L’Italia è messa proprio male: parlo non solo dell’Italia economica, perché il giudizio è ovvio. Parlo anche dell’Italia politica: giudizio anche esso ovvio, ma sul quale si può fare un ragionamento e vedere qualche speranza: forse mi ripeto, ma repetita juvant!
di Giuseppe Tamburrano
L’ostacolo principale è Berlusconi. Proviamo con un esercizio di fantapolitica – che faccio ogni giorno – ad immaginare che scompaia: io credo che avremmo un effetto a cascata che muterebbe profondamente il panorama politico.
Prima di tutto il suo partito si spaccherebbe: una parte guidata dalla Giovanna D’Arco della Santanchè andrebbe a destra e l’altra con il mite Alfano al centro. Il Governo – se non perde la maggioranza al Senato – non soffrirebbe più il delirio quotidiano e forse riuscirebbe anche a cambiare la legge elettorale e portarci ad elezioni decenti.
Dunque avremmo una Destra arricchita dal nuovo corso di Storace e abbastanza consistente. Ma avremmo anche un Centro formato dalle truppe di Alfano e dagli altri spezzoni di centro . E potremmo – finalmente! – avere anche una sinistra degna di questo nome. A me ha fatto una grande, positiva impressione la notizia che il PD promuoverà in Italia il congresso del Partito socialista europeo. Bravo compagno Epifani! Se l’iniziativa andrà in porto il PD entrerà nel PSE operando una svolta che ha già messo in allarme gli ex d.c.: Fioroni ha già detto che loro non ci starebbero. Bene! Escono dal PD e vanno a rinvigorire il Centro: tornano a casa! Ed esce pure Prodi!
Con una legge elettorale ad hoc – il doppio turno alla francese (con qualche aggiustamento all’italiana) – avremmo maggioranze alternative di destra e di sinistra, con un centro ago della bilancia.
Sogno? Ma perché questo processo non si può compiere? Perché c’è Berlusconi che tiene tutto bloccato attorno ai suoi problemi personali. Facciamo la prova del nove. Il Cavaliere riesce ad uscire dall’Italia (gioco da bambini per un tycoon come lui!) e se ne va in un posto incantevole a godersi gli ultimi anni della sua vita (posto che potrà ribattezzare, volendo, Colombey-les-deux-Eglises, o Isola d’Elba, sognando magari di essere richiamato in patria come De Gaulle o Napoleone). Potrà inondare di messaggi i suoi fedelissimi continuando – o credendo di continuare – ad esercitare la sua influenza in Italia. Ma si leverà di mezzo: e questo è l’importante!
Sto sognando? E lasciatemi sognare! Sono avanti negli anni anche io e spero di andarmene meno incazzato. Pensate: la sinistra si depura, si unisce e si chiama “socialista europea”! E visto che sogno ad occhi aperti lasciatemi concludere il sogno: si chiama socialista e spende le sue energie non nella rissa attuale ma nel dibattito, anche duro, su qual è il “sol dell’avvenire” nella gravissima crisi odierna del capitalismo finanziario-industriale globalizzato.
Mia moglie mi ha svegliato: “E’ tardi, bisogna andare a votare alle primarie!”.
No! Preferisco sognare.