LAVORO E DIRITTI
a cura di www.rassegna.it
Intervista con la segretaria nazionale della Cgil. Libertà e dignità sono i princìpi affermati nella legge 300 che compie 45 anni. Quei diritti vanno oggi rafforzati e resi universali anche alla luce dei cambiamenti intervenuti nel mercato del lavoro
di Altero Frigerio, RadioArticolo1
"Potremmo dire che lo Statuto dei lavoratori è una delle grandi leggi di applicazione della Costituzione, non a caso viene definita legge di rango costituzionale. È la legge che traduce i valori contenuti nella Costituzione: i principi di libertà sindacale e di associazione, il lavoro come uguaglianza e quindi fondato sui diritti, per arrivare all’Articolo 1 'L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro'”. Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, in un'intervista rilasciata a RadioArticolo1.
"Non a caso lo Statuto fu salutato come l’ingresso della Costituzione dentro le fabbriche, della cittadinanza dentro i luoghi di lavoro. Questo ingresso si è realizzato attraverso quella fondamentale scelta che di fronte alla disparità tra i due contraenti, l’impresa e il lavoratore, la legge deve intervenire a sostenere il soggetto più debole. Oggi ne festeggiamo il quarantacinquesimo anniversario. Per qualcuno 45 anni sono troppi anni e quindi va cambiato. In realtà, sono il segno di quanto da poco tempo la cittadinanza è entrata a pieno titolo nei luoghi di lavoro e - quando il tempo è poco - c'è sempre bisogno di rafforzare quell’insieme di diritti e di renderli universali. (Continua la lettura su sito di rassegna.it)
Vai all’audio dell’intervista con Susanna Camusso