martedì 27 giugno 2017

Freschi di stampa, 1917-2017 (13) - Annunci

Prosegue la serie di testi ispirati o ripresi dall'ADL nell'anno delle due rivoluzioni russe che hanno cambiato il mondo. La nostra redazione di allora poté “coprirle” entrambe con materiale di prima mano. Ciò grazie soprattutto ad Angelica Balabanoff, fautrice degli stretti legami svilup­pa­tisi tra i socialisti italiani e russi impegnati, insieme al PS sviz­zero, nella grande campagna di “guerra alla guerra”. Campagna lan­ciata con la Conferenza di Zimmerwald. E culminata nella Rivoluzione d'Ottobre.

Nel taglio basso in prima pagina, sull'ADL del 10 giugno 1917, sotto l'editoriale intitolato "Palpiti d'imperialismo", si possono leggere tre annunci che di seguito riassumiamo.

Primo annuncio. A Pietrogrado comizi, assemblee, riunioni: tutti gli “immigranti” lavorano febbrilmente “per creare la nuova Russia”, annuncia un trafiletto a mezza pagina dal quale si apprende che è arrivata “Una prima lettera della compagna Balabanoff”.

La lettera, si precisa, è arrivata «perché fatta impostare in Isvezia», mentre altre missive precedenti «spedite da Pietrogrado non sono arrivate. Attendiamo schiarimenti dalla censura inglese». La posta dalla neutrale Svezia, viaggiando attraverso la Germania, ci mette di meno della posta che proviene dalla Russia belligerante e che viaggia, quindi, attraverso la Gran Bretagna e la Francia.

Nella lettera da Stoccolma la dottoressa Angelica «narra delle accoglienze festose fatte al loro gruppo di immigranti a Pietrogrado, quando ella e il compagno Grimm, con la bandiera di Zimmerwald, ricamata in treno, sono scesi alla stazione (…) Molte decine di migliaia di operai plaudenti» ADL 16.6.1917.

Il contenuto della lettera non viene riprodotto. Ogni riferimento al compagno Grimm, inserito da Vladimir Il'ič Ul'janov nella lista degli aderenti al “social-patriottismo” ovvero alle tendenze del cosiddetto “Centro” (cf. ADL 2.6.1917, cit. in ADL 8.6.2017), è puramente politico. La “zimmerwaldiana” Balabanoff e il “centrista” Grimm sono, infatti, alleati nella Conferenza di Stoccolma, dove in quei giorni l'Internazionale tenta di mettere pace, anzitutto al proprio interno.

A quanto pare, Angelica Balabanoff ha scritto prima da Pietrogrado e poi dalla Svezia. È da supporre che tra la redazione zurighese e la “immigrante” russa funzioni una qualche forma di comunicazione rapida (telefono e telegrafo) tramite cui vengono preannunciati gli invii postali di testi più corposi.

Sul piano della cronologia si può tener fermo al fatto che la leader internazionalista è prima rientrata in Russia (metà maggio) e poi si è recata alla Conferenza di Stoccolma, convocata dal 2 al 19 giugno dagli “zimmerwaldiani” unitamente ai “centristi”.

Quanto alle lettere inviate da Pietrogrado che, partendo dalla Russia, sono in viaggio verso la Svizzera lungo i territori dei paesi alleati, è da presumere che vengano fatte oggetto di attenta esegesi da parte dei servizi d'informazione dell'Intesa. Arriveranno mai alla Militaerstrasse di Zurigo? «Se la censura inglese permetterà daremo ai nostri lettori gli articoli che la nostra illustre compagna ci ha promesso sulla rivoluzione russa», c'informa l'ADL del 10.6.1917.

Secondo annuncio. “Un altro rimpatrio di russi” è in preparazione attraverso la Germania: «Appena la notizia sarà divulgata non si mancherà, da parte della stampa intesofila, l'allegro “chiarivari” delle accuse di “tradimento” e di “venduti” ai tedeschi, che hanno accompagnato le precedenti partenze».

L'ADL c'informa che tra questi “immigranti” c'è anche la compagna del “nostro” Cĕrnov, esponente socialrivoluzionario e ministro dell'agricoltura nel Governo provvisorio: «Dal nostro punto di vista siamo ben lieti, che per una via o per l'altra, altri generosi figli della Russia, socialisti internazionalisti, vadano nella loro terra redenta a portare il sussidio del loro pensiero e delle loro energie in un momento in cui in Russia il socialismo sta svolgendo per conto di tutta l'umanità, e nelle più difficili, complesse e tragiche condizioni, il primo esperimento di repubblica sociale» ADL 16.6.1917.

