mercoledì 17 febbraio 2016

Perché Bernie?

Da l’Unità online

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Per quale ragione il “socialista” Bernie Sanders ha stravinto sulla “femminista” Hillary Clinton nel New Hampshire? Per capirlo è necessario dimenticare l’America dei

film ed entrare nell’America reale

 

di Federiga Bindi

 

Nella fredda notte del New Hampshire, Hillary ha sentito il fiato sul collo di Bernie Sanders il quale, con la schiacciante vittoria alla prima primaria della stagione, ha reso chiaro che Hillary davvero non è più la “candidata inevitabile” e che la campagna elettorale sarà lunga e non scontata. Il discorso con il quale Sanders ha celebrato la vittoria è rimasto rivoluzionario nelle proposte politiche, ma per la prima volta ha avuto anche un tono presidenziale, ricordando che l’obbiettivo finale è battere i repubblicani e quindi – una volta finite le primarie – ci sarà da ricompattare il partito. Così facendo ha messo anche a tacere quanti lo accusano di non essere un “vero” democratico, essendo inizialmente eletto al Senato come indipendente.

    Per capire perché Bernie Sanders ha stravinto su Hillary Clinton e messo una prima ipoteca sulla nomination è necessario dimenticare l’America dei film ed entrare nell’America reale. Abituati a vedere le casette con il giardino, ci dimentichiamo che l’American dream e ormai sempre più un sogno irragiungibile per gli under 45. Sono loro, infatti, lo zoccolo duro dei sostenitori di Sanders.

    I numeri fanno impressione: nella fascia di età 17-29, Sanders ha preso l’84% dei consensi in Iowa ed l’85% in New Hampshire. Nel 2008, i giovani erano per Barak Obama (in aveva Iowa aveva preso il 57% dei loro voti) e gli over-45 per Hillary Clinton, con un’accentuazione per gli over-60; la stessa divisione vede oggi gli under-45 (donne incluse) favorire Bernie Sanders e gli over-45 la Clinton.

    Sanders ha anche attratto il 72% degli indipendenti: in America si può essere registrati come Democratici, Repubblicani o Indipendenti e stati come il New Hampshire – che hanno una forte tradizione di Independents – permettono loro di votare per quale primaria preferiscono.

    Il dibattito della scorsa settimana e gli ultimi giorni di campagna – in cui Hillary ha chiamato a raccolta in New Hampshire sostenitori, amici e parenti – non hanno aiutato. Nel dibattito, Hillary è andata esageratamente all’attacco e ha continuato a ripetere che gli elettori debbono votare lei perché ha più esperienza ed è più brava, risultando alla fine parecchio antipatica.

    Le sue sostenitrici, hanno fatto poi il resto del danno: Madeleine Albright ha affermato che “c’è un posto speciale all’inferno per le donne che non aiutano le altre donne” – un suo vecchio mantra che ama ripetere per sottolineare che le donne debbono sostenersi a vicenda in ambito professionale – cosa molto importante negli Stati Uniti dove il 70% dei posti di lavoro si trova grazie al networking, le raccomandazioni degli amici. Traslato in un contesto politico, tuttavia, la frase è infelice ed in particolare le giovani l’hanno presa storta.

    Il patatrac finale l’ha fatto Gloria Steinem, mitica capofila delle femministe americane, che al Bill Maher show ha visto bene di dire che le ragazze giovani sostengono Sanders perché ai suoi rally trovano i ragazzi fighi. Fosse stata detta in Italia, sarebbe stata una battutaccia, ma qui è stata presa malissimo, tanto più detta in sostegno alla moglie di uno che la Presidenza l’ha quasi persa per una stagista. Apriti cielo! Si aggiunga che molte donne qui non perdonano ad Hillary di non aver mollato Bill dopo la Levinski, e al contrario di aver contribuito a svilire e umiliare le donne con cui il marito aveva avuto relazioni.

