martedì 21 dicembre 2010

IN BREVE

a cura di rassegna.it 

Governo
Berlusconi: riunificare i moderati
L'obiettivo dichiarato è sempre lo stesso: "Riunificare i veri moderati in un unico grande movimento politico, ovviamente senza quei pasdaran che si schierano con Di Pietro e usano i toni, le calunnie e le false argomentazioni del Fatto quotidiano e di Repubblica". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, rispolvera i discorsi fatti qualche anno fa in occasione della nascita del Pdl, la casa che doveva riunire tutti i moderati. E lo fa, come è ormai prassi, in un messaggio inviato al network Forzasilvio.it.



Centrosinistra
Bersani apre al Terzo Polo 
Pier Luigi Bersani prova a costruire una "piattaforma democratica" in vista delle elezioni e la offre a 'chi ci sta', rottamando le primarie, o meglio, rimandandole a dopo la formazione di una coalizione. Le reazioni nelle opposizioni non si sono fatte attendere e hanno creato una accesa discussione dalla quale dovrà necessariamente uscire un'alternativa all'attuale maggioranza. Che passerà certamente attraverso il direttivo Pd previsto per il 23 dicembre.



Scontri Roma
Maroni: nessun infiltrato 
"Sono destituite di ogni fondamento le illazioni diffuse sulla presenza tra i manifestanti di provocatori inviati o infiltrati dalle forze di polizia. Sono infondate e offensive nei confronti di tutti gli operatori delle forze dell’ordine". Lo dice il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, nel corso dell’informativa al Senato sugli incidenti avvenuti a Roma il 14 dicembre.



Migranti

Consulta boccia una norma
del pacchetto sicurezza 
Lo straniero che, nonostante abbia ricevuto un ordine di espulsione, non lascia l'Italia perché si trova in "estremo stato di indigenza" o comunque per "giustificato motivo", non può essere punito. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, che in una sentenza depositata ha bocciato parzialmente una delle norme del pacchetto sicurezza dello scorso anno sul reato di clandestinità "nella parte in cui non dispone che l'inottemperanza all'ordine di allontanamento sia punita nel solo caso che abbia luogo senza giustificato motivo".



Incidenti lavoro
Operaio muore in Umbria
Un operaio è morto questa mattina in un cantiere della nuova tratta stradale Umbria-Marche tra Foligno e Colfiorito. L’incidente è avvenuto poco dopo le 8 all’interno di una galleria. Le squadre di soccorso dei vigili del fuoco del distaccamento di Foligno sono ancora sul posto e non si conoscono ulteriori dettagli. Ne dà notizia il sito Umbria24.it.



Industria
Fermi ordinativi e fatturato
Ad ottobre gli ordinativi dell'industria hanno registrato una variazione nulla rispetto al mese precedente; mentre sull'anno c'è stato un aumento del 12,4% (dato grezzo). Lo rileva l'istat. A spingere, rispetto al mese di settembre, è stato in particolare l'export: gli ordinativi nazionali hanno registrato una diminuzione dell'1,2% e quelli esteri una crescita del 2,3%. In calo anche il fatturato degli autoveicoli che è calato del 2,5% rispetto allo stesso mese del 2009, mentre gli ordini sono scesi del 19%sto    

TRE LETTERE SUL CASO RAZZI

Dimissioni!

Antonio Razzi, smentendo tutte le dichiarazioni di fedeltà rilasciate sino a qualche settimana prima, ha votato la fiducia al governo Berlusconi. Anzi il suo voto, insieme a quello di un manipolo di voltagabbana, è stato decisivo per salvare il governo. È una vergogna che indigna la comunità italiana in Svizzera!

    Il tradimento compiuto da Antonio Razzi dileggia non solo le elettrici e gli elettori dell'Italia dei Valori, ma la più vasta comunità degli italiani all'estero che si riconoscono nello schieramento di centrosinistra e quanti credono in una una politica seria basata su coerenza e trasparenza dei comportamenti.

    È necessario a questo punto un atto di pulizia. Da parte della magistatura innanzitutto, affinché vengano indagate tutte le circostanze in cui è maturato questo improvviso voltafaccia e affinché si faccia piena luce anche su ipotesi di illeciti nella gestione di fondi regionali dell'Abruzzo di cui la stampa ha dato notizia.

    Ma c'è bisogno urgente di chiarezza anche sul piano politico. Nel caso di Razzi non si può credibilmente invocare l'argomento della libertà di mandato prevista per i parlamentari, tanto più perché egli non ha fornito - né è in grado di fornire - ogni minima argomentazione ideale e politica alla base del suo improvviso ripensamento.  Non può certamente pensare di cavarsela con il patetico comunicato in cui ha descritto i suoi conflitti personali con il presidente del suo ex-partito: proprio con quel presidente che, con colpevole leggerezza, per due volte lo aveva candidato.

    Come italiani all'estero non possiamo sentirci rappresentati in parlamento, in alcun gruppo politico, da un voltagabbana incompetente. Antonio Razzi non può tornare in Svizzera, tra le collettività che gli hanno espresso la fiducia, senza aver compiuto  l'unico atto chiarificatore che può fare: le dimissioni!  Oggi più che mai è necessario chiedergli a viva voce e senza ambiguità di lasciare subito lo scranno parlamentare!

Sinistra Ecologia Libertà - Svizzera

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Per completezza d'informazione informiamo che l'on. Razzi ci ha scritto per segnalarci una lunga intervista con Salvatore Viglia apparsa sul sito: http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=31722. In essa si legge:

D. - Ma dal nulla non è sorta però questa leggenda.

RAZZI - (...) all’epoca dei fatti con più comunicati stampa ho smontato la fasulla notizia del mutuo. Ho sempre smentito a 360 gradi. Mai nessuno propose allora come nessuno ha proposto ora, una cosa di questo tipo. L’ho sconfessato decisamente e subito ma i giornalisti vi hanno fatto la scarpetta ed il partito l’ha usata per farsi propaganda. Per quanti insistono su questa falsa riga, anche a mezzo stampa, ho già dato ai miei legali mandato per i risvolti penali che queste affermazioni significano.

D.: Qual è stata la molla che le ha fatto scattare la decisione, la fatidica goccia che ha fatto poi traboccare il vaso?

RAZZI - La mia nomina a responsabile dell’Italia dei Valori nel mondo per gli italiani all’estero. Mi sentivo per un verso inorgoglito, dall’altro non riuscivo a spiegarmi le modalità e la tempistica con la quale mi arrivava la nomina. Mi si avvicina Di Pietro nel ristorante della camera e me lo dice. Punto. Da allora ho dato una sferzata alla mia politica, mi sono attrezzato per poter affrontare questa fase decisamente incisiva ed importante dando davvero una svolta a tutta la mia attività. Tutti i miei comunicati stampa, documenti politici ecc. portavano un sottotitolo “Piano di rilancio dell’Italia dei Valori nel mondo”. Ma notavo che più la mia azione diveniva incalzante più produceva insofferenza in quanto mostravo di aver elevato decisamente il livello dell’azione politica che mi riguardava e questo fatto invece che far piacere indispettiva. Si immagini che consegnai in quel periodo una bozza di progetto di legge a mio parere molto innovativo, difficile ma sarà l’orientamento futuro all’on. Donadi per averne un parere, ancora sto aspettando. Menefreghismo assoluto. In realtà, se non avessi avuto quella nomina, se non mi fossi dato da fare politicamente per meritarmela, non sarei riuscito a capire che ai miei danni ed alle mie spalle si tramava vigliaccamente il fatidico calcio al fondoschiena. Non che mi interessasse la ricandidatura perché se vogliamo essere chiari e cinici, in questa fase invece il vitalizio l’avevo maturato per aver concluso i cinque anni di legislatura. Quindi le anticipo ancora una risposta qualora volesse essere caustico. Faccio questa precisazione perché è la prova del nove che essere ricandidati per me non era vitale, potevo farne a meno come posso oggi farne a meno. No, era il subdolo atteggiamento ed il sotterfugio di Di Pietro che non digerivo. In fondo, come uomo, non accetto da lui lezioni, sono anche più grande in età. La misura era oramai colma.

