IPSE DIXIT
Una persona che se l'andava a cercare - «Certo e' una persona [=Giorgio Ambrosoli, ndr] che in termini romaneschi se l'andava cercando».
– Giulio Andreotti
La persona scrive a sua moglie - «Anna carissima (...) sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I. [=dichiarazione di fallimento della Banca Privata Italiana di Sindona, ndr], atto che ovviamente non soddisferà molti e che è costato una bella fatica. Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto. E' indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese. Ricordi i giorni dell'Umi, le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l'incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato - ne ho la piena coscienza - solo nell'interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo. I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto (...) Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell'altro.. Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi».
– Giorgio Ambrosoli (1933-1979)
Conferimento a Giorgio Ambrosoli della medaglia d'oro al valor civile. La motivazione
- «Commissario liquidatore di un istituto di credito, benché fosse oggetto di pressioni e minacce, assolveva all'incarico affidatogli con inflessibile rigore e costante impegno. Si espose, perciò, a sempre più gravi intimidazioni, tanto da essere barbaramente assassinato prima di poter concludere il suo mandato. Splendido esempio di altissimo senso del dovere e assoluta integrità morale, spinti sino all'estremo sacrificio».
– Il Presidente della Repubblica - http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=3683
Parola di Belzebù
Polemica sulla battuta del senatore a vita Giulio Andreotti, che poi si scusa. Esperto in liquidazioni coatte amministrative, Ambrosoli fu ucciso la sera dell'11 luglio 1979 a Milano da un sicario venuto da New York, ingaggiato dal banchiere Michele Sindona
Intervento scioccante nella puntata di "La storia siamo noi" dedicata a Giorgio Ambrosoli, l'avvocato milanese nominato liquidatore della banca privata italiana, l'impero economico di Michele Sindona. Il 'Corriere della Sera' ha anticipato in esclusiva questa parte dell'intervista nella quale, alla domanda sul perché Ambrosoli sia stato ucciso, Andreotti risponde testualmente: "Questo e' difficile, non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici, certo e' una persona che in termini romaneschi se l'andava cercando".
Esperto in liquidazioni coatte amministrative, Ambrosoli fu ucciso la sera dell'11 luglio 1979 a Milano da un sicario venuto da New York, ingaggiato dal banchiere Michele Sindona che, per il suo omicidio, fu condannato all'ergastolo (insieme a Roberto Venetucci) il 18 marzo 1986. La sua è a storia di un eroe borghese come lo ha definito Corrado Stajano nel suo libro, un 'eroe per caso' insignito della medaglia d'oro al valor civile perché "benché fosse oggetto di pressioni e minacce, assolveva all'incarico affidatogli con inflessibile rigore e costante impegno" e si espose perciò a sempre più gravi intimidazioni, tanto da essere barbaramente assassinato prima di poter concludere il suo mandato. Splendido esempio di senso del dovere e assoluta integrità morale, spinti sino all'estremo sacrificio".
Al telefono con l'Agi Umberto Ambrosoli vorrebbe fermarsi qui, a questo unico commento sulla battuta con cui il senatore a vita ha bollato l'omicidio del padre, Giorgio.
Sul padre, Umberto ha di recente scritto un libro ("Qualunque cosa succeda", Sironi editore) in cui ai ricordi familiari mischia la storia pubblica di un funzionario integerrimo che, nominato commissario liquidatore dell'impero di Sindona, il bancarottiere che Andreotti definì, tra l'altro, il salvatore dell'economia italiana.
Vai all'audio del figlio di Ambrosoli (Corriere TV)
http://video.corriere.it/ne-infastidito-ne-sorpreso/79e237c0-bbeb-11df-8260-00144f02aabe
Vai all'audio delle telefonate di minacce dell'assassino di Ambrosoli (Corriere TV)
http://video.corriere.it/ambrosoli-telefonate-killer/207fb9be-bc09-11df-8260-00144f02aabe