EDITORIALE
Molti commentatori si domandano se il governo italiano dura o non dura,
se Di Maio va o rimane, se la TAV si fa o si disfa, se Salvini torna con
Berlusconi oppure no…
di Andrea Ermano
Oggi parliamo di un'analisi della situazione economica svolta a prescindere dai risultati in Sardegna, autore Enrico Morando, ex viceministro all'economia nel Governo Renzi e nel Governo Gentiloni.
I penta-leghisti, sostiene Morando, staranno insieme e tenteranno di uscire dall'Euro perché non sanno come affrontare la situazione economica, cioè i pagherò a babbo morto finora contratti nella loro avventurosa gita a Palazzo Chigi e dintorni.
Per parte sua Palazzo Chigi informa la nazione che non bisogna preoccuparsi perché c'è un "tesoretto" di circa due miliardi (due) appositamente accantonati in caso d'imprevisti. La parola "imprevisti" intende qui una situazione nella quale gli sviluppi economici messi a preventivo nella manovra finanziaria di dicembre vengono via via confutati da una realtà fatta di recessione invece che di crescita.
Ma due miliardi (due) non basteranno minimamente.
Morando parla di almeno una quarantina di miliardi.
Da un punto di vista economico la maggioranza penta-leghista non sarà in grado di affrontare una manovra aggiuntiva con quelle dimensioni, concordano tutti. Ma, a differenza degli altri commentatori, la conclusione di Morando non è che, allora, cade il governo. La sua conclusione è che, allora, il governo tenterà di far saltare il banco.
Da un punto di vista politico sarebbe incauto reputare che questa maggioranza stia insieme solo per il "collante del potere". Quello è il contorno. La pietanza principale sta nella concordanza nemmeno poi tanto misteriosa dei penta-leghisti con le attuali strategie sovraniste messe in campo dalle grandi potenze.
Di recente L'Espresso ha pubblicato un dossier sui finanziamenti moscoviti a favore della Lega. Ovviamente, Salvini nega e smentisce passaggi di denaro, ma anche al di là di ciò sussiste un patto scritto e sottoscritto con Putin (ben prima e ben più che con Di Maio).
L'inquilino della Casa Bianca, come quello del Cremlino, osteggia un'Europa unita e forte. La prima potenza economica mondiale rappresenta ai loro occhi un partner commerciale poco maneggevole. Secondo i due leader sovranisti e i loro alleati europei, meglio sarebbe spezzettarla, questa UE, costringendo poi ciascuno "staterello" a trattative bilaterali con gli USA e la Russia nella parte del leone.
Da ciò consegue un evidente difetto logico "desiderante" nei ragionamenti del tipo: "Se fanno così, vanno a sbattere, dunque non faranno così". Il difetto sta nella possibilità alternativa: che dentro a questa maggioranza ci sia cioè gente determinata ad andare a sbattere, secondo la celebre parola d'ordine moscovita degli anni Venti: "Tanto peggio, tanto meglio".
Si ribatterà che l'avverarsi di questo scenario non converrebbe a nessuno, ma non è vero. A parte ogni considerazione sulla "La prevalenza del cretino", sempre incombente nelle umane vicende, una prospettiva di crisi dell'UE per causa sovranista italiana potrebbe possedere una sua, per quanto perversa, "razionalità". Corrisponderebbe per esempio ai desideri di Trump e di Putin, senza contare il gigantesco polverone propagandistico che Salvini e Di Maio saprebbero sollevare. In tal modo butterebbero la croce di una eventuale fuoriuscita italiana dall'Euro sui partner europei tentando un forte consolidamento di regime dentro ai confini nazionali.
Siete convinti che questa prospettiva sul medio periodo ci porterebbe alla catastrofe? Siamo completamente d'accordo. Ma proprio per questa ragione dobbiamo tenere ben presente tutti i possibili scenari politici attuali e batterci con molta determinazione per evitare il peggio.