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Sempre per completezza d'informazione informiamo altresì che Massimo Pillera, ex portavoce dell'on. Razzi, ha dichiarato:

"Il motivo della scelta di Razzi? L'ha spiegato lui stesso il 25 novembre durante una cena a Zurigo: Angelino Alfano gli ha garantito la rielezione e Franco Frattini gli ha permesso di segnalare un nome come prossimo Console onorario di Lucerna. Mentre Antonio Di Pietro gli aveva già dato il benservito a causa di un processo pendente". Pillera inoltre intervistato Maria Luisa Bevacqua, cassiera della Federazione Emigrati abruzzesi in Svizzera, di cui Razzi è stato presidente. Secondo la donna Razzi avrebbe utilizzato per scopi personali i fondi stanziati dalla Regione Abruzzo per l'alluvione che ha colpito la città svizzera nel 2005 (ascolta l'audio). Alessandro Ferrucci e Peter Gomez riferiscono su Il Fatto che l'associazione abruzzese avrebbe promosso contro l'on. Razzi un procedimento penale tuttora in corso (www.ilfattoquotidiano.it).     

Wikileakse il panico del Sistema

La Catena di San Libero *)

La vera notizia è la reazione alle "rivelazioni"

di Riccardo Orioles
www.ucuntu.org

Non è che poi Wikileaks abbia fatto 'ste gran rivelazioni. Le cose che sono uscite più o meno si sapevano già prima: certo, a vederle tutte insieme il panorama è molto più desolante che a leggerle una per una: politici bestie, bombardamenti casuali, governi semimafiosi, guerre fatte per soldi e compìti diplomatici che ruttano fragorosamente ai pranzi ufficiali. E allora? Perché s'incazzano tanto?

    Perché il senso di panico, a sentirsi sbattere le cose in faccia senza poterci far niente, ha fatto letteralmente impazzire tutti quanti. “L'ha detto la televisione”, diceva una volta la gente, e quella la puoi controllare. Ma ora: “L'ha detto internet!”. E qua, con tutto il potere, non ci puoi far niente.

    La vera notizia allora è questa: il panico da ancient régime che ha travolto selvaggiamente tutti, dal non-occidentale Putin all'occidentalissima Clinton.

    “Arrestatelo!”, “Minaccia il mondo!”, “Pena di morte!”, “Fatelo fuori alla svelta!”. Non sono i talebani a gridarlo o i mandarini cinesi, ma proprio i nostri civilissimi e acculturati parlamentari e ministri. La Svizzera, a un certo punto, ha addirittura sospeso i conti del povero Asange: non l'aveva fatto con Hitler, non lo fa coi mafiosi - lo fa con Wikileaks, cioè con internet, che evidentemente gli fa molta più paura.

    Con il che, è detto tutto: se i banchieri svizzeri, cioè il cuore del cuore del - chiamiamolo così - Sistema hanno rinnegato se stessi, figuriamoci gli altri.

    Il diritto di cronaca ufficialmente non esiste più e il giornalismo è fuorilegge. Non solo in Iran o in Cina ma proprio qui da noi, in America e Europa. E la libertà? E il liberismo? E chi se ne fotte.

    Zoom sulla Sicilia, a Catania e Palermo, dove era già così da trent'anni (le inchieste su Ciancio indicano solo la cattiva coscienza in tempi complicati del Palazzo, non certo una qualunque voglia di cambiare): c'è democrazia in Sicilia? si può fare cronaca? si può parlare liberamente?

    Va bene, non si può, rispondevamo fino a poco tempo fa: ma a Milano, ma a Roma, ma a Washington... Ecco: la novità è che si vanno catanesizzando Roma Milano e Washington, vanno abolendo l'informazione.

    O almeno, questa sarebbe l'intenzione. Ma in realtà la gente è molto meno malleabile di prima, non perché più colta o più civile (anzi) ma perché ha a disposizione tecnologie che prima non aveva. Puoi impiccare Asange, ma internet chi lo impicca?

    Tanti piccoli Assange (ma no, non personalizziamo: nell'internet non si usa) spunteranno, e in effetti già spuntano, dappertutto. E' la stessa tecnologia che li produce: dopo Gutenberg era solo questione di tempo perché venissero fuori tanti Luteri.

    Va bene, lavoriamo per questo. Tranquillamente perché tanto il trend è questo e non c'è nessuna ragione di eccitarsi. Stampa batte amanuense, borghese batte vescono, Rete batte Sistema: prima o poi.

    Pensare globalmente, agire localmente: è tornata ad uscire la Periferica e questa, nel nostro piccolo, è una delle tipiche buone notizie. Sta funzionando male la connessione Sicilia-Bologna e la Catania-Ragusa: questi, nel nostro piccolo, sono i nostri guai. E lavoriamo da gnomi, da formichine, senza una lira ma cantando allegramente come i Sette Nani, perché sappiamo benissimo che sono guai risolvibili mentre le buone notizie sono semi di alberi grandi, il cui frusciare, se tendete le orecchie, lo sentite già.

*) La "Catena di San Libero" è una e-zine gratuita, indipendente e senza fini di lucro. Viene inviata gratuitamente a chi ne fa richiesta. Per riceverla, o farla ricevere da amici, basta scrivere a: riccardoorioles@gmail.com.

    La "Catena" non ha collegamenti di alcun genere con partiti, lobby, gruppi di pressione o altro. Esce dal 1999. L'autore è un giornalista professionista indipendente. Puoi riprenderla su web, mail, volantini, giornali ecc, purché non a fini di lucro. Puoi forwardarla ai tuoi amici. Se hai un sito o un blog puoi montarci la "Catena" e i successivi aggiornamenti.

    Chi desiderasse (ma non è obbligatorio: la "Catena" arriva gratis) contribuire alle spese può: -- fare bonifico su: Riccardo Orioles, conto BancoPosta 16348914 (iban: IT56 S076 0116 5000 0001 6348 914); -- effettuare ricarica telefonica (Tim) su 333.7295392  

Chiesa del silenzio?