Molto sul serio va preso qui l'accenno alle "più difficili, complesse e tragiche condizioni" della nuova Russia. Riassumiamone la situazione: in seguito a una piccola manifestazione di lavoratrici che protestano per il pane, l'Otto Marzo 1917 (corrispondente al 23 febbraio nel calendario giuliano) s'innesca una dinamica di eventi che portano all'abdicazione dello Zar Nicola II e alla nascita della Repubblica rus­sa. Sulla quale ora, però, incombe oltre alla belligeranza nel primo conflitto mondiale anche un grave rischio di guerra civile.

Terzo annuncio. Uno dei redattori dell'ADL «ha raccolto dalla viva voce del compagno Hans Vogel, che accompagnò gli immigrati politici in Russia, le notizie, le impressioni da lui riportate durante il viaggio e durante gli otto giorni di sua permanenza a Pietrogrado».

Sui due ADL successivi apparirà questa prima intervista-reportage dalla Russia rivoluzionaria. Hans Vogel riveste all'epoca la funzione di cassiere centrale del PS svizzero. Probabilmente in questa funzione è stato aggregato al treno degli “immigranti”, affinché egli possa provvedere alle spese del loro rientro senza che essi debbano ricorrere agli aiuti economici che le autorità tedesche, in modo non certo disinteressato, vorrebbero offrire anche a loro e che li esporrebbero però ad attacchi e ricatti da parte della propaganda avversa.

Rientrato dal viaggio pietroburghese, Vogel diverrà corrispondente parlamentare a Berna per la stampa socialdemocratica e succederà al già citato Robert Grimm nella direzione del quotidiano socialista Berner Tagwacht, funzione che Vogel manterrà per trent'anni, fino al 1948. Il suo stile diretto e combattivo sarà sempre temuto dagli avversari e contribuirà non poco all'unità dei socialisti democratici durante i duri anni che si vanno preparando.

Il più importante avvenimento del giorno. Al di là degli annunci, il "più importante avvenimento del giorno" è trattato, però, nella “Rasse­gna proletaria internazionale”, sotto la voce repubblica russa, dove appare “Un appello di grande importanza”. Viene dal Soviet di Pie­trogrado. Com'è arrivato a Zurigo? Si tratta del contenuto non dichia­ra­to della lettera di Angelica giunta in redazione grazie alle poste svede­si? O il postino è stato Vogel? Ma, allora, chi ha tradotto il testo del Soviet in italiano? Né si può escludere la probabilità che Vogel por­tasse in valigia sia la lettera della Balabanoff, sia l'Appello da lei tra­dotto in italiano per l'ADL, con buona pace delle regie poste svedesi.

«Il più importante avvenimento del giorno appartiene al Consiglio dei soldati e operai di Pietrogrado. Il Comitato Esecutivo di quel Consiglio ha lanciato un appello al proletariato di tutto il mondo, invitandolo a partecipare alla Conferenza di Stoccolma entro i giorni dal 28 giugno al 7 luglio dell'anno corrente. (…)

Il programma del proletariato russo è la pace: pace senza annes­sioni, né indennità, basata sul diritto dei popoli i quali abbiano a decidere della propria sorte. (…)

Per far cessare la guerra, è indispensabile il concorso di tutte le forze economiche e politiche del proletariato mondiale. (L'appello è indirizzato tanto ai Partiti socialisti, quanto ai Sindacati professionali di mestiere). Ciò che vien fatto mediante una condizione: "I delegati dovranno impegnarsi a mettere in pratica i deliberati del Congresso in quistione, anche con il pericolo di rischiare la propria vita".

L'iniziativa non ci spaventa affatto, perché conosciamo i moventi che han determinato i compagni russi a lanciare questo appello. Sappiamo ciò che vogliono. Conosciamo la situazione difficile in cui si trova la Russia repubblicana» ADL 16.6.1917.

Il Soviet di Pietrogrado punta, dunque, sulla conferenza socialista con­vocata, proprio in quei giorni, nella neutrale Svezia dalla "Com­mis­sione Socialista Internazionale" (Sinistra socialista “zimmerwaldiana”) e dal “Bureau Socialista Internazionale” (Socialdemocratici “centristi” favorevoli a una mediazione unitaria).

