LAVORO E DIRITTI
a cura di www.rassegna.it
Le rilevazioni di Confcommercio mostrano l'assenza di variazioni congiunturali negative negli ultimi tre mesi. Non succedeva dall'estate 2011. Ma questi dati, avverte l'associazione, "non sembrano preludere, nell'immediato, ad una fase di ripresa"
Il crollo dei consumi sembra essersi arrestato, ma la ripresa resta ancora lontana. E' questo secondo Confcommercio il quadro che si delinea con gli ultimi dati sui consumi, che a luglio 2013 restano stabili rispetto a giugno, così come era stato nei due mesi precedenti, mentre a livello tendenziale il calo è ancora marcato (-2%).
Ma l'assenza di variazioni congiunturali negative per tre mesi consecutivi è un fenomeno che non si rilevava dall'estate del 2011, sottolinea Confcommercio in un comunicato. E le informazioni ad oggi disponibili portano a ritenere che, all'inizio dell'estate “l'economia italiana abbia raggiunto il punto di minimo del ciclo economico. Nei primi sette mesi dell'anno in corso l'indicatore ha registrato una flessione del 3,7% a fronte del 3,2% registrato nell'analogo periodo dello scorso anno”.
“Occorre, dunque, guardare a questa fase con molta attenzione – avverte l'associazione dei commercianti - perché la fine della riduzione dei consumi non delinea automaticamente un profilo di ripresa a breve termine”. I deboli segnali di miglioramento rilevati sul versante produttivo, indice della produzione industriale, ordinativi e grado di utilizzo degli impianti, rileva ancora Confcommercio, “non sembrano preludere, nell'immediato, ad una fase di ripresa dell'economia con effetti rilevanti sull'occupazione, sui redditi e di conseguenza della domanda per consumi”. In questo contesto “è più che mai necessario che la politica economica sia orientata a sostenere gli impulsi positivi che provengono dall'economia reale, al fine di promuovere, nel 2014, una crescita piu' sostenuta rispetto a quanto garantito dagli andamenti inerziali”.
Analizzando i dati più nel dettaglio, la dinamica tendenziale dell'Icc di luglio, sottolinea Confcommercio, riflette una diminuzione dello 0,3% della domanda relativa ai servizi e del 2,9% della spesa per i beni. A luglio 2013 solo i beni e servizi per le comunicazioni hanno registrato una variazione positiva (+1,1%). Il dato più negativo continua ad essere quello relativo ai beni e servizi per la mobilità la cui domanda registra una contrazione del 4,1% su base annua.
All'interno di questo aggregato non si è ancora arrestata la tendenza alla riduzione della domanda di mezzi di trasporto che ha registrato un progressivo e sensibile ridimensionamento dal 2010 (circa il 40% in meno a volume). Riduzioni dei consumi particolarmente significative continuano ad interessare gli alimentari, le bevande ed i tabacchi (-3,9%).
Marchionne il Tardivo Fiat Mirafiori: per la Fiom investimento positivo, ma in ritardo Michele De Palma, coordinatore nazionale del gruppo per la tute blu Cgil: resta urgente che il Governo convochi azienda e sindacati per avviare un confronto sul futuro produttivo e occupazionale Torino, la fabbrica Fiat di Mirafiori (immagini di da internet) “L'incontro di oggi tra la direzione aziendale del gruppo Fiat e le organizzazioni sindacali firmatarie del Ccsl sul futuro produttivo ed occupazionale dello stabilimento di Mirafiori, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale, ha confermato, ancora una volta, l'esclusione della Fiom-Cgil dalle normali relazioni sindacali. Pur giudicando positivamente la decisione della Direzione aziendale di investire per la produzione di un modello a Mirafiori, rimane il fatto che tale scelta arriva con tre anni di ritardo, ritardo che i lavoratori hanno pagato con decine di migliaia di ore di Cassa integrazione". Ad affermarlo in una nota è Michele De Palma, coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil del gruppo Fiat. “Dalle dichiarazioni stampa delle organizzazioni sindacali firmatarie, anche se nel comunicato congiunto non se ne trova traccia, sullo stabilimento di Mirafiori si passa da due modelli, annunciati nel 2010 dall'azienda, ad un solo modello per la cui realizzazione ci sarebbe bisogno di ulteriore Cassa integrazione per lavoratrici e lavoratori, senza alcuna certezza sul futuro”, sottolinea De Palma. “Continuiamo a ritenere urgente che, su questo tema, il Governo convochi la Fiat e i sindacati per avviare un confronto sul futuro produttivo e occupazionale di Mirafiori e di tutto il gruppo Fiat”, conclude il sindacalista. |