«Moralmente parlando, siamo al governo Berlusconi-Scilipoti. Politicamente, siamo al governo dei tre B: Berlusconi, Bossi e Bagnasco. Sua Eminenza, infatti, qualche istante dopo il voto-mercimonio con cui a Montecitorio Berlusconi aveva evitato la sfiducia, già avvertiva l’impellente stimolo di incensarlo così: “Ripetutamente gli italiani si sono espressi con un desiderio di governabilità. Questa volontà, questo desiderio espresso in modo chiaro e democratico, deve essere da tutti rispettato e da tutti perseguito con buona volontà ed onestà”. Il più lurido mercato delle vacche cui sia stato dato assistere nel Parlamento italiano viene così santificato dal presidente della Conferenza episcopale, che parla evidentemente a nome di tutti i vescovi italiani. . . Non è possibile credere che tutta la Chiesa italiana condivida tanto oltranzismo filo-berlusconiano. Certo, ci sono i “preti in prima linea”, che hanno il coraggio di condannare il “pranzo dell’ignominia con Berlusconi” e lo “scandalo della gerarchia cattolica che si è inginocchiata alla mensa della corruzione,ha offerto corruttele e in cambio ha ricevuto soldi di peccato, leggi arraffa” per concludere con un “Bagnasco, Bertone, Ruini. Liberaci, o Signore!” (don Paolo Farinella). Ma anche nella Chiesa gerarchica, tra i vescovi, possibile che i tanti che in privato sussurrano gli stessi giudizi, abbiano deciso di ridursi a una volontaria “Chiesa del silenzio”?»

Paolo Flores d'Arcais


Ricompattamento interno
«Lo stesso Ruini, ad un Forum del suo Progetto Culturale sull´unità d'Italia, invece di occuparsi alla sua veneranda età delle anime, anche della sua, o della crisi della fede e della situazione infelice in cui versa la sua Chiesa, impiegava il suo zelo per dare pareri sul sistema maggioritario, sul rafforzamento dell'esecutivo sul federalismo solidale, soprattutto controllato da un governo forte. . . Ce n'è abbastanza per giustificare l´impressione di un ricompattamento interno della cupola gerarchica sugli interessi concordatari, onde garantirsi una sicurezza dall´Italia, più che mai identificata nel destino di fare da piedistallo della Santa Sede. . . La storia è là a dimostrare che una Chiesa che si conduce da partito perde la propria anima».

Giancarlo Zizola       

POLITICA E SOCIETÀ
a cura di rassegna.it

Gli studenti rispondono a Saviano

Le organizzazioni studentesche divise sulla lettera dello scrittore. Unione degli universitari: "Grazie Roberto, il tuo appello è nostro, andiamo avanti a volto scoperto". I collettivi sono critici: "E' lontano dalla realtà, non indaga le cause profonde del movimento".

Gli studenti rispondono a Saviano. Ieri l'autore di Gomorra aveva scritto una lettera, pubblicata su Repubblica, rivolgendosi al movimento studentesco. Invitava i ragazzi a "manifestare a volto scoperto", condannando duramente gli scontri del 14 dicembre: "Chi ha lanciato un sasso alla manifestazione di Roma - si legge nel testo - lo ha lanciato contro i movimenti di donne e uomini che erano in piazza, chi ha assaltato un Bancomat lo ha fatto contro coloro che stavano manifestando per dimostrare che vogliono un nuovo paese, una nuova classe politica, nuove idee". Ogni gesto violento è "un voto di fiducia in più dato al governo Berlusconi", ha scritto Saviano, invitando i manifestanti pacifici a isolare gli "imbecilli".

    E oggi (venerdì 17 dicembre), mentre Maroni interviene in Senato, gli studenti tornano a parlare. Lo fanno con varie voci e diversi toni, in risposta alla riflessione dello scrittore. Ci sono organizzazioni che apprezzano l'intervento, condividono la lettera e si impegnano ad agire di conseguenza, mentre altre - che si rifanno ai collettivi studenteschi - bocciano l'articolo e sottolineano la lontananza di Saviano dal movimento studentesco.

    "Grazie Roberto, il tuo appello è anche il nostro. Andiamo avanti a viso scoperto, con le nostre idee e le nostre lotte". Questa in sintesi l'opinione dell'Unione degli Universitari e Rete degli Studenti, che rispondono con un'altra lettera pubblicata sul loro sito. "Gli scontri di martedì fanno male al movimento studentesco, hai ragione - scrivono -. Fanno male a tutto il paese, perché offuscano una mobilitazione straordinariamente condivisa nelle sue ragioni e nelle sue pratiche dalla società civile, dall'opinione pubblica".

    Proprio per questo, aggiungono le organizzazioni, "crediamo che il tuo intervento rappresenti lucidamente le paure e le speranze di chi vede questo movimento come un elemento sano della nostra società e vuole difenderlo da una degenerazione violenta". Gli scontri di Roma non possono offuscare il valore della mobilitazione, a loro avviso, una protesta contro il ddl Gelmini che continuerà "per sconfiggere chi crede di azzittire un'intera generazione con metodi antichi, che puzzano di naftalina e ricordano le peggiori stagioni di questa Repubblica".

    E' di segno completamente opposto la reazione dei collettivi universitari, che si affidano al network Ateneiinrivolta per rispondere allo scrittore. Lo fanno con toni duri e molto critici, rivolgendosi direttamente a Saviano: "Se non capisci che gli attori delle dinamiche che hanno avuto luogo vanno ben al di là di sparuti gruppetti di teppisti, di professionisti della guerriglia urbana, vuol dire che la tua percezione della realtà è assolutamente fallace". L'autore non ha compreso dunque le ragioni della manifestazione che è degenerata in scontri, sostengono, ragioni che sono "completamente diverse" da quelle da lui teorizzate.

   In particolare, non è piaciuta la descrizione del "manifestante violento" offerta da Saviano. "La creazione del 'militante immaginario' che ci hai regalato è degna dei migliori (o peggiori) testi di fantascienza - dicono i collettivi -. Quelli che descrivi come 'anarchici in tuta nera', 'quei cinquanta o cento imbecilli', 'piagnucoloni' siamo in realtà noi tutti, studenti, lavoratori, disoccupati; insomma, i 'dannati della terra' dei nostri giorni". Non bisogna semplificare, occorre indagare le cause profonde di questo movimento: in caso contrario, concludono, si fa "un'operazione scorretta, fuorviante e per certi versi molto pericolosa".

       

IPSE DIXIT

Il prezzo - «Quel che desidera, l'acquisisce al prezzo della psyche». – Eraclito

Predico acqua, ma gradirei del kirsch - «La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica, non può e non deve mettersi al posto dello Stato». – Bendetto XVI 

lunedì 13 dicembre 2010

1.700 le tonnellate di rifiuti ammassate nelle strade di Napoli

IN BREVE
a cura di rassegna.it 

Governo
Inchiesta su compravendita voti 
La procura di Roma ha aperto un fascicolo processuale sulla vicenda della presunta compravendita di parlamentari. Lo riferiscono fonti di agenzia. L'iniziativa nasce ad un esposto fatto da Antonio Di Pietro. Al vaglio dei pubblici ministeri c'è già un altro fascicolo aperto, sulla base di notizie di stampa, riguardante la presunta compravendita di senatori. L'indagine è a carico di ignoti.


 

Rifiuti
Napoli, 1.700 tonnellate per strada 
Sono circa 1.700 le tonnellate di rifiuti ammassate nelle strade di Napoli. E' quanto si apprende da fonti di agenzia. A quanto riferiscono, la scorsa notte la raccolta ha portato a 1.550 tonnellate da destinare agli impianti e alla discarica di Chiaiano, ma la produzione di ieri si attestata intorno alle 1.450 tonnellate. Negli ultimi giorni c'è stato un recupero di 100 tonnellate di immondizia, la situazione resta grave sia nelle zone periferiche che nelle strade del centro.



