giovedì 2 aprile 2009

Ciò che la Costituzione vieta


Ipse dixit
Obbligo di Curia - «Duemila anni fa, a Roma, un capo che vedeva in grande si rammaricò che il genere umano non avesse una testa sola, per poterla mozzare di netto con un colpo solo. Ieri (25 marzo 2009, ndr), a Roma, il Senato ha decretato un colossale sequestro di persona: 60 milioni di corpi in un solo colpo. E' così vendicato l'oltraggio sacrilego della morte di una donna dopo soli diciassette anni di persistenza vegetativa, e riscritto il vocabolario italiano, dove pretendeva che una sonda infilata in gola o nella pancia di una persona fosse un trattamento terapeutico, una cura, e non un'ordinaria colazione». - Adriano Sofri   

Visti dagli altri
A cura di Internazionale - Prima Pagina
Più pallido di Obama
Non contento di aver già detto una volta che Obama è abbronzato, Silvio Berlusconi è tornato sull'argomento dichiarando a un giornalista di essere più pallido del presidente statunitense. Il giornalista aveva paragonato la risposta del suo governo alla crisi economica a quella di Obama, ma il premier italiano, noto per la sua abbronzatura 365 giorni l'anno, ha fatto notare che è più pallido perché è molto tempo che non prende il sole.

The Guardian, Gran Bretagna
http://www.guardian.co.uk/world/2009/mar/26/silvio-berlusconi-obama-gaffe

       
La deriva della destra italiana

Il "disegno Anti-Eluana"  consente ciò che la Costituzione, invece, vieta L'articolo 32 della Costituzione repubblicana (richiamato dalla sen. Finocchiaro nella dichiarazione di voto contro il disegno di legge "Anti-Eluna")  vieta espressamente di sottoporre i pazienti a trattamenti sanitari contro volontà. Il principio fu proposto da Aldo Moro. Fu accolto dalla Costituente dopo un'intensa discussione. Di seguito riportiamo il  testo costituzionale brevemente commentato.

"Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana", così recità testualmente  l'Art. 32 della Costituzione, secondo comma.

    Nell'adunanza plenaria della Commissione per la Costituzione tenutasi il 28.1.1947 fu molto discusso il primo periodo del secondo comma ("Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge").

    Il testo venne infine approvato nell'intendimento di  vietare esperimenti scientifici sul corpo umano che non siano volontariamente accettati dal paziente.

    Nel dibattito si parlò di inammissibilità delle "cavie umane"; con l'esclusione tuttavia dei trattamenti sanitari (vaccinazioni, ecc.) che siano resi obbligatori per legge nell'interesse della salute pubblica, sempre che non siano violati i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

    Una spiegazione della portata di questa ultima parte dell'articolo fu fornita dal proponente on. Moro, con particolare riferimento al caso della sterilizzazione: "Non si vuole escludere il consenso del singolo a determinate pratiche sanitarie che si rendessero necessarie in seguito alle sue condizioni di salute", precisò il giovane leader della DC.       "Si vuole soltanto vietare che la legge, per considerazioni di carattere generale e di male intesa tutela degli interessi collettivi, disponga un trattamento del genere", aggiunse Aldo Moro, già allora fautore di una filosofia del diritto ispirata al personalismo cristiano di Matitain, puntualizzando che: "i casi invece di carattere generale da applicarsi a tutti i cittadini devono essere disposti per legge entro quei determinati limiti di rispetto della dignità umana" (cors. red.).

    Tali limiti, aggiungiamo noi, appaiono letteralmente oltraggiati dal "Disegno anti-Eluana" in quanto esso prevede la possibilità di sottoporre dei pazienti dissenzienti a un accanimento terapeutico che violenterebbe in modo inaudito la loro libera volontà e dunque la loro dignità personale.

    Così la destra berlusconiana, a quindici anni dalla famosa discesa in campo contro "la delegittimazione giudiziaria dell'avversario", fuoriesce progressivamente dal campo di possibilità della legittimazione costituzionale. Fin quando e fin dove continuerà l'attuale deriva clerico-fascista?

Cf. La Costituzione della Repubblica Italiana illustrata con i lavori preparatori (a cura di V. Falzone, F. Palermo, F. Cosentino), Milano, Mondadori, 1976.

       

Riceviamo e doverosamente pubblichiamo
Un disegno di legge fatto d'inganno e di tradimento
La dichiarazione di voto in aula della presidente del gruppo del Pd al Senato.

di Anna Finocchiaro
presidente del gruppo del Pd al Senato

Questo disegno di legge è fondato sul tradimento e su parole ingannevoli. Il suo titolo dice "disposizioni in materia di dichiarazioni di volontà anticipate" e dunque gli italiani sono portati a credere che chi esprimerà una propria volontà, sia essa quella che chiede di essere mantenuto in vita artificialmente il più a lungo possibile, sia quella di finire la propria vita naturalmente, questa volontà sarà rispettata.

    Non è così. Quelle dichiarazioni di volontà non sono vincolanti, potranno essere comunque disattese e il tradimento arriverà nel momento della maggiore debolezza, quando non ci sarà più la possibilità di dire NO e dire SI.

    C'è una straordinaria violenza in questo. Voi vi state arrogando il diritto di sostituirvi a ciascun uomo, di scambiare la sua volontà con la vostra. Nessuno, niente, vi autorizza salvo la vostra prepotenza.

    Non vi autorizza la Costituzione, che state allo stesso modo tradendo e non vi rendete conto, proprio voi che vi chiamate Popolo delle libertà, (la vostra, suppongo) di quanto il pensiero cattolico democratico seppe, in quell'articolo 32 della Costituzione, difendere la libertà e la dignità umana (così intimamente connesse da non poter essere scisse) contro l'orrore e la violenza della volontà di Stato nell'imposizione di pratiche sanitarie sui corpi. Qui vi perdete.

