mercoledì 11 maggio 2011

Camusso a Cisl e Uil: "Si può voltare pagina"

Camusso a Cisl e Uil: "Si può voltare pagina"
Lo sciopero generale del 6 maggioLo sciopero ha realizzato una forte saldatura tra la protesta dei lavoratori e una moltitudine di giovani, studenti e precari. Il dato medio di adesione dei lavoratori si conferma al 58% (rilevamento aggiornato alle ore 18.00 di ieri, effettuato su un campione di 870 imprese dislocate sull'intero territorio nazionale e rappresentativo di tutti i settori, nonostante l'impossibilità di scioperare per molto lavoratori 'comandati' per garantire i servizi pubblici essenziali). - La cronaca dello sciopero e delle manifestazioni, i video e le foto scelte dalla redazione, i commenti curati da Davide Orecchio. Vai al sito della CGIL http://www.rassegna.it/articoli/2011/05/6/74075/6-maggio-una-giornata-con-la-cgildi Maurizio MinnucciLe bugie del governo smascherate una ad una; la richiesta alla Confindustria di mettere un punto alla stagione degli accordi separati e delle deroghe. Aiutare i precari, usando anche gli ammortizzatori sociali per dare continuità al loro reddito. E infine la proposta a Cisl e Uil: "manifestiamo insieme sul fisco", può essere il punto di partenza per ritrovare unità fra le tre confederazioni. Ecco, in sintesi, i temi toccati dalla segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, al comizio di Napoli per lo sciopero generale del 6 maggioIl discorso è tutto basato su un filo conduttore: le falsità di un governo "che non ci meritiamo, non siamo sudditi da cui spremere le risorse", dice dal palco. E l'elenco è lungo, a partire proprio da Napoli e dalla questione rifiuti passando per l'immigrazione ("un paese civile deve essere al fianco di quei popoli). Critiche anche al decreto sullo sviluppo approvato dal Consiglio dei ministri il 5 maggio. "Si è parlato del credito d'imposta per il lavoro svantaggiato nel Sud, ma allora perché l'avevano tolto? E poi: come si fa a garantire l'occupazione a costo zero?".Forti dubbi della Cgil sul piano per il Mezzogiorno ("siamo al sesto") e sulla stabilizzazione dei precari della scuola, sempre per lo stesso motivo: non si possono pensare interventi del genere senza investimenti. Sullo sfondo, il timore di nuove stangate sui conti pubblici e il rischio di subire altre manovre pesanti. Insomma, per la Cgil la logica di questo governo "si basa sulle divisioni, sull'idea che bisogna essere furbi". Ma le famiglie "non possono essere una 'piccola Inps' e continuare a mantenere i figli". Eppure tante forme di precarietà si potrebbero eliminare senza costi, "basta cancellare alcune leggi".Alla fine arrivano le richieste, precise, rivolte alle parti sociali. Prima alla Confindustria che il 7 maggio si riunisce a Bergamo: "Da due anni - sottolinea Camusso - sbaglia politica, con gli accordi separati e le deroghe ai diritti dei lavoratori. Oggi, però, anche per le imprese non ci sono risultati: a loro chiediamo di cambiare pagina". Appello simile a Cisl e Uil: "Su una cosa hanno ragione: dobbiamo dire basta agli atti d'intolleranza tra di noi. Ma non si può parlare di unità e intanto fare gli accordi separati o non eleggere i rappresentanti nelle aziende".La speranza è riuscire a voltare pagina: "Diamo la parola ai lavoratori e da lì ripartiamo per costruire. Non possiamo rassegnarci all'idea della divisione". Il riferimento va alla manifestazione sul fisco che le due confederazioni terranno a giugno: "Perché non farlo insieme?", dice Camusso dal palco: "Troviamo un punto che segni la nostra autonomia come organizzazioni sindacali a partire da un'idea: chi ha di più deve pagare di più". Insomma, "riprendere il filo è possibile, ma non si possono fare contratti come quello del commercio che scaricano il peso sui lavoratori".
IPSE DIXIT
Un punto - «Troviamo un punto che segni la nostra autonomia come organizzazioni sindacali a partire da un'idea: chi ha di più deve pagare di più.» – Susanna Camusso
Riflettiamo - «Ieri i grandi quotidiani non avevano né una notizia né un commento sullo sciopero generale indetto solo dalla Cgil . . . Il sindacato oggi è più solo e c'è chi vuole sradicarlo dal suolo in cui è nato e cresciuto. Riflettiamo.» – Emanuele MacalusoMILANO VOTA PISAPIA