mercoledì 15 giugno 2011

La benefica privatizzazione dell'acqua a Fontamara

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Fresco di stampa

 

In Italia si discute di privatizzazione dell'acqua. Non per la prima volta. Di seguito, sull'argomento, uno stralcio da Fontamara.

 

di Ignazio Silone 

 

Vi furono varie proposte di accomodamento. Una proposta fece il canonico don Abbacchio, un'altra il notaio, un'altra il collettore delle imposte. Ma erano proposte impossibili perché non tenevano conto della scarsa quantità d'acqua del ruscello e degli usi dell'irrigazione.

    L'Impresario non diceva nulla. Lasciava parlare gli altri e sorrideva, col sigaro spento a un angolo della bocca.

    La vera soluzione la presentò don Circostanza.

    "Queste donne pretendono che la metà del ruscello non basta per irrigare le loro terre. Esse vogliono più della metà, almeno così credo d'interpretare i loro desideri. Esiste perciò un solo accomodamento possibile. Bisogna lasciare al podestà i tre quarti dell'acqua del ruscello e i tre quarti dell'acqua che resta saranno per i Fontamaresi. Così gli uni e gli altri avranno tre quarti, cioè, un po' più della metà. Capisco" aggiunse don Circostanza "che la mia proposta danneggia enormemente il podestà, ma io faccio appello al suo buon cuore di filantropo e di benefattore." (…)

    "Se c'è da pagare qualche cosa", mi affrettai a dire "badate che non pago."

    "Non c'è nulla da pagare" spiegò ad alta voce l'Impresario.

    "Niente?" mi disse sottovoce la moglie di Zompa. "Se non costa niente, c'è l'imbroglio."  (…)

    Il notaio scarabocchiò sulla carta le parole dell'accomodamento e lo fece firmare all'Impresario, al segretario comunale e a don Circostanza come rappresentante del popolo fontamarese.

Dopo di che noi ci rimettemmo in cammino per tornare a casa (...)

 

Nei giorni seguenti i cantonieri, sotto la protezione di due guardie armate, ripresero a scavare il fosso che doveva portare una parte della nostra acqua nelle terre acquistate dall'Impresario. Ma, esattamente, quanta parte? (…)

    Nessuno di noi aveva sufficiente istruzione per sciogliere quell'imbroglio, perché all'infuori della scrittura della propria firma, poc'altro ci era stato insegnato; ma diffidavamo dal ricorrere a qualche persona istruita, per non aggiungere altre spese all'inganno.

 

 

IPSE DIXIT

Il sì suona - «Vituperio de le genti / del bel paese là dove 'l sì suona, / poi che i vicini a te punir son lenti.» – Dante