Da MondOperaio
Rileggere Bad Godesberg può aiutare il Partito Democratico
di Nicola Cacace
Un nodo irrisolto del Pd è quello dell´identità. Nato come somma di due componenti dai valori diversi, i cattolici democratici ed i social comunisti, non si è mai fatto lo sforzo di definire l´identità del nuovo partito. Come si vede dal panorama politico europeo e mondiale, dovunque si contrastano due blocchi, uno conservatore e liberista ed uno progressista di tipo social democratico, che accetta il libero mercato nel quadro di uno Stato forte che garantisce diritti universali ed equa distribuzione della ricchezza.
In Europa il documento di identità più noto di un partito democratico di sinistra è quello della tedesca Spd, Bad Godesberg 1959, che comincia così: “Il socialismo democratico, che in Europa affonda le sue radici nell´etica cristiana e nell´umanesimo, non ha la pretesa di annunciare verità assolute, non per indifferenza riguardo alle diverse concezioni della vita o verità religiose, bensì per rispetto delle scelte dell´individuo in materia di fede, scelte sul cui contenuto non devono arrogarsi il diritto di decidere né un partito politico né lo Stato. La Spd è un partito composto da uomini provenienti da diversi indirizzi religiosi ed ideologici, che condividono precisi obiettivi, libertà, giustizia, solidarietà”.
E più avanti: “Ordinamento economico e sociale. La politica socialdemocratica in campo economico persegue il raggiungimento di un benessere crescente, una equa partecipazione di tutti al prodotto nazionale, una vita nella libertà senza inique dipendenze e sfruttamento. La politica economica, sulla base di una moneta stabile, deve assicurare la piena occupazione, accrescere la produttività ed aumentare il benessere collettivo. La libera scelta dei consumatori e del posto di lavoro, così come la libera concorrenza e la libera iniziativa, sono fondamento essenziale della politica economica socialdemocratica.
Nel caso in cui taluni mercati siano monopoli naturali o dominati da singoli o da gruppi, si rendono necessarie misure per ristabilire la libertà economica: concorrenza nella misura del possibile, pianificazione nella misura del necessario. La proprietà privata dei mezzi di produzione deve essere difesa ed incoraggiata nella misura in cui non intralci lo sviluppo di un equilibrato ordinamento sociale. La concorrenza mediante imprese pubbliche è un mezzo da usare per prevenire un dominio privato di importanti settori del mercato o laddove, per motivi naturali o tecnici, prestazioni indispensabili alla comunità possono essere fornite in modo razionale ed economico solo con mezzi pubblici. Poiché l´economia di mercato non assicura di per sé una equa ripartizione di redditi e patrimoni, sarà necessaria una politica nazionale dei redditi e del patrimonio. Ciò presuppone due condizioni, la crescita del prodotto nazionale ed una sua equa ripartizione.
Il sistema di sicurezza sociale deve essere commisurato alla dignità dell´uomo, consapevole della propria responsabilità. Ogni cittadino ha diritto a percepire dallo Stato un minimo di pensione per vecchiaia, disabilità al lavoro, morte di colui che gli assicura il sostentamento. Tutte le prestazioni sociali in danaro dovranno essere adeguate agli aumenti dei redditi da lavoro.
Poiché il singolo non può difendersi da tutti i rischi inerenti la salute, un sistema pubblico di protezione sanitaria è indispensabile, garantendo nel contempo la libertà professionale dei medici. La durata del lavoro, a reddito invariato, deve essere gradualmente ridotta nella misura assicurata dal progresso tecnico e dalle libere scelte contrattuali. Ciascuno ha diritto ad una abitazione decorosa, vietando anche le speculazioni sulle aree e sottoponendo a prelievo fiscale i profitti derivanti dalla vendita dei terreni. La parità dei diritti della donna deve essere attuata realmente in senso giuridico, economico e sociale. Stato e società devono proteggere, favorire e rafforzare la famiglia e la gioventù”.
La conclusione del documento verte sulla nuova concezione di classe, molto più larga di quella originaria del socialismo marxista: “Il movimento socialista, iniziato come protesta dei lavoratori salariati contro il sistema capitalistico, ha adempiuto ad un compito storico. Nonostante errori e sconfitte il movimento dei lavoratori è riuscito ad ottenere nel XIX e XX secolo, il riconoscimento di molte sue rivendicazioni, tra cui, la giornata lavorativa di 8 ore, la pensione per invalidità e vecchiaia, il diritto di organizzazione sindacale, i diritti di maternità, il divieto del lavoro minorile, le ferie, etc… Questi successi sono pietra miliare di un cammino ricco di sacrifici, soprattutto dei lavoratori salariati, che ha servito la causa della libertà di tutti gli uomini.
Oggi tutte le forze vive scaturite dalla rivoluzione industriale e dal progresso tecnico devono essere messe al servizio della libertà e della giustizia. Da partito della classe lavoratrice il partito socialdemocratico è diventato partito del popolo. Perciò la speranza del mondo è un ordine fondato sui valori del socialismo democratico, che intende creare una società civile nel rispetto della dignità umana, una società libera dalle disuguaglianze, dall´indigenza e dalle paure, da guerre ed oppressioni, in unità di intenti con tutti gli uomini di buona volontà”.
Credo che, ci sia da imparare molto dal documento di Bad Godesberg, naturalmente aggiornandolo a 50 anni dopo, in termini di definizione dell´identità di un moderno partito democratico di sinistra. Tanto più che gli 8 paesi europei più a lungo governati nel dopoguerra da partiti socialdemocratici, i 4 paesi scandinavi più Germania, Olanda, Austria e Francia, sono non solo quelli a più alta eguaglianza sociale (indice di Gini inferiore a 0,3) ma anche quelli a più alto sviluppo.