lunedì 9 febbraio 2015

Il nuovo Capo dello Stato

Un uomo dai tempi in cui c’era la politica

 

di Paolo Bagnoli

 

Per i prossimi sette anni il Colle più alto di Roma avrà il volto severo di Sergio Mattarella. Vedremo come sarà la sua presidenza; crediamo ben diversa da quella del suo predecessore. Facciamo al nuovo Presidente gli auguri più sinceri di un buono e proficuo lavoro convinti che, chi di solito parla poco, combina per lo più non male.

    Oggi quello che possiamo fare è di vedere il contesto politico nel quale è maturata la candidatura di Mattarella con la quale Matteo Renzi, va riconosciuto, porta a casa un risultato che lo rafforza. L’esigenza primaria che egli aveva era quella di tenere insieme un partito-contenitore che è un caleidoscopio in cui c’è tutto e pure il contrario di tutto. Per farlo doveva recuperare la dissidenza interna guidata da Bersani e qui si è cristallizzata la candidatura, non sappiamo se scientemente o per puro caso visto che il presidente del consiglio ha conosciuto di persona Mattarella solo pochi giorni orsono. I postcomunisti, quando vedono uno della vecchia sinistra DC, non resistono. A prescindere, avrebbe detto Totò. Il personaggio non era certo di quarta fila. Con ciò il partito-collettore si è ricompattato nel voto e il richiamo della sirena DC ha suonato anche in altre forze; così Mattarella ha avuto un successo innegabile.

    Renzi, inoltre, raccoglie un altro importante risultato che irrobustisce la sua leadership alla segreteria del PD. Oramai Bersani e i suoi hanno chiuso la loro corsa. Sul piano politico sono oggettivamente meno forti di prima e non potranno che omologarsi del tutto all’insieme renziano.

   Con la solita spregiudicatezza e velocità Renzi ha beffato Berlusconi. Prima gli ha carpito il voto sulla legge elettorale e poi lo ha mollato spaccandogli l’alleanza rimessa in piedi con Alfano. Crediamo che anche Raffaele Fitto, pure lui già dc, non debba lagnarsi della salita di un già dc al Quirinale!

    Nessuno sa più in che consista il cosiddetto “patto del Nazareno”. Era, e rimane, un’oscura sconcezza che ci sembra tanto profumare di assetto radiotelevisivo. Uno dei contraenti, Berlusconi ha ben poche armi in mano: quasi una forza di riserva di cui, nei momenti di difficoltà, il sulfureo presidente del consiglio si può servire come meglio crede.

    Ora, se esaminiamo in parallelo le sorti di quella che fu FI e di quella dei postcomunisti, pensiamo si possa dire che la Seconda Repubblica è sepolta. Essa ci lascia in eredità una democrazia dallo spazio più stretto, come ci dicono l’abolizione dei consigli provinciali e del Senato nonché una legge elettorale con un premio di maggioranza che equivale a circa la metà dei membri della Camera e un alto numero di nominati. Questo bipolarismo consegna il Paese a un partito padrone e, di fatto, istituisce un premierato forte.

    Ultima osservazione: se la Seconda Repubblica è tramontata e bisognerà pensarne una Terza è veramente significativo che al ruolo di garanzia e di traghettatore sia stato chiamato un uomo politico democristiano della Prima Repubblica, cioè di un’epoca in cui, pur con tutti i limiti e i difetti, c’era tuttavia la “politica”.

    

    

Il nuovo Capo dello Stato

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

L’ARBITRO E QUELLO DEL “CARPE DIEM”

 

di Emanuele Macaluso

 

Non voglio commentare, per filo e per segno, il discorso del presidente Mattarella. Ma sono rimasto estasiato da tutti i commenti degli addetti ai lavori e di tanti esponenti di primo, secondo, terzo e anche quarto piano i quali tutti, all’unisono, si attribuiscono i meriti della scelta e che adesso sotto tutti “mattarelliani”. E tutti accolgono con ovazione l’annuncio che il presidente sarà un arbitro imparziale.

    E cosa s’aspettavano che dicesse: “sarò di parte”? Uno spettacolo, quello dei commentatori, non proprio di grande levatura.

    Il discorso di giuramento del presidente della Repubblica, pregno di riferimenti alla Carta costituzionale, quasi una lectio costituzionale, viene da una profonda cultura politica del cattolicesimo democratico. Dove si trovano il tema dei diritti, del sociale, della politica internazionale e dei sentimenti popolari. Insomma, un discorso che contiene una visione della società, della politica e del ruolo istituzionale del Quirinale. 

    Anche il presidente del Consiglio, Renzi, si è profuso in sperticati giudizi. Ma io, detto con tutto il rispetto, non gli ho mai sentito pronunciare, anche in occasioni di una certa importanza, un discorso di forte spessore e che contenesse una visione strategica. Anche Renzi viene dal filone cristiano democratico. Ma tutti noi sappiamo che la storia dei cattolici impegnati in politica è fatta di esponenti di destra, di centro e di sinistra.

    A me Mattarella, persino nella figura fisica, ricorda Aldo Moro. Quello stile.

    Renzi è ancora fermo al “carpe diem”.

 

 

Il nuovo Capo dello Stato

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

Litanie

 

E come non parlare del discorso di insediamento del dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella?

 

di Edoardo Varini

 

La prima cosa che vorrei dire è che non è stato un discorso, è stata una litania. Dalla struttura di una litania: c'è un sacerdote che enuncia e un'assemblea che risponde. Assomiglia tanto, assomiglia troppo, alla Litania dei santi secondo il rito ambrosiano, quella da recitarsi prima delle sepolture.

 

·         Santa Maria / Intercedi per lei!

·         San Michele / Intercedi per lei!

·         San Giovanni / Intercedi per lei!

·         San Giuseppe / Intercedi per lei!

 

“Lei” è la Repubblica Italiana. Turrita, sì, come sempre, ma anche battuta, depredata, vilipesa, svenduta, irrisa, lapidata a morte da tutti quelli che hanno scagliato la prima, la seconda e la terza e la quarta e l'ennesima pietra per tacersi la coscienza con il loro frastuono.

 

·         Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro. / Applausi!

·         Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. / Applausi!

·         Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale. / Applausi!

·         Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. / Applausi!

·         Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace. / Applausi…

 

La litania continua, ma io mi fermo qui. Per concludere con un passo che il Presidente ha messo in cima: «Dobbiamo saper scongiurare il rischio che la crisi economica intacchi il rispetto di principi e valori su cui si fonda il patto sociale sancito dalla Costituzione». Rischio? Presidente, non è un rischio. È già mille volte accaduto… >>> Continua la lettura sul sito

           

 

 

 

IPSE DIXIT

 

Molti anni dopo - «Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.» Gabriel Garcia Marquez