IL LIBRO DI PETRA RESKI SU "SANGUE, AFFARI, POLITICA E DEVOZIONE DA PALERMO A DUISBURG"
La mafia non è un problema esclusivamente italiano né un affare di coppole e di realtà meridionali arretrate, ma un problema europeo, con molteplici addentellati e risvolti.
"Se andiamo avanti così in pochi anni la 'ndrangheta si mangia la Germania". Petra Reski ha i titoli per dirlo- La giornalista e scritrice tedesca scrive da vent'anni sulle cosche. Ora però il suo ultimo libro è diventato un caso. Scomodo anche per lei.
Petra descrive gli affari dei mammasantissima della 'ndrangheta, in Italia e in Europa: alberghi, pizzerie, strutture di lusso ma anche finanziarie, conti correnti e investimenti. Fa nomi e cognomi dei boss e dei loro referenti e protettori politici, descrive i raffinati meccanismi del riciclaggio raccogliendo inchieste fatte in Italia e il parere di magistrati che da anni sono impegnati sul difficile fronte della lotta alla mafia finanziaria.
Duisburg, agosto 2007. Davanti al ristorante "Da Bruno" vengono ritrovati i cadaveri di sei uomini, tutti calabresi, crivellati da 70 proiettili. Sarà chiamata la Strage di Ferragosto: il primo segno evidente della penetrazione delle mafie italiane nel mondo, della lenta ma inarrestabile colonizzazione portata avanti dai "cafoni" in Francia, Spagna e Germania. Ed è proprio qui, nel cuore produttivo d'Europa, che la mafia ha da tempo indirizzato i propri traffici, non solo per farli fruttare ma soprattutto per "ripulirli": alberghi, pizzerie, ristoranti di lusso ma anche conti correnti e finanziarie.
Il libro di Petra Reski, da vent'anni corrispondente in Italia per la stampa tedesca, è un lungo viaggio di ritorno da Palermo a Duisburg. La ricostruzione di un mosaico di luoghi, persone e vicende che parte dalla Sicilia e sale seguendo le rotte della criminalità: Calabria, Campania, su fino al ricco nord-est. E poi ancora oltralpe, nella sua Germania, terra di elezione della mafia, dove non esiste il reato di associazione mafiosa e non sono ammessi l'uso intensivo delle intercettazioni e la confisca dei beni.
Nell'edizione originale il libro è uscito censurato per volontà dell'autorità giudiziaria tedesca, intervenuta su richiesta di alcuni personaggi i cui nomi sono ben noti perché figurano nelle informative di polizia (sia italiane che tedesche), nei documenti giudiziari, in numerosi resoconti giornalistici. Tuttavia, di loro non si può parlare in un libro; la gente deve continuare a ignorare il problema. L'edizione italiana poteva scegliere di eliminare semplicemente queste parti del testo; invece ha deciso di riportare le medesime righe nere sulle parole che sono costate a Petra Reski intimidazioni e minacce. Perché il lettore abbia una chiara immagine del bavaglio con cui il potere cerca costantemente di ridurre al silenzio il giornalismo più coraggioso.
Petra Reski è nata in Germania, nella regione della Ruhr, ha studiato a Treviri, Münster e Parigi. Si è laureata in letteratura francese, scienze politiche e sociologia. Ha vinto il concorso della scuola di giornalismo di Amburgo, la prestigiosa Henri-Nannen-Schule, e ha iniziato la sua carriera come reporter per il settimanale Stern. Attualmente è corrispondente culturale per Die Zeit e altre testate tedesche, mensili e settimanali, tra cui Geo, Focus, Merian, e ha pubblicato svariati libri. Arrivata in Italia nel 1989 per scrivere un reportage sulla primavera a Palermo, decide di rimanervi "per comprendere quelle che sono le contraddizioni di questa terra anche attraverso la mafia". Da allora non ha mai più smesso di occuparsene.
In Germania è stata eletta "Miglior Giornalista del 2008" nella categoria "reporter" proprio a seguito della pubblicazione di "Santa Mafia".
In Italia, per il suo impegno "al servizio dei grandi valori del giornalismo", ha ricevuto a il Premio Civitas 2009 con cui l'associazione ANDE insignisce donne particolarmente distintesi per il loro impegno nella lotta alla criminalità organizzata. Petra nReski ha anche vinto il premio internazionale di giornalismo Amalfi Coast Media Award.
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