L'evoluzione del sistema politico e istituzionale austriaco dovrebbe essere seguita con maggior attenzione dall'Italia che cerca di riformarsi
di Felice Besostri
Le elezioni austriache del Nationalrat, la Camera dei Deputati, che con il Bundesrat costituisce il Parlamento austriaco, si sono svolte dal 2 al 29 settembre 2013. Il voto per posta è possibile dal 2 di settembre e lo spoglio segue quello dei voti espressi nei seggi. Di questa facoltà si avvale il 10% degli elettori, che quindi hanno inciso sul risultato finale peggiorando il voto dei Socialdemocratici e dei Liberali e migliorando quello dei Verdi e, in piccola misura, dei Popolari, come si desume dalle percentuali che di seguito riportiamo tra parentesi: SPÖ 26,9 (27,1), ÖVP 24,0% (23,8), FPÖ 20,6% (21,4), Grüne 12,3% (11,5), Stronach 5,7% (5,8), NEOS 4,9% (4,8).
La grande coalizione rosso-nera uscente conserva ancora la maggioranza assoluta, ma è il peggior risultato complessivo SPÖ-ÖVP in questo secondo dopoguerra. Non è un'alleanza di corrispondenza di amorosi sensi, ma un matrimonio d'interesse, interessi non sempre limpidi; anzi, l'Austria potrebbe competere con l'Italia per scandali politici, con la differenza che colpiscono gli esponenti di partito, ma non i partiti in quanto tali. Dunque, questo primato spetta a noi, come pire il primato delle elezioni anticipate. Delle sedici legislature italiane otto sono terminate anticipatamente e la 17ma, appena iniziata, darà la maggioranza a quelle interrotte anzi tempo. L'Austria, con sette anticipate su venti, conquista un indiscutibile secondo posto europeo.
Le grandi coalizioni hanno retto undici legislature, la maggioranza assoluta ÖVP una a fronte di quattro monocolori SP, tra cui uno di minoranza con Kreisky, che provocò elezioni anticipate per conquistare la maggioranza assoluta nel 1971.
Fino alla fine degli anni '70 SP e ÖVP raccoglievano più del 90% dei voti validi e soltanto con il passaggio ad un sistema tripartito ci furono un governo SPÖ-FPÖ e due governi ÖVP FPÖ. L'unico governo tripartito di Popolari, Socialdemocratici e Comunisti del KPÖ fu nel primo del dopoguerra in regime di occupazione delle quattro Potenze Alleate, tra cui l'Unione Sovietica: periodo d'oro per i comunisti austriaci, che furono rappresentati nel Nationalrat per l'ultima volta nel 1956, cioè appena finito il regime di occupazione (luglio 1955).
La Camera dei Deputati austriaca è composta da 183 membri, con i 52 seggi Socialisti e i 47 Popolari la maggioranza assoluta è superata di 7 seggi. Altre maggioranze non ci sono, a meno di una alleanza di Popolari (52), Liberali (40) e Verdi(24). Non sussisterebbero ostacoli di principio giacché nei nove Stati federati (Länder) le maggioranze sono multiformi. I Verdi per esempio sono a governo in cinque Länder, con le formule più varie: due con i Popolari (Tirolo e Austria Superiore), uno con Socialdemocratici e Popolari (Carinzia), uno con i soli socialdemocratici (Vienna) e, ultima in ordine di tempo, una con Popolari e il Team Stronach (Salisburgo).
Stronach è un miliardario che ha fondato un partito personale populista e sostanzialmente di destra, anche se con toni meno xenofobi della FPÖ di Heinz-Christian Strache.
Tutti i commenti parlano dei Liberali come i grandi vincitori delle elezioni. Non è vero se non in un'ottica ragionieristica, che guardi solo alle precedenti elezioni. La FPÖ, è vero, guadagna il 3,9% dei voti, mentre Socialdemocratici e Popolari perdono in percentuale e in seggi, ma nel 2008 la BZÖ, la Lega per il Futuro dell'Austria, fondata da Haider, aveva il 10,7%, se Strache avesse recuperato i voti persi da questa formazione il suo Partito avrebbe raggiunto il 24,7%, a anche così sarebbe stato di 2 punti sotto il 26,9%, il miglior risultato con Haider alla guida del Partito, cioè la stessa percentuale dei Socialdemocratici oggi.
La FPÖ con i suoi programmi non è partner gradito in nessuna coalizione e ha la sfortuna di operare in un paese dove, a differenza dell'Italia, non esistono premi di maggioranza pazzeschi, che gli possano garantire il 55% dei seggi con il 27% dei voti, facilmente raggiungibili con un'alleanza con il Team Stronach, che, invece, è partner di governo in tre Länder in Carinzia e Bassa Austria (dove i seggi nell'organo esecutivo sono assegnati con sistema proporzionale come nei Cantoni svizzeri) e nel Land Salisburgo, in base ad un accordo politico programmatico.
A Stronach non riuscì di entrare nel Land Tirolo, perché là non riuscì a strappare voti ad una lista altrettanto personale ma di un personaggio tirolese Fritz Dinkhauser, che ha dato il suo nome proprio al suo Partito FRITZ (un partito regionale, che dispone di 2 seggi nel Bundesrat).
Vincitori delle elezioni sono la Lista Stronach con 11 seggi e i liberali democratici di NEOS con 9. Stronach ha guadagnato quasi il doppio di Strache e NEOS il 4,7% rispetto al 3,9% dei Liberali.
L'evoluzione del sistema politico e istituzionale austriaco dovrebbe essere seguita con maggior attenzione dall'Italia che cerca di riformarsi: ha un sistema bicamerale, ma l'ultima parola spetta alla Camera dei Deputati; ha una forma di governo semi-presidenziale, con elezione diretta del Presidente, dotato di forti poteri sulla carta, mai esercitati, perché l'indirizzo politico è del primo Ministro. I partiti sono essenziali per la selezione del personale politico e le formazioni che seguono un'altra logica sono legate al successo del personaggio.
Renzi, per esempio, ha come modello Stronach ("il partito sono io") o Werner Faymann? O l'amico Fritz, in maniche di camicia come lui, ma con i pantaloni di pelle?