lunedì 9 giugno 2008

Schedati - in fila - in un giorno qualsiasi

Ipse dixit

Competition - «Lo stomaco degli affamati è costretto a competere con i serbatoi di benzina». - Amatya Sen

Marionette regnanti - «Il meccanico gioco di mercato non basta a risolvere la crisi e un collettivo intervento pubblico si impone? L’ideologia liberista frena, inorridita. Le politiche nazionali danneggiano la Terra, ostacolano il libero commercio di beni alimentari? Che muoia il mondo e tutti i filistei, purché le marionette regnanti possano accontentare i propri elettori, arrabbiati e resi ciechi dalle bugie che vengono loro raccontate dalle marionette in questione». - Barbara Spinelli

Oggi blitz, tutti in fila - «I bambini hanno scherzato con le divise e sono impazziti per il furgone della Scientifica, quello con le macchine fotografiche e gli strumenti come li vedi nei film. Gli adulti hanno accettato in silenzio, "con grande umiliazione". I vecchi hanno avuto "paura", uno soprattutto: Goffredo, 69 anni, il capofamiglia, sopravvissuto durante la guerra a un "campo del Duce" dove venivano deportati gli zingari, una di quelle pagine di cui si è persa memoria. Le sirene e le macchine della polizia... E loro, gli zingari, tutti in fila a mostrare i documenti. Alle cinque e mezzo del mattino di un giorno qualsiasi». - Claudia Fusani

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"Schedati perché nomadi"
Supercommissari ai rom in azione a Milano. Blitz all'alba nel campo sinti di Milano-Rogoredo, dove vive la famiglia Bezzecchi, il cui capofamiglia Goffredo Bazzecchi è medaglia d'oro al valore civile, lo riferisce Claudia Fusani su Repubblica.it.

I Bezzecchi arrivarono in Italia nel 1943 dal confine orientale. Sono italiani, alla quinta generazione: circa quaranta persone. E tutti, uno per uno, donne, vecchi e bambini inclusi, sono stati fatti sfilare davanti a polizia, carabinieri e vigili urbani per declinare nome, cognome, generalità, stato civile. Ognuno di loro ha mostrato il documento di identità e di ciascun documento è stata fatta la fotocopia.

Giorgio Bezzecchi, 47 anni, ragioniere, uno dei cinque figli di Goffredo e ricercatore presso l'università, sottolinea: "Quello che è successo stamani... è agghiacciante e tutti devono sapere. Arrivare all'alba, circondare il campo, illuminarlo con le lampade, svegliarci e metterci in fila e fare la fotocopia del nostri documenti è stato molto più che umiliante. Sanno chi siamo, conoscono la famiglia Bezzecchi, mio padre è medaglia d'oro al valore civile. Perché questo blitz di evidente matrice razziale?".

Bazzecchi ricorda le prime leggi razziali e poi i primi rastrellamenti: "Mio nonno fu portato a Birkenau ed è uscito dal camino... Mio padre fu portato a Tossicia ed è tornato indietro. Stamani lo hanno svegliato all'alba e lo hanno messo in fila. Io oggi, italiano e sinti, dico vergogna".

Vai al reportage di Claudia Fusani su Repubblica.it

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Riceviamo e volentieri segnaliamo

A forza di essere vento

Un DVD sullo sterminio nazifascista degli Zingari

Quanti, non si saprà mai. Diciamo cinquecentomila. Tanti furono, più o meno, i Rom e i Sinti, gli Zingari, o meglio gli Zigeuner - usando il termine spregiativo tedesco - che furono sterminati dai nazisti. Oltre ventimila passarono per il camino del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, all'interno del quale tra il febbraio 1943 e l'agosto 1944 funzionò lo Zigeunerlager, un "campo nel campo" riservato appunto a loro.

Questo Dvd è il n. 05 del catalogo dell'etichetta EDA, acronimo di Editrice A, la cooperativa editoriale anarchica che pubblica da 35 anni la rivista anarchica "A" e che negli ultimi anni ha prodotto alcuni Cd e Dvd legati a Fabrizio De André. Il cantautore genovese ha avuto un rapporto molto stretto con il gruppo editoriale della rivista "A", sostenendola sia economicamente sia tramite concerti di sottoscrizione. Questo 2Dvd è dedicato a De André, che ai Rom dedicò una canzone (Khorakhané), scritta con Ivano Fossati, compresa nel suo ultimo Cd Anime salve (1996).

Nel primo Dvd (nero), dopo una breve introduzione di Moni Ovadia (Hai mai avuto un amico zingaro?), c'è un'intervista con Marcello Pezzetti, del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, che ricostruisce la storia dello Zigeunerlager, che era il settore del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau dedicato agli Zingari, in funzione dal febbraio 1943 all'agosto 1944. C'è poi il documentario "Porrajmos" realizzato per l'Opera Nomadi dai registi Paolo Poce e Francesco Scarpelli. La parola che dà il titolo significa, in romanes (la lingua zingara, derivata dal sanscrito), "distruzione" ed è analoga all'ebraica Shoà. Chiude il primo Dvd l'intervista (Hugo) al sinto tedesco Hugo Hoellenreimer, internato nello Zigeunerlager e torturato da Josef Mengele: intervista realizzata dalla regista Giovanna Boursier ad Auschwitz nell'agosto 2004.

Il secondo Dvd (rosso) si apre con la videoregistrazione (Senza confini, senza barriere) di una serata tenutasi alla Camera del Lavoro di Milano nell'ottobre 2005, protagonisti Moni Ovadia e i Taraf da Metropulitana, un gruppo musicale rom rumeno: insieme eseguono canti tradizionali gitani e yiddish. Segue l'intervista (Un Rom italiano ad Auschwitz ) a Mirko Levak, registi Francesco Scarpelli ed Erika Rossi. Con forte inflessione dialettale veneta, racconta la sua parabola dall'arresto in Friuli, l'internamento nel lager, l'orrore della vita quotidiana, alla liberazione e il ritorno al paesino d'origine. Chiude il Dvd Porrajmos. Lettura e spettacolo, videoregistrazione di un'altra serata alla Camera del Lavoro di Milano, nel gennaio 2006. Alla lettura di brani storici si alternano proiezioni di immagini, canti, danze, con la partecipazione di Rom e Sinti, compresa Daniela una bambina emozionante.

Nel libretto, dopo il testo di un inno zingaro e la presentazione editoriale, Gloria Arbib si sofferma sull'irriducibilità di Ebrei e Rom all'assimilazione. Giovanna Boursier traccia un quadro sintetico della persecuzione nazista dei Rom e dei Sinti, facendo luce anche sulle (generalmente sottaciute) complicità non solo morali del regime fascista. Un parallelo tra la Shoà e il Porrajmos è tracciato da Paolo Finzi. La situazione degli Zingari nell'Europa odierna è esaminata da Maurizio Pagani e dal rom Giorgio Bezzecchi, dell'Opera Nomadi. L'obiettivo del fotografo Paolo Poce fissa le immagini dello sgombero di una casa occupata da Rom rumeni a Milano nel 2004: della serie, per gli zingari la vita non è mai facile. Il testo della canzone dedicata agli zingari da Fabrizio De André e Ivano Fossati, corredato da documenti originali concessici da Dori Ghezzi, sigilla il libretto.

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