Come detto, quella di Stoccolma è una Conferenza di pace anzitutto nel senso che tenta di pacificare i vari partiti socialisti impegnati, in esilio, nella “guerra alla guerra” e, nei vari paesi belligeranti, a bar­ca­menarsi e colla­borare ovvero a "non collaborare né boicottare".

La Conferenza di Stoccolma è uno degli ultimi tentativi di tenere insieme le varie anime della Seconda Internazionale. E nasce morta. Anche a causa dei miopi boicottaggi governativi portati avanti dalle potenze dell'Asse tanto quanto da quelle dell'Intesa.

«Ciò che uccide l'Internazionale è il fatto che i singoli partiti ade­renti auspicano la vittoria delle coalizioni cui appartengono», denuncia Friedrich Adler (ADL 23.6.1917). E basti pensare che i “social-patrioti” di Francia, Inghilterra e Belgio, rispondendo al Soviet di Pietrogrado, elevano vibranti proteste contro la convocazione di un'assemblea a tutto campo e decidono di condizionare «il loro intervento da determinarsi solo dopo una riunione preparatoria insieme con i russi. In questa riunione si dovrebbero dettare le condizioni secondo le quali i socialisti tedeschi potrebbero intervenire» ADL 16.6.1917.

È “caratteristico”, stigmatizza l'ADL, come una parte della lettera dei socialisti operanti nei paesi dell'Intesa sia dedicata «alla distinzione fra il social-patriottismo franco-belga-inglese e quello germanico. La lettera dice infatti: "L'imperialismo di Ribot e di Lloyd George non ha nulla in comune con quello di Guglielmo II". Certo, sono avversari e come tali antagonisti. Ma appunto perché antagonisti (…) nel dominio del mondo, hanno tanto e tanto in comune che si raccoglie nella parola: imperialismo» ADL 16.6.1917.

Insomma, la giovane Repubblica russa, uscita dalla Rivoluzione di febbraio, è presa come in una morsa tra la continuazione della guerra a fianco dell'Intesa (il che comporta lo scoppio di una guerra civile “dal basso e da sinistra”, rischio sottovalutato) e la pace separata con gli Imperi Centrali (il che comporta lo scoppio di una guerra civile "dall'alto e da destra", rischio sopravvalutato).

Constatando l'estrema difficoltà della situazione, ciascuno si predispone, dunque, a tentare un proprio percorso tattico.

Mentre gli Stati Uniti d'America hanno iniziato a traghettare il loro possente esercito in Europa, nel vecchio continente va in scena la gran fiera delle velleità socialiste.

Così, il Governo provvisorio russo progetta una sfortunatissima offensiva, l'Offensiva di Kerenskij, il quale per altro ha incontrato, durante la Festa del 1° maggio 1917, gli emissari del social-patriot­tismo francese, garantendo loro, sul proprio onore, l'affidabilità degli alleati russi.

Le forze prevalenti nel Soviet di Pietrogrado tentano, come abbiamo appreso, la carta della Conferenza di Stoccolma, donde lanciare una quasi agitazione pacifista mondiale, surrogato puramente immaginario delle magnifiche sorti e progressive di una Rivoluzione a venire.

Anche Lenin, com'è noto, ha un suo piano rivoluzionario in testa, che persegue imperterrito: rovesciare il governo borghese, avocare tutto il potere ai soviet, trasformare la guerra imperialista in “guerra di classe” contro l'Occidente borghese.

Nessuno lo prende sul serio, ovviamente.

Ma proprio questo è il principale alleato di Vladimir Il'ič Ul'janov: il suo status di ex esule stravagante, la licenza di tirare a campare concessagli dal nuovo establishment. Una razionalità di pa­laz­zo, fuori d'ogni realtà, si va impossessando di vecchi e pur nobili pa­ci­fisti universali non meno che dei governanti “guerraiuoli” repubblicani. Quasi nessuno dei quali se la sente d'imboccare la difficile strada della “pace separata”. Si moltiplicano, invece, i tentativi di escamotage. E la capitale di tutte le Russie – tic-tac, tic-tac – si trova ormai a soli cinque mesi di distanza da una contendibilità totalmente inaudita.

 (13. Continua)