martedì 20 settembre 2011

Avanti! - Questo scandalo deve finire

IPSE DIXIT

Prova a metterti nei suoi panni - «Ma i panni. . . erano così sudici che ho concluso: è meglio essere qualche volta ingiusto che provare di nuovo questo schifo che fa svenire». Antonio Gramsci

 

Due cose utili - « Valter Lavitola faccia una cosa utile per sé e una per il prossimo: si costituisca innanzi ai Pubblici Ministeri del nostro Paese che lo accusano e rimetta per una cifra simbolica nelle mani di garanti socialisti la testata del quotidiano Avanti! ». Bobo Craxi

 

Oggi, non domani - «I richiami del Quirinale, volti a mantenere gli equilibri costituzionali fra i poteri dello Stato, valgono per tutti. La retorica di ricordarli solo per questioni che riguardano altri e non se stessi è intollerabile. Se si vuole cominciare a spezzare l'intreccio perverso tra politica e giustizia occorrono atti politici, legislativi e comportamenti delle istituzioni, adeguati. Sappiamo bene che un governo screditato, in Italia e all'estero, responsabile principale delle anomalie di cui parliamo, non può guidare l'inversione di tendenza. È vero l'Italia ha bisogno di un altro governo. Ma questo non può essere un alibi per nessuno: nelle istituzioni, anche nella magistratura, ognuno faccia il suo dovere. Oggi, non domani.». Emanuele Macaluso

 
La tela bipartisan dell'unità nazionale - «Si arriverà in tempo? Non lo so. Ma so che se non lo si farà entro qualche mese lo si farà dopo che con una catastrofe nazionale l'Italia avrà toccato il fondo.». Ugo Intini
 
 

Dal Partito Socialista Italiano

riceviamo e volentieri rilanciamo

20 SETTEMBRE 2011

LE ESENZIONI FISCALI E I PRIVILEGI ACCORDATI ALLE ATTIVITÀ MERAMENTE COMMERCIALI DELLA CHIESA CATTOLICA NON SONO GIUSTI

E NON HANNO NULLA A CHE VEDERE CON LE "OPERE DI BENE" MA SOLO CON GLI AFFARI. DANNEGGIANO LA LIBERA CONCORRENZA E TRASFORMANO LA CHIESA IN UNA DELLE "CASTE" CHE FANNO MALE ALL'ITALIA.

 

Avanti! - Questo scandalo deve finire

Il silenzio sulla storia vera dell' Avanti!

di Carlo Correr

 

Nel novembre del 1993, l' Avanti! è costretto a sospendere le pubblicazioni. I giornalisti (compreso il sottoscritto) non ricevono lo stipendio da nove mesi, non ci sono progetti credibili di salvataggio e il Psi si trova al centro di una bufera che, nel giro di un anno, lo vedrà riunirsi nel suo ultimo congresso (il 47.mo, 11 novembre 1994) e sciogliersi.

    La testata dell' Avanti! , così cara a tanti compagni, viene affidata al liquidatore, Michele Zoppo, che – per decisione notarile del congresso – può venderla soltanto e unicamente a un soggetto politicamente degno , cioè capace di "garantire la salvaguardia delle tradizioni storiche del Partito Socialista Italiano", in una parola: solo a un rinato Psi.

    L'atto non ammette deroghe. Ma Lavitola si presenta nel 1996 ugualmente nelle vesti di editore, con il sostegno politico di alcuni esponenti dell'ex Psi finiti nel centrodestra: Cicchitto, Boniver, Sacconi, Marzo, De Michelis, Bobo Craxi, (direttore Sergio De Gregorio, poi senatore dipietrista e infine seguace di Berlusconi).

    Ne nasce una testata graficamente identica a quella storica, fatta salva una piccola differenza, però, che sorprendentemente consente a Lavitola di ottenere la registrazione presso l'apposito ufficio del Tribunale: la nuova testata si chiama "L'Avanti!", con articolo determinativo e apostrofo (neri questi, rosso il resto).

    Ora voi vi chiederete: ma se Caio si presentasse in Tribunale a registrare la testata " Il Corriere della Sera", con l'articolo "il" davanti e tutto il resto identico, ci riuscirebbe? Domanda retorica. Eppure proprio questo è successo all' Avanti!

    In seguito, con furbizia tutta italica, Lavitola ha fatto scolorire pian piano la "L", lasciando però l'apostrofo in nero. Poi, ancora qualche tempo e via anche quel minuscolo sbaffo.