    Gli Stati Uniti sono un paese profondamente maschilista e la legislazione contro il sexual harassment non aiuta a distendere gli animi. Diana Bilimoria, docente alla Case Western Reserve University, ha calcolato che alla fine della propria carriera professionale una donna guadagna in media $2.120.731 meno di un uomo di pari qualifica e capacità. In Senato, le donne sono 20 su 100; al Congresso, 104 (il 19,4%): la maggior presenza femminile mai eletta nella storia degli Stati Uniti.

    La generazione della Clinton e delle sue più accese sostenitrici è una generazione che ha strappato, pezzo per pezzo, con determinazione e coraggio, un pezzettino di cielo. Il prezzo che hanno pagato è però quello – salvo rarissimi casi – di una mortificazione eccessiva della propria femminilita’: la Hillary definisce se stessa e la sua generazione “la sisterhood in giacca-pantalone (pant-suit)”.

    Alunna di Welsley College – una delle “Seven Sisters”, i migliori collegi femminili americani – Hillary è una femminista storica e, a suo onore, ha fatto molto per cambiare le cose. Al Dipartimento di Stato, il suo maggior contributo è indubbiamente stata la promozione delle donne e delle politiche di genere. L’articolo della sua Direttrice del Policy Planning – Anne Marie Slaughter, “Why Women Cannot Have it All” – ha poi scatenato un dibattito importante ed un rinnovato entusiasmo contro il cosidetto “glass cieling”, il tetto di cristallo. Ma da lì a pensare che le donne votino Hillary in quanto donna, il passo è lungo.

    Le giovani millenials i pant-suits li amano poco e ancora non sono abbastanza senior da sbattere contro il glass cieling. Sono del resto parte della generazione più egualitaria della storia, una generazione anche meno consumista e materialista di quelle passate: per fortuna, si direbbe, dato che sono mediamente oberati dai debiti universitari.

    La questione del costo dell’educazione e della salute non a caso sono pilastri delle proposte di Sanders, tanto popolari da costringere la Clinton ad adeguarsi e spostarsi sempre più a sinistra. Un anno in un’università di elite costa, tutto compreso, oltre 100.000$. Un anno all’Università nel proprio Stato di Residenza – l’opzione più economica – viaggia dai 12.000 ai 25.000$ l’anno di sole tasse di iscrizione. Per quello, quando Sanders parla di college gratuito, la proposta suona come musica nelle orecchie sia dei Millenials che della Generazione X, i quali – dopo aver finito di pagare i propri debiti universitari e con la casa ancora sul groppo – deve indebitarsi ulteriormente per pagare l’educazione ai figli, come ha ammesso l’ormai ex terzo candidato Dem Martin O’Malley.

    Per tacere della sanità. Il controllo medico (obbligatorio) di inizio anno scolastico con annesso vaccino, senza assicurazione costa sui 500$. Fare un figlio in ospedale può costare sui 100.000$. L’assicurazione medica base, costa anch’essa un minimo di 500$ al mese, sperando che tutto vada bene: se ci si ammala – ad esempio di cancro – la partecipazione alle spese (pudicamente definita “co-pay”) può costare la casa, per la quale bastano poce rate di mutuo saltate per andere in “foreclosure”. Qualche settimana fa, il vicepresidente Joe Biden ha raccontato che quando il figlio Beau era malato, Obama si è offerto di aiutarlo economicamente per evitargli di vendere casa: perché l’assicurazione è legata al lavoro, se ci si ammala e non si lavora, dopo un po’ si perdono entrambe.

    In un mondo così, è evidente che molti siano attratti da Bernie. Va bene una donna alla Casa Bianca, ma vuoi mettere l’educazione gratis e la copertura medica per tutti, svincolata dal lavoro? E sì, è vero che anche la Clinton dice di lottare per la classe media sempre più impoverita, ma poi con un singolo “speech” guadagna più di una coppia di professionasti medio-alti in un anno… Non a caso, il dato che più di tutti fa riflettere è la percentuale ottenuta da Sanders in New Hampshire tra quelli che ritengono che l’onestà debba essere la principale qualità di un candidato: secondo un sondaggio Cnn, Sanders ha vinto 92% a 6%.

    

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