Crisi
Ue all'Italia: non serve altra manovra 
Al momento l'Italia non ha bisogno di una manovra economica aggiuntiva "nè adesso nè nell'esercizio successivo", se crescita ed entrate andranno come previsto. Lo ha affermato il commissari Ue agli Affari economici, Olli Rehn. Nella mattinata si è svolta un'audizione congiunta davanti alle commissioni Esteri, Bilancio e Politiche Ue di Camera e Senato. Al termine, il responsabile europeo ha tenuto una conferenza stampa con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. E' stata l'occasione per fare il punto sulla situazione del nostro paese, vista da Bruxelles.



Corte Costituzionale
Slitta decisione legittimo impedimento 
La Corte Costituzionale rinvia la decisione sul legittimo impedimento, inizialmente fissata per il 14 dicembre. Una scelta che arriva per "giudicare in un clima più tranquillo" vista la concomitanza con il voto di fiducia al governo in Parlamento. "Il clima è troppo surriscaldato, vogliamo evitare letture politicizzate della sentenza". Lo afferma il presidente della Consulta, Ugo De Siervo, in conferenza stampa. A quanto si apprende, la decisione potrebbe slittare all'11 o al 25 gennaio.



Iran
Smentita liberazione Sakineh
Non è stata liberata. Le immagini che la ritraggono a casa sua sono autentiche, ma sono semplicemente spezzoni di un programma televisivo dell'emittente iraniana Press-tv che sta ricostruendo il caso giudiziario. Lo riferisce il sito web della stessa emittente. La notizia della liberazione di Sakineh Mohmmadi-Ashtiani, di suo figlio e dell'avvocato, era stata data ieri dalla Ong tedesca che teneva i contatti con la prigioniera, ma secondo le ultime notizie era un falso. La è stata condannata per avere organizzato e portato a termine, assieme al suo amante, l'omicidio del marito, e ora rischia la lapidazione.



Oslo
Nobel a Liu Xiaobo con sedia vuota 
L'immagine del giorno è quella di una sedia tristemente vuota. Doveva esserci lui, il dissidente cinese Liu Xiaobo premio Nobel per la Pace 2010, ma alla cerimonia di oggi (10 dicembre) a Oslo l'invitato principale non ha potuto partecipare, detenuto nel suo paese dove sta scontando 11 anni di carcere con l'accusa di sovversione. Il diploma rilegato è stato posto sulla poltrona del vincitore. Quella sedia è "un simbolo forte, ma anche molto triste", commenta la leader democratica birmana Aung San Suu Kyi, Nobel nel 1991. "So cosa vuol dire non poter partire o temere per chi parte a nome tuo", aggiunge Lech Walesa, anche lui insignito dello stesso riconoscimento negli anni '80.  

Conoscenza e lavoro: la sfida dei green skill

IPSE DIXIT

La ricreazione è finita - «La ricreazione è finita. Anche per noi.» – Pierluigi Bersani

EUROPA

L'UE deve accelerare

In occasione del prossimo Consiglio europeo, convocato per il 16 e 17 dicembre l'Europa deve accelerare nell'opera di riforma della governance

Gianni Pittella
Vicepresidente vicario del Parlamento europeo

Proprio nel momento in cui i tempi sembravano maturi per dotare l'Unione europea di maggiori poteri "politici", attraverso il deciso rafforzamento del ruolo di coordinamento delle politiche economiche, la rottura sul Bilancio comunitario e la precipitazione della situazione irlandese riportano l'Europa a confrontarsi con i peggiori scenari e, come sottolineato dal  Presidente Van Rompuy, con un rischio "sopravvivenza" dell'Unione.

    Pare proprio che a qualche governo non vada giù di cedere competenze nazionali a vantaggio di una gestione comune, né di mettere mano alla cassa in favore di un altro Paese in difficoltà. A spingere in queste ultime ore l'Europa sul bordo del precipizio sono stati soprattutto i tentennamenti della Merkel in occasione dell'intervento di salvataggio prima della Grecia, ed ora dell'Irlanda, e l'azione irresponsabile e demagogica del premier inglese Cameron che ha lavorato per affossare ogni margine di accordo sul bilancio europeo.

    In tale scenario anche i mercati finanziari stanno facendo la loro parte nel destabilizzare l'Europa politica, tentando di svincolarsi da qualsiasi forma di coinvolgimento in eventuali ristrutturazioni delle finanze pubbliche.  Non é un caso che le fibrillazioni degli investitori siano aumentate a seguito dell'ipotesi ventilata dalla Germania di un coinvolgimento del settore privato nei piani di salvataggio.  Ci sono tuttavia gli strumenti e i tempi per ribaltare la situazione e rilanciare l'azione europea. Partiamo dal Bilancio. Scaduti i 21 giorni previsti dal Trattato per trovare un accordo tra Consiglio e Parlamento, adesso la Commissione europea presenterà una nuova proposta che andrebbe approvata entro fine anno per non penalizzare i beneficiari delle risorse europee: dalle Regioni che utilizzano i fondi strutturali gli agricoltori che beneficiano della PAC, dalle Università e centri di ricerca agli enti locali, per finire con le nuove autorità europee responsabili della vigilanza dei mercati che saranno operative da gennaio 2011 ma che, senza bilancio approvato, non avranno nemmeno un  euro per partire.

    La base negoziale per fare l'accordo é di assoluta saggezza ed il Parlamento, con la massima responsabilità istituzionale, si é mostrato pronto ad accettare l'ulteriore taglio di 4 miliardi richiesto dai governi - per venire incontro alle difficoltà di cassa degli stati membri - a patto però che per il 2012-2013 siano previste maggiori risorse per far fronte ai nuovi compiti che il Trattato di Lisbona conferisce all'UE ed agli obiettivi concordati con la Strategia "Europa 2020" che i governi votarono all'unanimità e che ora é ben strano non vogliano più finanziare.

    Mi auguro che in occasione del prossimo Consiglio europeo, convocato per il 16 e 17 dicembre, si registri il medesimo senso di responsabilità mostrato dal Parlamento e che non prevalga la miopia distruttrice di tre Paesi - Inghilterra, Olanda e Svezia - sulla maggioranza di chi vuole coniugare austerità e risparmi con crescita e sviluppo, rigore nella spesa con salvaguardia degli investimenti europei indispensabili per il futuro dei cittadini. In merito poi alla questione irlandese ed alla generale crisi delle finanze pubbliche europee bisogna agire con gli strumenti che sono a disposizione. L'Europa deve mantenere ben saldo il timone puntando a rendere il prima possibile permanente  il "meccanismo di stabilizzazione", accelerare nell'opera di riforma della governance economica prevedendo chiari paletti per l'applicazione del patto di stabilità e,  parallelamente, continuare nell'azione già in atto di regolamentazione dei mercati finanziari. Anche perché l'euro non puó essere  ostaggio di mercati finanziari che stanno facendo la loro parte nel destabilizzare l'Europa politica, tentando di svincolarsi da qualsiasi forma di coinvolgimento in eventuali ristrutturazioni delle finanze pubbliche.  

LAVORO E DIRITTI
a cura di rassegna.it

Conoscenza e lavoro: la sfida dei green skill

Lo sviluppo delle energie rinnovabili può dare impulso a una nuova politica industriale che, improntata alla promozione della eco-compatibilità e della qualità dei processi, dei prodotti e dell'occupazione, riqualifica il lavoro

di Serena Rugiero *)
molecoleonline.it

Con la Strategia di Lisbona il Consiglio Europeo ha stabilito l'obiettivo strategico di "far diventare l'Unione Europea l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro ed una maggiore coesione sociale".
    La sfida di "un'economia basata sulla conoscenza" è stata resa più ambiziosa perseguendo l'integrazione degli obiettivi di sviluppo economico e sociale con quelli di sostenibilità ambientale: l'Agenda di Lisbona si è così intrecciata con quella dello sviluppo sostenibile, attraverso un rafforzamento reciproco[1].

