IPSE DIXIT
Verso una comune assunzione di responsabilità? - «Io credo che l’indifferentismo etico e la caduta dei valori possono convivere con il formale rispetto dei sentimenti religiosi. La caduta dei valori in Europa non nasce dalla violenza di un sentimento anticristiano, ma da una indifferenza che convive con il rispetto formale della . . . Il che pone anche alla Chiesa qualche problema un po’ più complicato che non sfidare il “laicismo” vecchia maniera . . . Io vorrei dirvi: ingeritevi. Se non ora, quando?» – Massimo D'Alema
Big donors
Usa, petrolio e finanza investono contro Obama
Manca ormai poco alle elezioni di Midterm; i "big donors" spendono milioni per sostenere i candidati repubblicani. Due nomi su tutti: Chevron e Goldman Sachs . . . Ma Obama non ha amici neppure a sinistra. E forse proprio per questo se la potrebbe cavare . . .
Chicago, pomeriggio di un venerdì caldissimo per la città. Strade strapiene, magnificent mile pieno di gente con troppi, troppi soldi per non essere un po' insultante in periodo di crisi – senza eccessi di moralismo. Del resto, diversi miliardari sono in grado di versare milioni per una campagna elettorale e sul New York Times di oggi c'è il resoconto di come alcuni spendaccioni repubblicani stiano dando una mano a Crossroads America (organizzazione messa su da Karl Rove per raccogliere molto spendere bene in campagna elettorale). Qui il ritratto di Bob Perry, texano DOC che regala soldi da secoli; qui un quadro generale nel quale si nota come Goldman Sachs, Chevron e altri stanno spendendo via Camere di commercio per sostenere i candidati repubblicani. Per i più pigri, un grafico riassuntivo. I nomi dovrebbero far riflettere i critici da sinistra di Obama: petrolio e finanza cercano di uccidere la maggioranza democratica.
A proposito di big donors, ce n'è anche tra i liberal. George Soros ha speso un milione per Media Matters, sorta di osservatorio (democratico) che smonta gli eccessi e le bugie messi in giro dalle campagne conservatrici (e i contenuti degli spot). Rush Limbaugh, il guru della talk radio di destra, ha parlato di soldi stranieri. Peccato che Soros sia cittadino Usa come Arnold Schwarzenegger e, che so, Henry Kissinger. Parlando di big donors di sinistra, vene in mente l'epocale articolo di Tom Wolfe sui radical-chic. La categoria l'ha inventata lui parlando di un party dato da Leonard Bernstein per le Pantere nere. Era il 1970 e l'articolo è un capolavoro assoluto (come la copertina del New York Magazine che lo pubblicava). L'articolo è contenuto in una bella raccolta per il trentennale della rivista appena ricevuto in regalo.
In fondo al magnificent mile c'è Barnes&Noble, la più grande catena di librerie d'America. Sullo scaffale di novità non-fiction potete trovare tutti i libri più improbabili di politica che possiate immaginare. Ci sono i Tea party manifestos, un volume chiamato Alle radici della rabbia di Obama, che spiega che le sue idee gli vengono dal padre (un africano degli anni 60). Questo forse è il più incredibile. Poi una serie di volumi su come riprendersi il Paese e sul socialismo obamiano. Sul fronte opposto troviamo Woodward (Le guerre di Obama) e Tariq Ali, che ha in copertina un Obama con la faccia che si scolora e dietro si intravede George W: Bush. Infine un volume sul fatto che Obama è un pupazzo di Wall Street. Il presidente non ha amici a destra e neppure a sinistra. Forse per questo se la potrebbe cavare . . .
LAVORO E DIRITTI
a cura di rassegna.it
Fiat: qual'è il progetto?
Vincenzo Scudiere (Cgil): “A Marchionne chiediamo un’operazione verità: ci spieghi finalmente qual è il piano industriale della Fiat”
La Cgil chiede a Marchionne un’operazione verità: la Fiat spieghi finalmente qual è il piano industriale, che cosa intende fare negli stabilimenti del nostro paese e quali sono i modelli sui quali puntare. Ai microfoni di RadioArticolo1 Vincenzo Scudiere, segretario confederale Cgil, ospite della trasmissione Italia Parla ha chiamato in causa l’amministratore delegato del Lingotto: “Quando per troppo tempo non si dice qual è il piano industriale e si sceglie di andare avanti di rottura in rottura, chi ci rimette è tutto il paese. Viene da pensare che Marchionne sia alla ricerca di alibi: pensa di essere in America quando invece è in Italia, forse dovrebbe fare un’operazione verità”.
“Lui parla di tanti problemi e tante questioni e non affronta il nodo principale da cui normalmente tutte le imprese partono quando sono alla ricerca di accordi: qual è il progetto per il futuro. Rispetto a questo è evidente anche la responsabilità del governo che lo ha lasciato fare in tutti questi mesi”.
“Marchionne farebbe bene a spiegarci il suo piano industriale” ha proseguito Scudiere. “Farebbe bene a porsi come un interlocutore credibile e a non chiederci di essere d’accordo prima di conoscerne il contenuto. Non è vero che la Cgil non è disponibile a ricercare accordi su specifici aspetti contrattuali, dal problema dei turni a quello del massimo utilizzo degli impianti. Facciamo tanti accordi con varie aziende, sia in momenti di crisi sia durante le fasi di crescita. Noi diciamo che viene prima il piano e una discussione seria sul futuro dell’impresa e dei suoi stabilimenti”.
Per Scudiere “sarebbe paradossale che un’impresa che è tra le poche in Italia che dice di voler fare degli investimenti alla fine sia quella che crea più problemi e non cerca una via d’uscita”.
Per ascoltare la trasmissione:
http://www.radioarticolo1.it/audio/2010/10/26/6264/fiat-futuro-incerto-auto-torino-interviene-vincenzo-scudiere-segretario-confederale-cgil