feps

Torino, 27-29 settembre 2013 - Hotel Torino Centro - Corso Inghilterra 33

 

27 settembre

•         ore 15 – Introduzione – Luigi Covatta, direttore di Mondoperaio

•         0re 15,30 -   Verso le elezioni del Parlamento Europeo - Pia Locatelli

•         ore 16.30 – Il Manifesto di Ventotene – Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo

•         ore 18 – L’Europa e l’europeismo – Alberto Benzoni, saggista

 

28 settembre

•         ore 9 – Introduzione – Giusi La Ganga, responsabile della sezione piemontese della Fondazione Socialismo

•         ore 9.30 - Il Consiglio dei ministri, la Commissione e il Parlamento – Cesare Pinelli, docente di diritto regionale all’Università di Roma “La Sapienza”

•         0re 11.30 – Europa e amministrazioni territoriali – Sergio Conti, presidente della Società geografica italiana

•         ore 15.30 - Il sistema politico europeo – Paolo Pombeni, docente di storia contemporanea all’Università di Bologna

•         ore 17.30 – L’Unione monetaria –  Gianfranco Polillo, già Sottosegretario al Ministero dell'Economia

 

29 Settembre

•         Ore 9,00 - Introduzione -  Piero Fassino, sindaco di Torino e Presidente ANCI

•         ore 9.30 – Il Fiscal compact – Enrico Morando, presidente dell’associazione Libertà Eguale

•         ore 11.30 – Il Trattato di Maastricht – Gianni De Michelis, già ministro degli Esteri, intervistato da Enrico Buemi, senatore della Repubblica 

•         ore 13 – Conclusioni - Gennaro Acquaviva, presidente della Fondazione Socialismo

 

I partecipanti, se fuori sede, potranno alloggiare presso l'albergo, dove si potrà anche cenare venerdì sera e pranzare e cenare sabato.

Sarà richiesto un contributo di iscrizione di 50 Euro, che darà diritto ad usufruire di tutti i servizi. I posti a disposizione sono una cinquantina.

Siete invitati a comunicare tempestivamente la vostra iscrizione a segreteria@fondazionesocialismo.it (0685300654).

A Torino la segreteria è curata dalla signora Rosi Baiamonte (baiarosy@libero.it – 3207045809).

                                                        


 

Seminario SEL/PSE

 

Programma – Milano, 21 Settembre 2013

a cura di Forum Economia Finanza Lavoro SEL Milano e Forum Internazionale SEL Lombardia - ARCI Bellezza, via Giovanni Bellezza 16 - Milano

 

Sezione I)

Il PSE la speranza di una possibile ricomposizione per un'Europa federale

oltre i nazionalismi (11.00-12.30)

 

Coordina Paolo Gonzaga (Forum Internazionale SEL Lombardia)

 

·        La fase dei principali partiti socialisti europei: il PSF un anno dopo la vittoria di Hollande e l'SPD di fronte alla scadenza politica nazionale

Vincenzo Termine – Forum Economia Finanza Lavoro SEL Milano

·        A che punto è il progetto PSE in vista delle elezioni europee del 2014?

Pierpaolo Pecchiari – Forum Economia Finanza Lavoro SEL Milano

 

Sezione II)

L'Europa: il "campo di gioco" per una nuova politica economica (14.00 - 17.00)

Coordina Francesco Bochicchio (Forum Economia Finanza Lavoro SEL Milano)

 

·        La governance Economica dell'area Euro

Mario Noera – Università Bocconi

·        Una politica industriale europea per lo sviluppo sostenibile

Andrea Di Stefano – Direttore Rivista Valori

·        Il modello di Welfare Europeo: quella del salario di cittadinanza è una possibile evoluzione? - Roberto Artoni – Università Bocconi

·        L'armonizzazione fiscale e un'azione integrata a contrasto dei paradisi fiscali Alessandro Santoro – Università Milano Bicocca

·        L'integrazione dei mercati finanziari Europei, la vigilanza bancaria comune e il ruolo della BCE - Giovanni di Corato – SEL Milano

 

Sezione III)

Un confronto sulla scommessa di SEL sul PSE (17.30-19.30)

Coordina Alfredo Somoza (Forum Internazionale SEL Lombardia)

Intervengono Gennaro Migliore (Capogruppo SEL Camera dei Deputati), Francesco Martone (Responsabile Internazionale SEL) e Giuliano Garavini (Università di Bologna).