venerdì 6 giugno 2008

LA COLLOCAZIONE DEL PD A STRASBURGO

I Post-Dc: da soli anche in Europa
Entra nel vivo il dibattito sulla collocazione del partito velroniano a Strasburgo dopo le ormai prossime elezioni europee. Il leader della corrente post-democristiana del PD - contrario all'adesione al gruppo socialista anche se cambiasse nome per chiamarsi “gruppo parlamentare dei socialisti e dei democratici” - ha pubblicato sul suo blog il testo che riportiamo.

di Pierluigi Castagnetti *)

L’appuntamento delle elezioni europee si avvicina. Un anno è domani. Il Pd aveva lasciato sospeso nel dibattito costituente il nodo della collocazione europea e, da qualche giorno, nel transatlantico di Montecitorio si è ricominciato a parlarne.

Personalmente credo che la scelta sia obbligata: il Pd, vera novità del panorama politico nazionale ed europeo, non può che rappresentare la novità di se stesso – partito riformista postideologico – anche nel parlamento europeo. E’ la logica conseguenza della scelta elettorale di andare da soli, o liberi come dice Veltroni, cioè senza condizionamenti esterni che possano comprometterne l’ identità pluralista e postideologica.

Dovremo presentarci soli, cioè liberi, o se si preferisce autonomi, anche in Europa. L’autonomia è una scelta difficile che, per risultare alla fine pagante, non ammette incoerenze e compromessi lungo il cammino.

E se, all’inizio della legislatura non dovessimo avere i numeri fissati dal regolamento parlamentare per costituire un gruppo, staremo soli e uniti, federati con o dentro il gruppo misto, oppure cercheremo adesioni tra le rappresentanze di altri paesi che condividono la nostra stessa idea di Europa federale e di partito democratico moderno: non sarà difficile trovarle.

Non c’è alternativa.
In passato ho fatto l’esperienza di parlamentare europeo all’interno di un gruppo e di un partito storico, il PPE, denominato ora “gruppo Popolare e democratico” per consentire l’adesione dei conservatori britannici, ma rimasto sostanzialmente se stesso, e ho visto le opportunità e i limiti di una simile militanza.

Ho conosciuto da vicino anche il PSE poiché a Strasburgo vige uno stretto consociativismo parlamentare fra i maggiori gruppi, un consociativismo che è insieme causa ed effetto dell’attuale paralisi dell’Europa.

Un gruppo democratico autonomo, con le caratteristiche di modernità del nostro partito, non può che giovare alla attuale dialettica parlamentare, stantia e complice di un oggettivo straniamento dell’Europa, oggi troppo larga e troppo leggera per poter incidere sulla scena del mondo globalizzato.

Ci piacerebbe che finalmente Veltroni, che io stessa avevo sollecitato ad aderire al Pse nel quale c'è bisogno di tutti i riformisti, sgombrasse via definitivamente tutte le ambiguità sulla collocazione del suo partito in Europa. A maggior ragione in vista del Congresso dell'Internazionale socialista che si terrà a fine mese ad Atene, al quale parteciperà assieme ai socialisti italiani la delegazione di un partito che ufficilamente non c'è più: i Ds. Quello che è certo - conclude Locatelli¬ è che i socialisti europei accoglierebbero a braccia aperte l'ingresso del Partito democratico".

*) Europarlamentare socialista, presidente dell'Internazionale socialista donne

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Attendere le direttive del Sant’Uffizio ?

Castagnetti ci spiega nulla può dar luogo ad un’adesione del PD italiano allo stesso gruppo del PSE : il PD deve stare solo anche in Europa. Posizione chiara. Ma è la resa della politica.

di Mauro Zani *)

Tra gli ex DS qualcuno ricorderà la contesa aperta nel corso del congresso di scioglimento sul socialismo europeo. Ricordo l’accusa che fu reiterata nei confronti di chi denunciava la voluta ambiguità con la quale nelle tesi di maggioranza si affrontava la questione dell’appartenenza al campo del socialismo europeo.

Sollevate un problema che non esiste, si diceva. E lo fate per ragioni del tutto strumentali. Adesso su Europa, Castagnetti, che non è proprio persona solita ad avanzare incaute prospettive, spiega che neppure la possibilità che il gruppo socialista nel PE cambi il proprio nome per definirsi come “gruppo parlamentare dei democratici e dei socialisti” può dar luogo ad un’adesione del PD italiano. Parole chiare. Meno chiara e comunque meno scontata appare invece l’affermazione secondo cui “dovremo essere liberi da ogni vincolo di parentela continentale”.

Mi sembra più probabile almeno un raccordo con il gruppo liberaldemocratico. E comunque a questo punto me lo auguro dato che Castagnetti cita, in positivo, Tony Blair secondo cui “la fede religiosa sarà per il 21esimo secolo quello che l’ideologia è stata per il 20esimo”.

Magnifica prospettiva e grande balzo. Corrisponde ad una resa della politica. Senza condizioni. Cari democratici se proprio schifate un’ipotesi demosocialista (che peraltro sarebbe tutta da conquistare) è meglio accasarsi nella liberaldemocrazia europea. E fermarsi lì. Altrimenti non vi resta che attendere le direttive del Sant’Uffizio. O come si chiama adesso.

*) Europarlamentare (PD/PSE)

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MAGDA NEGRI: "DA CASTAGNETTI ASSURDO ASSILLO ANTISOCIALISTA"

"Soli in Europa? No, nel PSE allargato ai democratici". Lo dice la senatrice del Pd Magda Negri commentando la proposta di Castagnetti in merito alla collocazione del Pd in Europa.

"L'onorevole Castagnetti propone un improprio parallelismo tra la scelta del Pd di essere andati soli alle elezioni nazionali e la futura collocazione degli eletti del Pd nelle ormai prossime elezioni europee - spiega Magda Negri - Secondo Castagnetti sulle spalle di questa futura e certo non grandissima delegazione italiana del Pd, schiacciata o mimetizzata nel gruppo misto o in cerca di 'volenterosi' democratici un po' ovunque, graverebbe il peso di pensare la Nuova Europa, oltre gli attuali 'consociativismi' dei gruppi maggiori.

Perché non agire invece l'innovazione e la provocazione del Pd italiano dentro il PSE, per mutarne l'indirizzo e allargarne i confini? Il pluralismo a-ideologico cui Castagnetti si appella rischia di nascondere l'assillo, questo sì vetero-identitario, antisocialista, di cui davvero non sentiamo il bisogno. Il Pd assolve, nello specifico contesto italiano - conclude Magda Negri - a quelle funzioni di vasta rappresentanza sociale e culturale altrove praticata dai partiti sociliasti. E' questione di funzione, non di nomi. Piccoli e soli in Europa non svolgeremmo alcuna funzione".