Parliamo di socialismo a cura della Fondazione Pietro Nenni http://fondazionenenni.wordpress.com/ Il verdetto olandese Chi temeva che le elezioni politiche olandesi avrebbero visto il successo di formazioni politiche contrarie o critiche nei confronti dell’euro, può tirare un sospiro di sollievo. di Alfonso Isinelli La destra di Wilders, che aveva cambiato il suo obiettivo dalla lotta agli immigrati all’uscita dalla moneta unica, è stato pesantamente punito, dimezzando i consensi; il partito socialista di Roemer, che propugnava, come Siryza in Grecia o SEL in Italia, una totale revisione del fiscal compact e ancora ad agosto nei sondaggi veniva segnalato come primo partito, ha confermato lo striminzito dieci per cento di tre anni fa. A vincere, guadagnando emtrambi dieci seggi rispetto alle precedenti consultazioni, sono stati i partiti pro-Europa: i liberal-conservatori del premier uscente Rutte, che in campagna elettorale ha smussato i toni da falco riguardo al rispetto delle regole di bilancio ed i laburisti trascinati dal nuovo leader Samsom, proveniente dalle fila del movimento ambientalista, grande carisma oratorio, che propone in linea con i socialisti francesi, un approccio graduale nei confronti del debito pubblico: meno austerity, investimenti per la crescita, consolidamento delle politiche di welfare. E’ quasi sicuro che si vada verso un “governissimo” fra le due principali forze politiche, prospettiva che molto probabilmente potrebbe verificarsi anche in Germania, a maggior ragione dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale tedesca che prevede maggioranze parlamentari qualificate per incrementi del fondo salva-stati, ed in Italia sia pur in forme tutte da verificare. L’impressione che si ricava dalle ultime tornate elettorali in Europa, ad eccezione della Grecia, il cui voto è stato inevitabilmente condizionato dalla durissima crisi economico-sociale, è che i sentimenti anti europei, siano ancora minoritari: alla classe politica continentale il compito di non far divampare la brace del malcontento che cova sotto la cenere. |
Riceviamo e volentieri pubblichiamo Obama e Romney sulla povertà negli Stati Uniti (NEV/ENI) – Cosa pensano i candidati alle elezioni presidenziali USA dell'alto tasso di povertà presente nel loro paese? Qual è il loro piano per rispondere agli oltre 12 milioni di bambini che vivono in condizioni tali da non avere un'adeguata alimentazione? Cosa intendono fare a proposito Barak Obama e Mitt Romney? Sono le domande che l'organizzazione umanitaria ecumenica “Circle of Protection” (CoP), ha posto ai due candidati alla Casa Bianca, chiedendo loro di esprimere attraverso un video una dichiarazione di intenti. Obama e Romney hanno risposto alla sollecitazioni e le loro dichiarazioni sono disponibili sul sito di CoP (http://circleofprotection.us/). I due video sono offerti senza commenti, né dichiarazioni sono state rilasciate sulle posizioni dei due candidati dai responsabili di CoP, il cui compito non è appoggiare l'uno o l'altro dei due uomini politici. “Il nostro compito è invece enfatizzare la chiamata di Gesù ad agire per gli ultimi e i minimi e far sì che la questione della povertà non scompaia dal dibattito politico”, sottolinea un comunicato dell'associazione. |
LAVORO E DIRITTI a cura di www.rassegna.it Monti-Marchionne, sabato l'incontro Il premier vede l'ad del Lingotto sabato 22 settembre, riunione a Palazzo Chigi alle 16. Presenti anche Fornero e Passera. "Verranno illustrate le prospettive del gruppo, con particolare riguardo all'Italia". Camusso: Marchionne non dà risposte al paese Il presidente del Consiglio Mario Monti oggi pomeriggio (18 settembre) ha avuto una conversazione telefonica con Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, convenendo di incontrarsi sabato 22 alle 16 a Palazzo Chigi. E' quanto si legge in un comunicato di Palazzo Chigi. Oggi proprio Marchionne aveva parlato su Repubblica, intervistato dal direttore Ezio Mauro, e rispondendo alle molteplici accuse mosse dopo l'annuncio dell'abbandono del piano Fabbrica Italia. "Io non ho mai parlato di esuberi, non ho proposto chiusure di stabilimenti, non ho mai detto che voglio andar via. Le assicuro che ci vuole una responsabilità molto elevata per fare queste scelte oggi", ha affermato Marchionne nell'intervista. Però, alla Fiat non si può pensare "come a un'azienda soltanto italiana". La Fiat "opera nel mondo, con le regole del mondo. Per essere chiari: se io sviluppo un'auto in America e poi la vendo in Europa guadagnandoci, per me è uguale, e deve essere uguale", a suo avviso. "Marchionne ha tenuto una posizione molto difensiva, nella quale, però, non dà le risposte di cui il Paese ha bisogno". Questo il commento del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, rilasciato dopo l'intervista dell'ad del Lingotto. |
IPSE DIXIT
Mancanza d'idee - «La guerra non mi suggerisce nessuna idea degna di essere comunicata.» – Franz Kafka
Quando - «Quando lo Stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria.» – Friedrich Dürrenmatt
Lo chiamano impero - «Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto, lo chiamano pace.» – Tacito