lunedì 10 settembre 2012

Il tema è sempre lo stesso: riformare i partiti

Parliamo di socialismo

a cura della Fondazione Pietro Nenni

http://fondazionenenni.wordpress.com/



Qualche giorno fa ho fatto (tentato di fare) l’elenco delle nuove formazioni che si accingono a presentarsi ad un elettorato che si dirada: più i partiti, meno gli elettori.


di Giuseppe Tamburrano


Qualche giorno fa ho fatto (tentato di fare) l’elenco delle nuove formazioni che si accingono a presentarsi ad un elettorato che si dirada: più i partiti, meno gli elettori. A quelle formazioni da me indicate occorre aggiungere la lista Tremonti che non si capisce bene a quali settori dell’opinione pubblica si rivolgerà.

    Intanto la confusione regna tra i partiti sulla nuova legge elettorale. E al di là delle schermaglie si ha l’impressione che sotto sotto PDL e Berlusconi vogliono cambiare la loro legge, il Porcellum, perchè l’alleanza con la Lega si è evaporata e comunque non potrebbero conseguire il premio e dunque la maggioranza. E mentre è ripudiata dai suoi padri, quella legge è vista di buon occhio, anche se arrossendo, dai suoi avversari Casini e Bersani, i quali alleandosi conquisterebbero il premio e dunque il governo.

    Il fatto è che sono quasi una decina le proposte di riforma elettorale e pertanto nessun partito può essere accusato di sabotarla e opponendosi gli uni agli altri arriveranno alle elezioni -anticipate o non- con quello che c’è.

    Chi è – legittimamente – contrario ad un parlamento di nominati deve riflettere che le preferenze plurime sono state abolite dal referendum del 1991 e sostituirebbe un parlamento di nominati con assemblee che per le grandi circoscrizioni della legge in vigore, saranno espressione di un gigantesco e capillare processo di corruzione e di spese elettorali.

    Come se ne esce? Con una seria riforma dei partiti (non se ne sta occupando Amato?) che deve – tra l’altro-: 1) Assicurare la rappresentatività con la concessione ex lege della personalità giuridica; 2) disciplinare le procedure per la nomina degli organi dirigenti, assicurandone in conseguenza la legittimazione democratica; 3) regolamentare le candidature alle elezioni che debbono essere decise dagli iscritti anche attraverso primarie. A tal fine il “metodo democratico” previsto dall’art.49 della Costituzione deve essere realizzato ammettendo al voto per le nomine dei delegati al Congresso e per le candidature, solo gli iscritti che hanno partecipato al dibattito. Il segretario del Partito e il capolista, cioè il leader viene indicato col metodo delle primarie.

    La spesa dei partiti e dei candidati deve avere un plafond e i conti vanno vistati da società di consulenza le quali debbono certificare che il partito x e il candidato y hanno realmente speso le somme dichiarate: il tutto nell’usbergo della responsabilità penale.

    Questa riforma è importante quanto, se non più, della riforma della legge elettorale, perchè qualunque riforma elettorale si faccia, è una delle colonne portanti della moralizzazione della vita pubblica.