"La prima questione sottolineata - si legge nella nota - è la necessità di acquisire tutte le informazioni per comprendere le reali intenzioni della nuova strategia di ThyssenKrupp e tutte le implicazioni che questa potrà avere in tutti i siti, e in particolare in Europa e in Italia, sulle scelte industriali e sull'occupazione complessiva dei lavoratori coinvolti".
I sindacati si dicono infatti scettici rispetto alle argomentazioni rese pubbliche dall'Azienda, dopo il Consiglio di sorveglianza di venerdì 13 maggio, a sostegno di scelte strategiche che, dicono, "possono indebolire la presenza in Europa di produzioni strategiche e di qualità, a partire dagli acciai speciali, necessarie per mantenere un sistema produttivo avanzato e innovativo e migliaia di posti di lavoro qualificati".
Per queste ragioni, Fim, Fiom e Uilm sono "contrari alla scelta di scorporare, per vendere, il comparto dell'inox" e per quanto riguarda l'Italia, ritengono "che non siano sufficienti le informazioni avute nell'incontro con la Direzione aziendale di Terni" e giudicano quindi "necessario chiedere un incontro con l'Amministratore delegato di ThyssenKrupp AG".
I sindacati ribadiscono inoltre la necessità di "sollecitare il già richiesto incontro con il Governo italiano", attraverso "il coinvolgimento del Ministro Romani e della Presidenza del Consiglio, con la presenza del gruppo dirigente di ThyssenKrupp", per chiarire "le prospettive strategiche del Gruppo in Italia che, necessariamente, devono rispettare e applicare fino in fondo gli accordi di programma del 2005, dopo lo spostamento delle produzioni dell'acciaio magnetico; accordi che prevedono lo sviluppo di un polo di eccellenza della produzione di inox a cui tutte le parti - Azienda, Governo e Istituzioni locali - devono essere vincolate".
"Nel prendere atto positivamente della convocazione da parte della Fem, per il prossimo 25 maggio, della riunione delle organizzazioni sindacali di tutti i paesi europei con il coordinamento sindacale di ThyssenKrupp - sottolineano ancora Fim, Fiom, Uilm - rimangono comunque da chiarire i rapporti sindacali interni alla Fem e una migliore coordinazione tra i sindacati nei casi di aziende multinazionali che dovranno coinvolgere sullo stesso piano, senza alcuna delega, i rappresentanti sindacali di tutti i paesi coinvolti".