    Qui si capisce quanto fragile sia la vostra concezione della libertà e della dignità dell'uomo, della sua volontà libera di tornare naturalmente, per chi crede, creatura di Dio, tra le braccia del Padre o, per chi non crede, di finire dignitosamente come è naturale che accada, sperando di avere lasciato segni, affetti, esempi nel mondo.

    Tornare naturalmente, presidente Gasparri, che c'entra l'eutanasia? Perché vuole ancora inquinare questa discussione? Il PD è contrario all'eutanasia - chiaro?

    Sì, sottosegretario Roccella, le parole possono essere spade. Voi avete brandito come spade le parole vita e morte, facendo un gran fracasso. Qui dove era tempo del raccoglimento e della parola pesata. Qui dove il vostro fracasso voleva nascondere che ciò di cui si stava parlando era altro, era la scelta tra vita artificiale e morte naturale.

    Era, come dire, un altro tema. Che avete voluto ignorare ed eludere. Perché qui, ancora, avreste dovuto fare i conti con un'altra grande questione, seria, inquietante e cioè come si ricollochi la dignità della persona umana di fronte al progredire della scienza. E se vi sia e vi possa essere una prepotenza della scienza che travolge il senso dell'esistenza umana. E se la dignitosa libertà dell'uomo possa essere argine rispetto a questo. Non vi capisco, e forse, se riflettete non lo capite anche voi. Perché, come in molti sostengono, e come dice la legge sulla fecondazione assistita, non è legittimo manipolare la vita per evitare malattie e malformazioni, ed invece sarebbe ed è, secondo voi, legittimo manipolare la morte e costringere un corpo per mesi, per anni, su un letto, attaccato a macchine, tubi e cannule. In un'ossessione, che è vostra, ma non di quell' uomo o di quella donna a cui quel corpo appartiene, perché la loro volontà era che si compisse naturalmente ciò che è scritto che deve compiersi.

    Noi vogliamo garantire il diritto di quella scelta. Solo questo. Ho ascoltato i vostri interventi sul diritto alla vita. Non mi hanno convinto. Innanzitutto come giurista.

  Picture (Metafile)
Anna Finocchiaro
     Non c'è un diritto che vive fuori dal soggetto che ne dispone e che lo esercita. Io ho il diritto alla vita e lo Stato deve garantire che io possa esercitarlo e non dispone della inviolabilità del mio corpo. Ce l'ho perché sono una donna o un uomo, e vivo in un paese democratico. Io ho diritto a non vedere praticati sul mio corpo trattamenti sanitari che non voglio, e lo Stato deve garantire questo diritto.

    Noi abbiamo in ogni maniera consentita, cercato di trasferire nel testo la netta affermazione della sacralità della vita, della sua intangibilità e della conseguente impossibilità di disporne da parte di qualunque soggetto istituzionale.

    Ma vi sfugge un particolare. O meglio un essenziale presupposto. La Costituzione non crea diritti, li riconosce perché essi appartengono agli uomini che nascono liberi ed uguali, e il patto tra gli uomini - la Costituzione democratica - è che lo Stato rispetti quei diritti, li garantisca nel loro esercizio, promuova ogni condizione perché possano esplicarsi. Perché lo Stato limiti la propria forza, non perché la trasformi, in ogni campo, in un suo monopolio. Individuo e Stato, libertà e autorità, questo è il punto. E lo era nel '48 perché uscivamo da uno Stato totalitario, perché altrove, con i regimi comunisti si radicavano altri regimi totalitari. Voi sembrate ignorarlo. Voi che vi chiamate Popolo delle libertà.

    E c'è un'altra cosa che voglio dire, parlo come Presidente del mio Gruppo, ma parlo anche come persona. Io ho imparato molto, proprio molto, dal dibattito interno al mio gruppo, dal confronto così serrato, e anche difficile talvolta con sensibilità diverse dalle mie su queste questioni.

    Ho imparato a dubitare. Delle mie certezze, della mia pretesa razionalità, del cartesianesimo delle mie convinzioni. Ho dubitato. E' stato un privilegio e faceva male, è stato costoso. Ma io e gli altri, cito Franco Marini, ma potrei citare Bosone o Soliani o Rutelli o Scanu e i tanti altri, e dovrei citarli uno per uno ma non posso, abbiamo potuto farlo, di discutere così fra noi, e poi di decidere, rispettandoci di più e di più comprendendoci, perché, appunto, non abbiamo avuto paura di farlo. E io, per prima, ho sperimentato mentre infuriavano su di noi le polemiche e le ricostruzioni, anche grottesche - spesso ingenerose - di questo lavoro, che esso poteva essere fatto solo partendo dal riconoscimento pieno e senza condizioni, dell' a priori della libertà di ciascuno. La straordinaria bellezza di questo percorso, il suo straordinario valore sono il nostro contributo politico. Da parte vostra ho visto paura e sordità. Non un segno, uno solo, che eravate disponibili ad ascoltare, a comprendere, a dubitare. Eppure molte sono state le occasioni che con sforzo sincero vi sono state offerte dai nostri senatori e dalle nostre senatrici. Sono forte di tutto questo nell'annunciare il voto contrario del Gruppo del PD a questo testo mentre, come è inevitabile, tra pochi minuti, tra i vostri scroscianti applausi, morirà la libertà e la dignità dell'uomo - così come garantita dall'art. 32, 2° comma, 2^ Parte della Costituzione repubblicana, così come fu scritta da Aldo Moro.