    Entrambe queste strategie mirano a sostenere gli interventi a favore dell'innovazione tecnologica e degli investimenti in capitale umano, sociale ed ambientale.

    In linea con il quadro complessivo di politica di sviluppo delineato, le tecnologie rinnovabili si stanno affermando come i fattori portanti di un nuovo paradigma di crescita che, nell'ambito della "riconversione verde" dell'economia, è in grado di connettere competitività, sostenibilità e lavoro. Proprio nell'attuale crisi economico-finanziaria globale esse si configurano, infatti, come un importante obiettivo di politica economica, oltre che ambientale, contribuendo al rilancio produttivo ed occupazionale.

    In particolare, lo sviluppo del settore delle rinnovabili, non solo permette di abbattere le emissioni di anidride carbonica, ma può dare impulso ad una nuova politica industriale che, improntata alla promozione della eco-compatibilità e della qualità dei processi, dei prodotti e dell'occupazione, promuove un ripensamento critico dei tradizionali modelli di produzione e di consumo ed una riqualificazione del lavoro.

    La nuova politica energetica europea, basata sullo sviluppo delle energie rinnovabili, del risparmio e dell'efficienza energetica[2], difatti, oltre ad avere un impatto positivo sul consumo di energia e sull'ambiente, influenzerà la struttura del mercato del lavoro del settore, la composizione dell'offerta, i profili professionali richiesti dalle imprese, la produzione e la produttività.


Nuove conoscenze per i lavoratori: i green skill
Come è emerso da una ricerca dell'Osservatorio Energia e Innovazione dell'Ires[3] per poter beneficiare delle opportunità offerte dalla crescita delle energie rinnovabili è essenziale un forte investimento in ricerca e sviluppo, parallelamente a quello per la formazione delle figure professionali coinvolte nei processi di innovazione tecnologica. La riqualificazione delle strutture produttive legata alle tecnologie verdi ha, infatti, profonde implicazioni sulle attività lavorative, in termini di richiesta di nuove competenze, conoscenze e abilità, fino al delinearsi di nuovi profili professionali. Molte delle professioni emergenti possono essere considerate come il frutto di processi di riqualificazione attraverso l'acquisizione di nuovi skill (abilita') e sono perciò collocabili lungo un continuum che va da una minima riqualificazione del lavoro tradizionale alla transizione ad una nuova occupazione, sulla base delle tre ipotesi dell'indagine citata, secondo le quali:

    i) i nuovi green skill si configurano semplicemente come supplementari ai requisiti richiesti ai lavoratori standard, potendone aumentare l'occupabilità;

    ii) i nuovi green skill si collegano a significativi cambiamenti nel lavoro e nei requisiti richiesti al lavoratore diventando un requisito necessario per la professione standard;

    iii) i nuovi green skill determinano la transizione a nuovi lavori: le occupazioni verdi emergenti.
 
Oltre Lisbona: verso la società sostenibile della conoscenza
 
E' importante sottolineare che la crescita del settore delle rinnovabili può rappresentare un'occasione interessante sia di sbocco occupazionale per i giovani e gli inattivi, se essi sviluppano quelle competenze specifiche di cui il settore ha bisogno, sia di riconversione dei lavoratori in mobilità, ricapitalizzando figure professionali provenienti da settori in crisi che possono vivere una fase di rivitalizzazione generata dalla crescita delle nuove tecnologie rinnovabili (ad esempio, si può assistere ad un incremento di richiesta di forza lavoro qualificata per fare fronte alla accresciuta domanda di turbine eoliche). In questi casi si è in presenza di un processo di riconfigurazione di profili lavorativi standard e/o di un percorso di re-orientamento di figure professionali tradizionali nei comparti delle energie rinnovabili, cui possono beneficiare lavoratori in mobilità, vittime dei processi di espulsione determinati dalla crisi economica.

    A tal fine è fondamentale la pianificazione e l'implementazione di interventi per la riqualificazione delle competenze, da aggiornare in funzione delle nuove mansioni e delle nuove specialità, che sono imprescindibili per consentire ai lavoratori di cogliere le opportunità di impiego che derivano dallo sviluppo delle energie verdi e per incidere sulla qualità dell'occupazione.

    La formazione delle figure professionali implicate nei processi di innovazione tecnologica deve favorire lo scambio tra istruzione e mercato del lavoro e tra sistema formativo e mondo produttivo attraverso uno sforzo di coordinamento con le politiche finalizzate a promuovere lo sviluppo del settore delle rinnovabili.

    E' dunque auspicabile, anche nel nostro Paese, lo sviluppo di politiche industriali ed energetiche capaci di spostare in avanti il paradigma tecnologico con un'adeguata promozione della filiera dell'innovazione e, contestualmente, della formazione che riveste un ruolo centrale nell'accompagnare le trasformazioni in atto nel sistema energetico.

    E' seguendo questa direzione che la green economy potrà contribuire all'avvio di un nuovo processo di crescita all'insegna dell'integrazione tra sviluppo economico e tutela dell'ambiente per la costruzione di società sostenibile della conoscenza.

Picture (Metafile)

* Serena Rugiero, Ricercatrice, Coordina l'Osservatorio Energia e Innovazione dell'Istituto di Ricerche Economiche e Sociali (IRES)

Note

[1] Con il Consiglio Europeo di Goteborg del 2001 ha preso effettivo avvio la "strategia europea" per lo sviluppo sostenibile; ad essa è seguita la nuova "strategia europea per lo sviluppo sostenibile 2005-2010" e la decisione del Consiglio Europeo del 6 ottobre 2006 inerente gli "Orientamenti strategici comunitari per la coesione economica, sociale e territoriale 2007-2013"; l'integrazione tra le dimensioni economica, sociale ed ambientale viene ulteriormente confermata dalla Nuova Strategia Europa 2020, approvata lo scorso marzo, che mira a promuovere un'economia sociale di mercato sostenibile e a rendere l'Europa competitiva, innovativa e inclusiva con alti tassi di occupazione e una crescita più verde.

[2] Con il Pacchetto Clima-Energia 20-20-20 l'Unione Europea ha stabilito che entro l'anno 2020 dovrà: ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra; portare al 20% il risparmio energetico; aumentare al 20% la quota di energie da fonti rinnovabili.

[3] S. Rugiero, S. Notargiovanni (a cura di), 2010, "Lotta ai cambiamenti climatici, efficienza e fonti rinnovabili: gli investimenti, le ricadute occupazionali e le nuove professionalità", Rapporto di Ricerca Ires, in corso di pubblicazione: http://www.ires.it/node/1047

       

martedì 7 dicembre 2010

Incidenti lavoro, operaio muore a Bologna

IN BREVE
a cura di rassegna.it 

Terzo Polo in campo: Berlusconi si dimetta 
Fini riunisce i deputati di Fli, Udc, Api, Mpa, Liberaldemocratici, oltre a La Malfa e Guzzanti del Gruppo Misto: "Il governo ormai è logoro e inadeguato, Berlusconi si dimetta subito e faciliti l'apertura di una fase nuova per evitare inutili manovre di palazzo, evitare un inutile e dannoso ricorso alle urne". Il premier minimizza: "Irresponsabili". La Lega: "Grave errore politico". Pd: Berlusconi al capolinea.



