giovedì 23 febbraio 2012

Fornero: sussidi al posto della cassa straordinaria

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

Il ministro del Welfare: "non vogliamo abolire la cigs, ma va considerata per riorganizzazioni e soluzioni di crisi con un tempo definito". Poi "riordino dei contratti" e "sgravi per donne e meridione". "Spero in confronto proficuo con le parti".

Di Cassa integrazione straordinaria "non ce ne sarà più bisogno se ci saranno i sussidi per la disoccupazione", mentre "entro certi limiti quella ordinaria deve essere rafforzata". E' la ricetta del ministro del Lavoro Elsa Fornero, che l'ha snocciolata a Bruxelles, al Consiglio Ue affari sociali e occupazione, ricordando che il tema degli ammortizzatori sociali sarà materia di discussione in occasione della prossima riunione del tavolo fra governo e parti sociali sulla riforma del lavoro.

    "Mi auguro che sarà un incontro proficuo come lo è stato l'ultimo, è un lavoro in costruzione, ne abbiamo già posto i primi piccoli tasselli". L'atteggiamento delle parti, ha aggiunto Fornero, è "quello giusto, senza preclusioni né ricette precostituite".

    Il governo, però, ha tenuto a specificare il ministro del Welfare, non ha intenzione di abolire la cassa straordinaria: "Non ne avremmo bisogno entro certi limiti, non è che la aboliamo", ha detto la Fornero, precisando che quella straordinaria "va considerata per riorganizzazioni, soluzioni di crisi credibili e con un tempo definito".

    Per quanto riguarda gli ammortizzatori, il problema italiano è che "alcune categorie sono completamente escluse, quindi il nostro principio è più universalismo nella protezione sociale, ma lo dobbiamo fare a parità di risorse e a parità di costi che è un grossissimo vincolo", ha spiegato il ministro. Per questo, ha aggiunto, "andiamo a studiare col lanternino ogni possibile ristrutturazione delle contribuzioni per vedere di dare un'assicurazione a tutti con la loro redistribuzione".

    Fornero, però, ha annunciato altri punti del suo piano. "Anche l'occupazione femminile e il dualismo nord-sud del Paese sono destinatari di attenzione particolare principalmente attraverso sgravi fiscali e migliori servizi anche formativi finanziariamente anche sostenuti dal Fondo sociale" europeo.

    L'esecutivo Monti, ha continuato Fornero, lavora ad una riforma del mercato del lavoro da completare "con il massimo consenso delle parti sociali, per favorire una più ampia partecipazione di giovani, donne e lavoratori anziani". L'impegno, ha sintetizzato Fornero nel suo intervento alla sessione sull'occupazione è quello di "adottare riforme coraggiose conciliando il rigore finanziario con la coesione sociale: come ha più volte ricordato il presidente del Consiglio Mario Monti - ha sottolineato il ministro del Lavoro – è importante uscire dall'austerità per puntare alla crescita e agli obiettivi sociali. Abbiamo già realizzato una riforma strutturale del sistema previdenziale che ha ristabilito l'equità fra generazioni, fra generi e all'interno delle generazioni". La riforma del mercato del lavoro, ha ripetuto il ministro, sarà realizzata "con il massimo possibile di consenso sociale e dialogo con le parti sociali".

    Il '"primo elemento"sarà il "riordino dei contratti", perché "troppe tipologie negli anni hanno creato precarietà diffusa tra i giovani", ha detto. Per il governo, la "lotta alla disoccupazione giovanile è una priorità", e nel mettere a punto la riforma, l'enfasi andrà all'apprendistato per favorire l'ingresso dei giovani", ha aggiunto Fornero.

    Già sui giornali di stamattina (17 febbraio), il ministro del Welfare era tornata sul tema della riforma, dando un giudizio positivo sull'avvio del negoziato e confermando i tempi per il varo, entro marzo, e la determinazione del governo a fare una riforma "vera" che sarà "a 360 gradi".

    E il punto centrale da cui partire dovrebbe essere l'apprendistato, su cui c'è già l'ok di sindacati e imprese, perchè davvero diventi lo strumento principale, la forma tipica di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Con l'obiettivo di allocare bene le risorse, in modo che "le cose migliori alle quali arriveremo non costino di più". Costi in termini effettivi e di burocrazia, su cui le imprese chiedono che non ci siano aggravi.

    Anche secondo la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nella trattativa "si è partiti con il piede giusto", sottolinea il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che al governo Monti riconosce di avere operato "fino ad oggi nella direzione giusta". Non approva affatto, invece, la scelta della Fiom, le tute blu della Cgil, di proclamare lo sciopero generale dei metalmeccanici il 9 marzo anche contro "la volontà di manomettere" l'articolo 18: lo sciopero "è una scelta legittima ma che noi non condividiamo. Non risolve i problemi. In un momento come questo bisogna cercare di lavorare insieme per la crescita e l'occupazione", sostiene Marcegaglia.

    Al di là della questione dell'articolo 18, su cui la Cgil riconosce "le ragioni importanti" dell'iniziativa della Fiom e ribadisce ancora una volta il suo no a toccare una "norma di civilità", il segretario generale di corso d'Italia sottolinea che da parte del governo "c'è un approccio importante, perché si dice che le cose peggiori devono essere cancellate e si introduce un meccanismo di incentivi e disincentivi delle forme di precariato". Sui tempi stretti della trattativa indicati da Fornero, Camusso torna a dire che "il tempo non è di per sé un valore. Ci sono accordi che si possono fare in poche ore, altri che ne richiedono molto. Il problema è il merito". E quindi l'articolazione in termini concreti, attraverso il confronto.

    Il ministro del Lavoro conferma che "c'è il massimo ascolto" questa volta, a differenza della "severa" riforma delle pensioni che "abbiamo fatto senza un vero confronto con le parti sociali" perché 'non c'era il tempo'. Ma, tiene a sottolineare, "il sindacato sa che al di là dell'ascolto c'è la ferma decisione del governo di fare una riforma vera". Che, intanto, punta sulla "vera scommessa" dell'apprendistato, come inserimento e come formazione, su cui l'Italia è "piuttosto in ritardo". Il suo utilizzo oggi è praticamente nullo: risulta appena del 3% il ricorso al contratto di apprendistato nei primi sei mesi del 2011, secondo i dati del Rapporto sulla coesione sociale messo a punto da Inps, Istat e dallo stesso ministero del Lavoro. Lunedì prossimo Fornero rivedrà sindacati e imprese, questa volta nella sede del ministero, per concentrarsi su ammortizzatori sociali e politiche attive, mentre proseguono contatti e lavori a livello tecnico.

   Il confronto proseguirà lunedì prossimo, nella sede di via Veneto, quando si terrà un nuovo incontro tra sindacati, imprese e Governo. Lo ha convocato oggi il ministro del Lavoro Elsa Fornero. A quanto si apprende, l'incontro è stato fissato per le 12.15 al ministero con tutte le parti sociali.