Parliamo di socialismo
a cura della Fondazione Pietro Nenni
http://fondazionenenni.wordpress.com/
C'è qualcosa di tragico, ma anche di leggero nell'improvvisa fioritura di nuovi epigoni dello storico quotidiano del Psi. Uno, cento mille Avanti! , come i mille fiori nei fucili della rivoluzione.
di Carlo Correr
La buona notizia è che non si sente più parlare dell'imbarazzante clone nato dagli alambicchi di Arcore, anche se il Frankestein di Lavitola ha prodotto danni difficilmente sanabili, infliggendo una vergogna olezzante di corruzione e affarismo a una testata nobilissima che era uscita intonsa, anche se mortalmente ferita, dal naufragio di tangentopoli.
Destino terribile che non appare certo sanabile dal tentativo, certamente generoso ma velleitario, di generare dal nulla un nuovo Avanti! quotidiano, l'ennesimo.
Ci riferiamo a quanto è stato fatto nei giorni scorsi, con l'arrivo in edicola, assieme a il Riformista di Emanuele Macaluso di una riedizione dell'amato foglio socialista diretto, in questa veste, da una delle figure più prestigiose dell'antico Psi, Rino Formica, con la collaborazione di una valido giornalista della vecchia redazione milanese, Stefano Carluccio, col sostegno di Critica Sociale e di altri compagni.
La presenza in edicola, sarà saltuaria ma periodica, ha annunciato Carluccio in parallelo con lo svolgimento della campagna di adesioni alla Conferenza Nazionale che si terrà in marzo. La Conferenza deciderà sulla sottoscrizione per una Spa ad azionariato popolare, una società collettiva di capitale, proprietaria della testata (
) che darà garanzie giuridiche di autonomia ed indipendenza finanziaria.
Le intenzioni sono buone, genuine, ma con scarse fondamenta nella realtà. L'Avanti! è sempre stato il giornale dei socialisti e del Partito socialista italiano, non ha mai avuto altra vita che questa ne mai alcuno ha pensato, ragionevolmente, che potesse averla.
Carluccio, come tantissimi altri compagni, sa perfettamente che oggi in Italia, piaccia o no, c'è un solo partito socialista a cui far riferimento. Piccolo e pieno di problemi, ma dignitoso e senza macchia. E si sa che nei partiti le forze centrifughe crescono in misura inversamente proporzionale ai voti che raccolgono. Ma proprio per questo i compagni che hanno tessere antiche dovrebbero fare gli sforzi maggiori per trovare dei punti di equilibrio e di utilità collettiva, anziché ricercare la loro personale soddisfazione politica. Quanto poi a lanciare un nuovo quotidiano, ci vuole una certa dose di azzardo e il progetto rischia non solo il fallimento, ma anche la risacca della delusione. Non è solo questione di soldi e il nodo già appare inestricabile visti i costi della stampa e della distribuzione ma anche e soprattutto di idee. Stabilita la comune appartenenza al socialismo riformista, bisogna avere poi un progetto per l'Italia. Vuol dire raccogliere le intelligenze, le passioni e gli ideali dei tanti che sono stati e sono socialisti, e metterle al servizio di un obiettivo alto e comune che non può limitarsi certo alla ricostruzione del Psi che fu. Questo può interessare qualche anziano militante, ma agli italiani assai poco, per non dire forse nulla. E giustamente.
Non esiste un giornale senza un progetto, senza un'idea. L' Avanti! può e deve avere un futuro oltre che un passato. Quello che immaginiamo è un giornale aperto alle idee e al confronto, tollerante e innovativo, in cui si debbono poter ritrovare tutti i socialisti che amano la libertà e la giustizia sociale. Non è l' Avanti! di Tizio o Sempronio. Ma come evitare l'impresa solipsistica, il ridicolo autoreferenzialismo?
IPSE DIXIT