Wikileaks - Il gas di Putin, altra tegola per il Cavaliere 
Il sito mette al centro l'affare del gasdotto Gazprom-Eni e i rapporti tra Italia, Russia, Silvio Berlusconi e l'ex presidente russo. Pubblicati dispacci attribuiti all'ex ambasciatore americano a Roma, Roland Spogli, che, a sua volta citando come fonte l'ambasciatore georgiano nella capitale italiana, sospetterebbe una "percentuale sui profitti" dei gasdotti promessa dal capo del Cremlino. Scaroni (Eni): no comment. Il portavoce di Putin: "Spazzatura".



Ddl Gelmini Università
Slitta la riforma
La riforma dell'università non approderà subito in Senato. Il testo tornerà a Palazzo Madama soltanto dopo il doppio voto di fiducia del 14 dicembre. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo. Sentito nel giro di poche ore il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini: "Se non ci sarà un atteggiamento ostruzionistico - aveva detto poco prima - i tempi per approvarla in Senato prima del 14 dicembre ci sono". Studenti e ricercatori esultano: "Primo successo della protesta".



Incidenti lavoro, operaio muore a Bologna
Un operaio bolognese di 40 anni è deceduto sul lavoro presso l'inceneritore rifiuti del Frullo a Granarolo Emilia. Lo riferiscono fonti di agenzia. L'uomo, secondo i carabinieri, stava eseguendo un intervento di manutenzione quando è rimasto schiacciato da una griglia. I sanitari del 118 hanno solo potuto constatare la morte.



Cinquantamila italiani emigrano ogni anno
Ogni anno partono circa 50mila italiani. I connazionali all'estero sono oltre 4 milioni, in aumento di un milione rispetto al 2006. E' quanto emerge dalla quinta edizione del "Rapporto Italiani nel Mondo", presentato dalla Fondazione Migrantes. Le partenze, spiega l'indagine, superano di gran lunga i nuovi arrivi nel nostro paese. E riguardano soprattutto i soggetti più preparati.



Indesit, accordo azienda-sindacati sul Piano Italia
Dopo mesi di trattative è stato raggiunto il primo accordo tra la Indesit e i sindacati sul "Piano Italia". Il progetto, presentato lo scorso 9 giugno, prevede investimenti per 120 milioni e lo spostamento delle produzioni realizzate a Brembate (Bergamo) e Refrontolo (Treviso) nei poli di Fabriano e Caserta. Il nodo da sciogliere riguardava i 510 lavoratori delle due fabbriche del nord che saranno chiuse. "Sostegno e impegno per la ricollocazione".



Spagna, Zapatero privatizza aeroporti e lotteria
Il pacchetto anticrisi del governo socialista per fare cassa: passano ai privati gli scali di Madrid e Barcellona, insieme alla società che gestisce il lotto. L'obiettivo è ridurre il debito nel 2011. Il premier: non ricorriamo a fondo di salvataggio Ue. Intanto la disoccupazione volta al 19,8%.       

Aprite gli archivi di stato


IPSE DIXIT

Diritto in stile libero - «Reclama la libertà in base al diritto della civiltà moderna, per poterla poi negare in base al diritto canonico.» – Ernesto Rossi

Aziz è un vecchio, e io sono socialista
di Luca Cefisi
La riunione del Consiglio dell’Internazionale Socialista del 15 e 16 novembre a Parigi, così come quella del Partito del Socialismo Europeo a Varsavia il 2 e 3 dicembre prossimi, hanno visto al centro del dibattito il rapporto con i grandi organismi europei ed internazionali.

    L’intento è quello di indirizzare l’azione non solo dei politici, ma anche dei tecnici, entrando nel merito delle problematiche che vengono ogni giorno gestite dai mandarinati scientifici, economici e finanziari riuniti nella Banca Mondiale, nell’Osce, nel Fondo Monetario Internazionale, nei vari passaggi del processo di Kyoto. Si tratta di aggredire il deficit democratico di governance globale. Si può e si deve gettare luce su dossier lasciati nell’oscurità dai media, e coordinando le azioni dei governi e anche dei loro tecnocrati, spesso lasciati a sè stessi. Offrire un’alternativa al “governo di fatto” dei mercati.

    A Parigi George Papandreu è arrivato forte del segnale rassicurante della tenuta del suo partito nelle ultime elezioni comunali (vittorie ad Atene e Salonicco): Vuol dire che i socialisti greci hanno retto alla reazione inevitabile dopo la crisi finanziaria e la politica dei sacrifici. La proposta socialista rimane sempre quella basata sulla ripresa e lo sviluppo, di contro alle teoria dell’austerità a tutti i costi che colpisce in maniera ineguale poveri e ricchi.

    Da Parigi i socialisti di tutto il mondo hanno poi lanciato un nuovo appello per un accordo generale sugli interventi per il cambiamento climatico in vista della conferneza di Cancun. Tema com’è noto poco discusso in Italia, anche per il fastidio che suscita sia in ambienti governativi che confindustriali: ma si tratta del futuro dell’umanità e della vita sul pianeta, conviene quindi discuterne. Qui la prospettiva è quella di favorire un accordo, ovviamente il più avanzato possibile in termini di contenimento delle emissioni di carbonio, e al tempo stesso nello sviluppo delle energie rinnovabili.

    Infine, la questione dei conflitti: l’Internazionale è presente nel Caucaso e in Medio Oriente, aree difficilissime, dove però il ruolo dei socialisti, per esempio di figure in crescita di prestigio come il presidente iracheno Jalal Talabani, offre opportunità alla pace. La dichiarazione di Talabani che non ratificherà la condanna a morte dell’ex ministro di Saddam Hussein, Tareq Aziz, è giunta accompagnata da una spiegazione semplice e bella: “Aziz è un vecchio, e io sono socialista”. Una affermazione dei nostri valori, che non sono valori alieni anche nel Medio Oriente. Talabani è un stato un capo partigiano, ora è un uomo di rinconciliazione e un capo di stato laico e umanista.


Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Aprite gli archivi di stato

Verità sulle stragi

Appello al Presidente della Repubblica, al Presidente del consiglio e ministri interessati, ai Presidenti del Copasir e delle Commissioni parlamentari d’inchiesta.

Un’intera stagione, quella dello stragismo che ha macchiato di sangue l’Italia, rischia di essere archiviata a seguito della recente sentenza sulla strage di Piazza della Loggia, Brescia, che ha assolto per insufficienza di prove tutti gli imputati. Un’assoluzione sulla quale ha pesato non il ricorso a segreti di Stato, bensì silenzi e reticenze di comodo, anche da parte di uomini appartenenti alle istituzioni.

