martedì 19 febbraio 2019

Allegria di naufragi

di Andrea Ermano

 

In realtà, la “Allegria” su cui vorremmo spendere qualche parola viene dal titolo di una raccolta lirica che Ungaretti iniziava a comporre mentre era già in procinto di diventare fante del Regio Esercito sul Carso.

 

       O Patria ogni tua età

    S’è desta nel mio sangue

        Sicura avanzi e canti

    Sopra un mare famelico

 

Così si conclude “Popolo”, la poesia che a sua volta nella raccolta chiude la sezione iniziale, intitolata “Ultime”.

    Nessuno è mai riuscito a trovarci molta “Allegria” del tipo di quella cui siamo abituati nelle risate con gli amici al bar ricordando la fenomenologia di Mike Bongiorno.

    Di che tipo di “Allegria” si parla, allora?

    La specificazione giunge centodue anni fa, proprio il 14 febbraio 1917, con questi metri intitolati “Allegria di naufragi”:

 

    E subito riprende

    il viaggio

    come

    dopo il naufragio

    un superstite

    lupo di mare

 

Ecco, naufragando in trincea, nello “stagno di buio” durante “un'intera nottata / buttato vicino / a un compagno / massacrato / con la sua bocca / digrignata”, il poeta scrive “lettere piene d'amore” e – “ubriaco / d’universo” – confessa: “Non sono mai stato / tanto / attaccato alla vita”.

    Lasciatecelo domandare: è sbagliato rifiutarsi di prendere sul serio l’oggi?

    E lasciateci chiedere quant’è la “Allegria di naufragi” cresciuta in questa nostra nuova era della patria, rispetto a quel remoto cominciamento nel “secolo breve”.

    Oggi le cose, certo(?), vanno molto meglio.

    Ma nel nostro oggi ogni memoria sembra evaporata.

    C’è chi ancora ricordi, oggi, Woodrow Wilson, 28° presidente degli Stati Uniti, che non gesticolava quasi mai, e che di lunga mano ponderava invece i costi e i benefici di un eventuale intervento americano in Europa?

    Perché l’ambasciatore di Francia in Italia continua a starsene lontano da Roma, come non accadeva dalla dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940, anno XVIII dell’Era Fascista? Ecco le testuali parole del discorso tenuto dal “duce” di fronte all’oceano di folla festante in Piazza Venezia:

 

«Combattenti di terra, di mare, dell'aria.

    «Camicie nere della rivoluzione e delle legioni.

    «Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del Regno d'Albania.

    «Ascoltate!

    «Un'ora, segnata dal destino, batte nel cielo della nostra patria (grande giubilo della folla oceanica).

    «L'ora delle decisioni irrevocabili (grande giubilo della folla oceanica).

    «La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori (grande giubilo della folla oceanica) di Gran Bretagna e di Francia (grande giubilo della folla oceanica).

    «Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente (grande giubilo della folla oceanica), che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano (grande giubilo della folla oceanica).

    «Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste parole: frasi, promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell'edificio, l'ignobile assedio societario di cinquantadue Stati (grande giubilo della folla oceanica).

    «La nostra coscienza è assolutamente tranquilla (grande giubilo della folla oceanica).

    «Con voi il mondo intero è testimone che l'Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l'Europa; ma tutto fu vano (grande giubilo della folla oceanica).

    «Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l'eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che le hanno accettate (grande giubilo della folla oceanica).

    «Bastava non respingere la proposta che il Führer fece il 6 ottobre dell'anno scorso, dopo finita la campagna di Polonia (grande giubilo della folla oceanica).

    «Oramai tutto ciò appartiene al passato.

    «Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra, gli è che l'onore (grande giubilo della folla oceanica), gli interessi, l'avvenire ferreamente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia (grande giubilo della folla oceanica).

    «Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime (grande giubilo della folla oceanica); noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l'accesso all'Oceano (grande giubilo della folla oceanica).

    «Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione.

    «È la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra (grande giubilo della folla oceanica).

    «È la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto.

    «È la lotta tra due secoli e due idee (grande giubilo della folla oceanica).

    «Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l'Italia non intende trascinare altri popoli nel conflitto con essa confinanti per mare o per terra: Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate (grande giubilo della folla oceanica).

    «Italiani!

    «In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo (grandissimo giubilo della folla oceanica). Questo abbiamo fatto e faremo con la Germania, col suo popolo, con le sue vittoriose Forze Armate (grande giubilo della folla oceanica).

    «In questa vigilia di un evento di portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del re imperatore (grandissimo giubilo della folla oceanica), che, come sempre, ha interpretato l'anima della patria. E salutiamo alla voce il Führer, il capo della grande Germania alleata (grande giubilo della folla oceanica).

    «L'Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai (grande giubilo della folla oceanica).

    «La parola d'ordine è una sola (grande giubilo della folla oceanica),categorica e impegnativa per tutti.

    «Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere!(grandissimo giubilo della folla oceanica)

    «E vinceremo, (grande giubilo della folla oceanica) per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo (grande giubilo della folla oceanica).

    «Popolo italiano!

    «Corri alle armi, (grande giubilo della folla oceanica) e dimostra la tua tenacia, (grande giubilo della folla oceanica) il tuo coraggio, (grande giubilo della folla oceanica) il tuo valore!» (grande giubilo della folla oceanica).

 

Mussolini, che aveva "sempre ragione", sapeva benissimo di dover "sacrificare qualche migliaio di uomini" per conquistare all’Italia il diritto di sedersi al tavolo dei vincitori, la natica sua attigua a quella del Führer.

    O patria, ancora una volta per la prima volta, il tuo governo è isolato dal consesso delle nazioni…

    E il popolo? Ancora una volta per la prima volta, il suo sale sembra sospeso sulla soglia d’un sudario stellato.

    Ma noi con grande ardore tireremo dritto verso uno sfolgorante, immarcescibile “mah”.

 

 

 


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