    Ciliegina finale: sotto la testata clone, da un po' di tempo si può leggere: "Quotidiano socialista fondato nel 1896".

    Un doppio falso.

    Con quali soldi, sostegni, amicizie e complicità possa aver fatto tutto ciò è evidente dagli ultimi fatti, che hanno portato Lavitola alla ribalta della cronaca, nera, a cominciare dalla campagna denigratoria contro Fini, dopo la sua rottura con Berlusconi.

    Su tutto il resto meglio stendere un velo di laica pietà.

    La reticenza di giornali, radio e Tv nel non raccontare come sono andate veramente le cose, è sorprendente. Temiamo però che non si tratti solo di pigrizia professionale, ma che vi sia una quota di dolo politico – a destra come a sinistra – nel riesumare il cliché dei 'socialtraditori' che trascinano nel fango nobili ideali per miseri vantaggi.

    Quest'ennesima operazione di discredito del socialismo italiano,  fa comodo a tanti, sia nella maggioranza che nell'opposizione, altrimenti non si spiegherebbe la disastrosa indifferenza per un pezzo così importante di storia del nostro Paese.

    Occorre fare controinformazione. Nel '68 c'erano il ciclostile e i dazebao ; oggi c'è internet.

    Chissà che non si abbia più fortuna.

 

 

Un sussulto

Vorrei anch'io apportare il mio personale appoggio e la mia firma, se è possibile, alla posizione presa dai compagni in difesa della testata gloriosa dell' Avanti! nella quale si racchiude la storia nobile e di lotte del socialismo italiano. Da socialista, benchè senza tessera, e da collaboratore del giornale fin dagli anni del liceo (fui collaboratore fino all'ultimo attimo di vita del giornale) mi sento ferito e indignato per quanto sta succedendo. Anche se, poi, a  dire il vero, vedo poca indignazione in giro e ciò aumenta, da un lato, il mio pessimismo e, dall'altro, la spinta ad essere utile in qualche modo per salvare il nome dell' Avanti! dal fango in cui l'ha gettata la banda berlusconiana. La testata del giornale del Partito Socialiata Italiano che, al di là delle sue funeree vicende finali, era sempre stato la bandiera dell'onestà e del galantomismo (tratto tipico della lunga storia socialista), nonchè del mondo del lavoro con il quale fa tutt'uno la sua ragione d'essere, non può essere infangata così. Occorre un sussulto, gridato, di orgoglio che, nello specifico, corrisponde a una testimoniata volontà di lotta politica. Ce la faremo? Come sempre la speranza è ultima a morire. Diceva Nenni che, anche quando tutto sembra perso, c'è sempre una cosa ancora da fare. A tutti noi il dovere di trovarla. Fraternamente

Sen. Paolo Bagnoli , Firenze

 

 

Restituite l'onore all' Avanti!

Vorrei condividere l'appello per restituire l'onore all' Avanti!   Grazie.

Prof. avv. Salvatore Prisco , Napoli

 

 

Ogni cittadino democratico . . .

Da quando l'amico il collega Peter Lorenzi mi ha fatto inserire nel vostro indirizzario (e gliene sono davvero grato) rileggo con piacere l'ADL, dal quale una grossa fetta del giornalismo italiano, di sinistra incluso, avrebbe molto da imparare. Vedo oggi, oltre al bel ricordo di Pietro Bianchi, la notizia dell'appello degli ex direttori dell' Avanti! in difesa della dignità di quella gloriosa testata che dovrebbe premere non solo e non tanto a tutti i socialisti ma ad ogni cittadino democratico italiano minimamente consapevole della storia del proprio paese. Non vedo tutti i quotidiani italiani o può anche darsi che, invecchiando, sia divenuto sempre più incapace di leggere quelli che vedo, ma l'appello per l' Avanti! io non l'ho trovato in nessun'altra testata. Vi ringrazio, dunque. di avermelo fatto conoscere e vi chiedo, nel caso intendeste promuovere adesioni, di inserirvi la mia e quella di mia moglie Brunella Toscani. Ora proverò a cercar di capire se davvero la stampa italiana è rimasta così indifferente. A voi risulta qualche notizia meno sconfortante? Un cordiale saluto e un sincero augurio di buona continuazione del vostro lavoro.

Giorgio Pecorini, Volterra

 

< : >

Verranno anche tempi migliori, speriamo  – Grazie a voi tutti. Si può aderire all'appello presso questo sito del PSI . - La red dell'ADL