mercoledì 8 giugno 2011

Nea polise il suo nuovo re

Napolidopo il trionfo di De Magistris

 

Ce la faranno i nostri eroi a non commettere gli stessi errori dei loro predecessori di centro e di sinistra? I giovani, le donne, la cintura orientale e operaia, i "vasciaiuoli" dei quartieri centrali, l'intera Città sotto il Vesuvio ha scelto con l'ex pm la "discontinuità". Ne parlano Macry, Rea, Realfonzo e Gravano.

 

di Antonio Fico

 

"Avimme scassate tutte cose...". L'aveva promesso Luigi de Magistris, e così è stato. La "rivoluzione pacifica" dell'ex magistrato attraversa l'antica capitale partenopea, con un insolito vento che arriva dalla collina e restituisce al passato i vecchi gruppi di potere che sembravano inaffondabili appena un mese fa.

    Cola a picco il centrosinistra guidato dal Pd, che almeno negli ultimi dieci anni ha "sgovernato" la città, certificando il fallimento senza scuse di una stagione che pure si era presentata piena di promesse. E si è infranto con fragore il progetto del centrodestra, che aveva saputo conquistare la guida della Regione e della Provincia appena un anno fa, ma che aveva fatto intendere la pochezza morale delle idee, come la sciagurata promessa del presidente del consiglio di salvare gli abusi (65 mila nella sola Napoli), come se il sacco edilizio della città non avesse già funestato il territorio, arricchendo la camorra e restituendo povertà ai molti.

    "In un colpo solo de Magistris ha affondato Bassolino e Cosentino", riflette lo storico Paolo Macry. "Ha interpretato con vigore la rivolta, l'indignazione dei napoletani contro i leader nazionali e regionali che qui hanno traccheggiato, parlando per anni, senza risolvere un solo problema mentre la città annega, non solo metaforicamente, nella monnezza".

    In una delle tante, inaspettate, inversioni della sua lunga e travagliata storia la città riscopre l'orgoglio, e se ne sorprende. Come sarà sicuramente sorpreso l'ex magistrato, che da domani avrà sulle spalle la difficile sorte di una città che sembra rassegnata, ma che alla fine, in extremis, riscopre dignità e vota per la sua sopravvivenza.

    "E' stato un voto di protesta - prosegue Macry - ma anche un voto di concretezza. La gente non ne può più del linguaggio vuoto della politica. E credo che sia un segnale che attraversa tutto il paese. Con la differenza che la situazione della città è drammatica. Sfido chiunque ad avere, come il milione di napoletani, la Tarsu più alta d'Italia e ad avere la spazzatura che arriva al primo piano di casa".

    I riferimenti storici si sprecano. Qualcuno azzarda un filo diretto con la rivoluzione giacobina del 1799. Anche allora, l'impulso decisivo che scosse la città arrivò dalla piccola e media borghesia cittadina. Certo, dall'alto della collina del Vomero, da cui pure proviene il neo sindaco, i ceti professionali che un tempo furono alleati di Bassolino e poi sempre più ai margini, nella progressiva ma inarrestabile decadenza della città, hanno dato la spinta decisiva. Ma alla fine i giovani, le donne, la cintura orientale e operaia, i "vasciaiuoli" dei quartieri centrali, l'intera città ha incoronato l'uomo che più di ogni altro ha incarnato la "discontinuità", promettendo "di cacciare via da Palazzo San Giacomo il puzzo del compromesso", che - sempre al ribasso - ha finito per portare a un vuoto di significato, spalancato nella coscienza collettiva dalle tante emergenze irrisolte, dai rifiuti alla crisi economica.

   L'economista Riccardo Realfonzo, uno degli intellettuali fautori dell'ascesa di de Magistris, nel 2009 assessore al Bilancio della giunta Iervolino, incarico da cui si dimise in aperta polemica, sottolinea la rottura rispetto al passato: "per quanta parte della sinistra voleva voltare pagina, l'amministrazione Iervolino si è distinta per politiche clientelari, spreco di risorse e opacità dei conti. La candidatura di de Magistris è venuta fuori nel segno chiaro della discontinuità. Le sue posizioni a favore dell'acqua pubblica e dei beni comuni, della solidarietà, della difesa del piano regolatore contro gli speculatori e contro l'inceneritore nella zona orientale di Napoli parlano chiaro". Occorreva appunto una rivoluzione di senso, per stracciare un decennio di malamministrazione e le fallimentari ricette miracolistiche di Berlusconi. Un'autentica "liberazione", non tanto dal "ciclo del bassolinismo", tramontato prima ancora che come sistema di potere, come via politica praticabile, ma dal peggiore centrodestra d'Italia, tutto alleanze opache e senso degli affari.

    De Magistris populista alla rovescia?, si chiede qualcuno. "E anche se fosse?" risponde Macry che trae spunto dalla vittoria di un magistrato nella presunta capitale dell'illegalità per una lezione nazionale: "D'Alema, Bersani, farebbero bene a pensare un po' di più alla sostanza delle proposte e meno alle alleanze. E la destra farebbe bene a tagliare i ponti con la gente discutibile nella regione della camorra".

    Si diceva dei ricorsi storici. "Se mi è concessa la licenza – spiega Ermanno Rea, lo scrittore che ha saputo meglio di altri interpretare una città pur vivendone lontano - è una specie di 'auto-voto', contro le istituzioni. I napoletani hanno deciso di votare per sé stessi, e hanno puntato su un uomo che hanno sentito in linea con questa riscossa. In questo c'è un pizzico di giacobinismo: il rigore morale contro la tendenza al moderatismo che ha governato la città, dall'unità d'Italia ad oggi, e che diede sessant'anni fa i frutti avvelenati della stagione di Lauro".

    Come farà, de Magistris a non fare gli stessi errori di Bassolino? Anche allora la promessa di rinnovamento sembrava inarrestabile, e poi si è visto come è finita. "Tenendo la barra a dritta su tre questioni cruciali: rifiuti, legalità, partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative. Napoli è complessa e per governarla serve un dialogo continuo con le forze sane della città", risponde Michele Gravano, segretario regionale della Cgil.

    E il nuovo primo cittadino promette: "Il primo provvedimento sarà quello di organizzare la raccolta porta a porta dei rifiuti; intransigenza nei confronti della corruzione e della camorra; sarò il sindaco di tutti".