    Per garantire un cammino trasparente alla giustizia, anche in relazione al resto delle inchieste tuttora in corso per altri fatti di criminalità organizzata, e rendere possibile la ricerca storica su quegli anni, avvertiamo sempre di più una triplice esigenza:

    chiediamo che siano aperti tutti gli archivi con una gestione che ne faciliti l’accesso a tutti i soggetti interessati, senza preclusione alcuna;

    chiediamo che vengano fatte decadere tutte le classificazioni di segretezza su tutti i documenti relativi all’evento - compreso i nominativi ivi contenuti - in possesso in particolare dei servizi segreti, della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza, che i documenti vengano catalogati e resi pubblici senza distinguere tra documenti d’archivio e d’archivio corrente;

    chiediamo che in tal senso sia data piena attuazione alla legge del 3 agosto 2007, n.124 che regola il segreto di Stato la quale prescrive che, passati al massimo trent’anni dalla data in cui è stato apposto il segreto sull’evento e sui relativi documenti o dalla data in cui sia stato opposto al magistrato che indagava, tutti i documenti che si riferiscono all’evento siano resi pubblici e consultabili. Non è più accettabile che a tutt’oggi manchino gli specifici decreti attuativi. In tal senso il Freedom of Information Act statunitense ci pare un modello a cui è possibile ispirarsi

    L’ipotesi, avanzata dalla commissione Granata nel Copasir, di reiterare il segreto di stato dopo trent’anni è inaccettabile.

    Chiediamo alle nostre istituzioni di attivarsi il più decisamente possibile affinché gli Stati che sono oggetto di richieste di rogatorie internazionali collaborino fattivamente e rapidamente.

    Occorre garantire alla verità e alla giustizia il giusto corso, non dobbiamo consegnare le generazioni che si sono succedute da allora ad oggi alla rassegnazione e all’avvilimento.

    Auspichiamo una volontà politica reale volta all’accertamento di tutti i fatti criminali che hanno sconvolto la storia d’Italia.


PRIMI FIRMATARI
Carlo Arnoldi (associazione vittime Piazza Fontana)
Gianni Barbacetto (giornalista de Il Fatto Quotidiano)
Alfredo Bazoli (associazione vittime Piazza della Loggia)
Carole Beebe Tarantelli (psicanalista)
Filippo Bertolami (sindacalista di polizia)
Giovanni Bianconi (giornalista del Corriere della Sera)
Paolo Bolognesi (associazione vittime della strage di Bologna)
Daria Bonfietti (associazione vittime di Ustica)
Giorgio Boatti (scrittore)
Paolo Brogi (giornalista)
Lucia Calzari (associazione vittime Piazza della Loggia)
Angela Camuso (giornalista dell'Unità)
Susanna Camusso (segretario generale della Cgil)
Felice Casson (senatore)
Antonio Celardo (associazione vittime Rapido 904)
Paolo Corsini (deputato)
Paolo Cucchiarelli (giornalista dell'Ansa)
Fabio Cuzzola (storico)
Olga D'Antona (deputato)
Giuseppe D'Avanzo (giornalista di Repubblica)
Conchita De Gregorio (direttore dell'Unità)
Giuseppe De Lutiis (storico)
Enrico Deaglio (giornalista)
Giovanni Fasanella (giornalista di Panorama)
Sergio Flamigni (storico)
Girolamo Fragalà (giornalista del Secolo d'Italia)
Dario Fo (attore)
Anna Foa (storico)
Mimmo Franzinelli (storico)
Milena Gabanelli (conduttrice di Report)
Aldo Giannuli (storico)
Ferdinando Imposimato (giurista)
Francesco La Licata (giornalista de La Stampa)
Luciano Lanna (giornalista del Secolo d'Italia)
Claudio Lazzaro (giornalista)
Paride Leporace (direttore Quotidiano della Basilicata)
Gad Lerner (conduttore dell'Infedele)
Stefania Limiti (giornalista)
Carlo Lucarelli (scrittore)
Otello Lupacchini (magistrato)
Giovanna Maggiani Chelli (associazione vittime della strage dei Georgofili)
Cristiana Mangani (giornalista del Messaggero)
Brunello Mantelli (storico)
Daniele Mastrogiacomo (giornalista di Repubblica)
Manlio Milani (associazione vittime Piazza della Loggia)
Ilaria Moroni (rete archivi per non dimenticare)
Gianluigi Nuzzi (giornalista di Libero)
Antonio Parisella (storico)
Valentino Parlato (giornalista del Manifesto)
Flavia Perina (direttore del Secolo d'Italia)
Paolo Pezzino (storico)
Lorenzo Pinto (associazione vittime Piazza della Loggia)
Alessandro Portelli (storico)
Rosario Priore (magistrato)
Sandro Provvisionato (giornalista del Tg5)
Andrea Purgatori (giornalista)
Franca Rame (attrice)
Sabina Rossa (deputato)
Filippo Rossi (direttore di Fare Futuro Magazine)
Guido Salvini (magistrato)
Roberto Saviano (scrittore)
Salvatore Sechi (storico)
Federico Sinicato (avvocato)
Annalisa Terranova (giornalista del Secolo d'Italia)
Benedetta Tobagi (scrittrice)
Maurizio Torrealta (giornalista di RaiNews24)
Nicola Tranfaglia (storico)
Guido Viale (economista)
Rosa Villecco Calipari (deputato)      

giovedì 2 dicembre 2010

Che interesse ha la Germania a fare cadere l'euro

IPSE DIXIT

Il Popolo delle Libertà 1 - «La Camorra contro Saviano: "La sua scorta c'impedisce un contraddittorio".» – Corrado Guzzanti

Il Popolo delle Libertà 2 - «La Lega telefona alla 'Ndrangheta: "Ma ci cercavate per qualcosa?"» – Corrado Guzzanti

Il Popolo delle Libertà 3 - «Dubbi sulla raccolta di firme per la Lista Formigoni: Tra le tante firme appare quella di Micael Jackson.» – Corrado Guzzanti

Il Popolo delle Libertà 4 - «Anomalia storica della Fiat: Gli italiani, da sempre, gli pagano le macchine, ma poi non le comprano.» – Corrado Guzzanti

Il Popolo delle Libertà 5 - «Berlusconi corrompe dei senatori: "Mi hanno detto che erano maggiorenni".» – Corrado Guzzanti

Il Popolo delle Libertà 6 - «Il governo Berlusconi dà nuovi fondi alle scuole private cattoliche. In cambio riceve un bonus per altri tre scandali. E... bestemmia libera fino al 2012.» – Corrado Guzzanti

Il Popolo delle Libertà 7 - «Polemica contro la Comunità Europea: Il ministro Gelmini propone di lasciare i crocifissi e togliere le scuole.» – Corrado Guzzanti

Il Popolo delle Libertà 8 - «Il Papa attacca i laici... Poi si scusa: "Avevo capito l'Ici".» – Corrado Guzzanti


IN BREVE
a cura di rassegna.it 



Università:
ancora proteste in piazza
Gli studenti universitari non si fermano. Dopo il sit-in di ieri e il blitz al Senato, oggi, giovedì 25 novembre, la protesta contro la riforma Gelmini è proseguita davanti a piazza Montecitorio e in molte città d'Italia. Blitz degli studenti al Colosseo, sulla Torre di Pisa e sulla Mole a Torino. scontri a Firenze, ferito un manifestante. Crepe nella maggioranza: il governo va sotto su un emendamento. Il via libera finale atteso per ogggi slitta a martedì 30 novembre. .



Camusso:
la Cgil è al fianco degli studenti
"Mi hanno inorridito le dichiarazioni del ministro Gelmini". Per il segretario generale della Cgil, intervenuto a RadioArticolo1, "chi sta facendo accordi con i baroni è il ministro". Quanto al governo, "ha fatto solo danni e prima se ne va meglio è"..



