sabato 19 ottobre 2013

Ora anche il Lombardellum è stato rinviato alla Corte Costituzionale

Il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso presentato dall'avvocato Felice Besostri (con Claudio Tani e Emilio Zecca) e sostenuto da un certo numero di esponenti politici della sinistra milanese. Il tribunale amministrativo ha dichiarato che sono da tutte da verificare le eccezioni di costituzionalità sollevate in merito al sistema elettorale adottato dalla Lombardia (il cosiddetto Lombardellum). "Non la giustizia penale, ma quelle amministrativa e ordinaria hanno cominciato a demolire la Seconda Repubblica", è stato il commento dell'avv. Besostri. Il governatore lombardo Maroni gli ha ribattuto definendo la decisione del TAR "una cosa stravagante, perché il premio di maggioranza è previsto addirittura nella legge nazionale…". Di seguito il giurista socialista, ex docente di Diritto pubblico comparato ed ex parlamentare dell'Ulivo tra il '96 e il 2001, riassume per l'ADL le ragioni del ricorso.



di Felice Besostri



L'argomento secondo cui il premio di maggioranza è previsto dalla legge elettorale nazionale, significa solo che chi lo sostiene non comprende quel che legge sui giornali. Il "Porcellum" è stato rinviato proprio per questo motivo dalla Prima Sezione della Corte di Cassazione in un ricorso, che ho avuto l'onore di discutere davanti alla Cassazione.

In maggio la prima Sezione della Cassazione ha inviato alla Corte Costituzionale il "Porcellum", il 9 ottobre la Terza Sezione del TAR Lombardia il "Lombardellum".

Il motivo sempre lo stesso: un abnorme premio di maggioranza, che in Lombardia investe il 60% dei seggi, rispetto al 55% nazionale. Un'esagerazione nell'esagerazione. Per di più con il "voto disgiunto". Per cui chi ha votato il Presidente eletto e nessuna lista o addirittura liste non apparentate alla vincente contribuisce a far eleggere candidati delle sole liste apparentate.

Nell'informazione istituzionale si avverte l'elettore che è possibile il "voto disgiunto", ma nulla si dice delle conseguenze sulle liste apparentate. Per fare un esempio, un'elettrice milanese che avesse votato la lista socialista e Maroni Presidente, avrebbe contribuito a far eleggere un ex fascista di "Fratelli d'Italia" a Como. Sarebbe come dire: Cari elettori disgiunti, i vostri voti sono di serie B. Sembra una barzelletta, ma questo è il "Lombardellum", una legge per la quale il voto personale e diretto previsto dalla nostra Costituzione non esiste più.

Dunque, il TAR della Lombardia ha rinviato questo meccanismo elettorale alla verifica della Corte costituzionale. A buon diritto, si direbbe. Eppure, le reazioni più negative all'Ordinanza del TAR lombardo sono venute dal capogruppo regionale del PD. Perché? Perché, se tocchi il bipolarismo ancorché artificiale, viene meno la ragion d'essere del PD.

Per fortuna, non tutti i democrat la pensano così. Un illustre costituzionalista del PD ha manifestato soddisfazione per l'inizio della demolizione di un istituto, quello di un premio in seggi, che "trasforma minoranze occasionali in maggioranze", eterogenee aggiungo io.

Paradossalmente, il premio di maggioranza produce instabilità, perché per avere un voto in più degli avversari si creano coalizioni prive di qualsivoglia ragione sociale, politica e ideale.