Berlusconi,
14 dicembre fiducia o voto 
Il governo continua a lavorare sui cinque punti sui quali ha ottenuto la fiducia: domani (venerdì 26) sarà varato il piano per il Sud e martedì 30 sarà approvata la riforma della giustizia. Il 14 dicembre contiamo di avere la fiducia alla Camera e al Senato, altrimenti ci recheremo al Quirinale per chiedere nuove elezioni. Lo avrebbe ribadito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti all'incontro di palazzo Chigi con le parti sociali sul Sud. .



Marghera, scesi dalle
torri tutti gli operai Vinyls
Dopo le rassicurazioni arrivate nel pomeriggio dal ministero dello Sviluppo economico "sono scesi anche gli ultimi quattro operai che erano sull’arco del cracking del Petrolchimico" di Porto Marghera per chiedere certezze sul loro lavoro. A darne notizia è il sito dell'Isola dei cassintegrati. In dieci erano saliti sui camini del Petrolchimico per scongiurare la chiusura degli impianti. Il ministero dello Sviluppo economico promette massimo impegno per risolvere la vertenza. Ma il futuro della fabbrica è ancora incerto. .



Rifiuti: Assessore Napoli, 2.700 tonnellate in strada
"Stiamo facendo miracoli". Problemi dovuti "alla lenta ricettività degli impianti, alle difficoltà esistenti nell'evacuazione del tritovagliato, cioè della frazione che, come ha detto il ministro Fitto, potrebbe andare nelle altre Regioni"..



Contratti
Finto "a progetto", risarcito con 47mila euro
A Reggio Calabria il giudice del lavoro condanna l'azienda ad assumere a tempo determinato il dipendente precario e a rifonderlo in maniera cospicua. Ma con il varo del collegato lavoro i tempi per i ricorsi si riducono drasticamente. .



Ue, mercati, La battaglia dell'euro
Le risorse del Fondo di salvataggio europeo potrebbero non bastare a difendere la moneta unica. L'ipotesi che la "cassaforte" da 750 miliardi di euro creata lo scorso maggio dalla Ue debba essere rimpolpata si aggira per il Vecchio Continente tra smentite che hanno il sapore di conferme e asserzioni immediatamente negate. La decisione di aumentare le risorse in cassa si tradurrebbe verosimilmente in una richiesta di manovre correttive agli Stati membri, Italia compresa, perché da qualche parte i soldi dovrebbero ovviamente uscire. E ricordiamo che l'ipotesi di una manovra correttiva primaverile già aleggia sul capo del nostro Paese come una spada di Damocle. .



Giovani, cresce l'esercito
dei "Neet", 13% in Europa 
Aumenta in tutto il continente il popolo dei cosiddetti Neet, o Not in education, employment or training. Sono gli under 24 che non trovano lavoro e che nel frattempo hanno anche rinunciato agli studi. Male l'Italia, con il 16% è sopra la media Ue.       



LAVORO E DIRITTI
a cura di rassegna.it

Prodi: "L'euro non finirà"
Che interesse ha la Germania a fare cadere l'euro visto che l'euro sta creando la ricchezza della Germania?

L'euro non finirà. Parola di Romano Prodi, che nell'albero genealogico dei padri della moneta unica europea occupa posizioni di vertice. L'ex premier italiano ed ex presidente della Commissione Ue è fiducioso: "La fine dell'euro non solo sarebbe traumatica ma, secondo me, anche impossibile per un motivo anche semplice: che interesse ha la Germania a fare cadere l'euro visto che l'euro sta creando la ricchezza della Germania?'. Prodi l'ha detto ai microfoni di CNR media, per poi spiegare che, ai tempi in cui l'euro ancora non esisteva, "la Germania non aveva un surplus nella sua bilancia commerciale, adesso ha un surplus enorme: nell'ultimo anno più di 200 miliardi di euro con l'euro stabile. La Germania è fortissima. E gli uomini di affari tedeschi non dimenticheranno mai che vendono più della metà nell'area dell'euro. Non penso che vogliano tagliare il ramo su cui sono seduti".

    Il ragionamento non fa una piega. Nei giorni scorsi, in piena emergenza dei mercati e sulla soglia del bailout irlandese, Berlino ha mandato all'Europa messaggi altalenanti: "L'euro è in crisi" (Schaeuble), "La Germania difenderà la moneta" (Merkel). Se ha ragione Prodi, i tedeschi non staccheranno la spina al progetto euro e continueranno a difenderlo anche con nuovi stanziamenti. Ma c'è il problema della Spagna. Perché un conto è aiutare economicamente la piccola Irlanda, un conto è aiutare (come probabilmente accadrà) il piccolo Portogallo. E un conto è dover sostenere un'ipotetica, e assai onerosa per tutti, crisi del debito spagnola.

    Si va avanti alla giornata. Oggi il primo ministro spagnolo José Zapatero ha escluso "la necessità di un salvataggio della Spagna". In un'intervista all'emittente radiofonica Rac1 Zapatero ha avvertito gli investitori che scommettono su un default della Spagna che "sono in errore e andranno contro i propri interessi". Inoltre Zapatero ha assicurato che Madrid non ha in programma ulteriori aumenti delle tasse né altri tagli nel pubblico impiego.

    Eppure le rassicurazioni del governo di Madrid e della sua banca centrale ("la Spagna non è l'Irlanda") non convincono El País che in un editoriale attacca "la debolezza del debito spagnolo e la vacillante gestione politica' della crisi, sostenendo che l'atteggiamento del governo "mette a rischio l'euro". 'Senza cadere nell'isteria - scrive il giornale - pare urgente che le autorità economiche europee dispongano di un piano per contenere gli attacchi di panico dei mercati". 'L'Europa arde, da Lisbona e da Dublino', prosegue l'editoriale del quotidiano spagnolo, 'ma il dramma si gioca in Spagna, a causa dell'abisso fra la minaccia che incombe sul suo debito pubblico e privato e l'apparente distacco del governo".

    I timori per Spagna e Portogallo spingono le quotazioni dell'euro ai nuovi minimi di due mesi. La moneta comune è scesa a 1,3242 dollari. E l'agenzia Bloomberg, citando i dati Cma, aggiorna il bollettino sul rischio default di Spagna, Irlanda e Portogallo: i credit default swaps (cds) sul debito della Spagna hanno toccato nuovi massimi a 320,5 punti, quelli sull'Irlanda sfiorano i 600 punti (599,5) e i contratti sul Portogallo hanno superato i 500 punti (507,5).

    Tra l'altro, il differenziale tra i bond decennali spagnoli e i bund tedeschi è salito al 2,65%: il massimo dai tempi dell'introduzione dell'euro. Sale anche il differenziale tra i titoli di stato portoghesi e quelli tedeschi: 4,64%.

    Portogallo, Commissione Ue smentisce piano aiuti.E' "assolutamente falso qualsiasi riferimento" a un piano d'aiuto della Commissione europea, "noi non l'abbiamo proposto e loro non l'hanno richiesto". Lo ha dichiarato il presidente della Commissione Europea, José Barroso, in una conferenza stampa alla sede dell'Ocse. Rassicurazioni sulla situazione economica del Portogallo sono venute anche dal segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, che ha ribadito la sua convinzione sull'efficacia dei provvedimenti adottati dall'esecutivo di Lisbona.

    Una replica diretta a quanto scritto oggi dal Financial Times nella sua edizione tedesca, secondo il quale la Bce e alcuni paesi della zona euro starebbero premendo sul Portogallo perché chieda aiuto finanziario al Fondo della Ue e al Fondo monetario internazionale (Fmi).