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Di fronte al marchio impresso in territorio europeo a decine di profughi che cercano di mettersi in salvo dalla realtà in fiamme dei loro luoghi d'origine non basta lo sdegno, serve una reazione forte e unitaria. Lo ha affermato il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna commentando le notizie provenienti dalla Repubblica Ceca e annunciando l'intento di sollecitare un'ampia mobilitazione della società civile proprio in occasione della Giornata europea della cultura ebraica che si svolge questa domenica 6 settembre.
Il tradizionale appuntamento in cui le sinagoghe e le istituzioni ebraiche aprono le porte a tutta la cittadinanza non a caso pone quest'anno al centro dell'attenzione la necessità di costruire i ponti del dialogo e della solidarietà e di abbattere i muri dell'isolamento e della discriminazione.
"I segnali registrati in queste drammatiche ore che ci arrivano dalla Repubblica Ceca – commenta il presidente UCEI – dove decine di profughi sono stati letteralmente marchiati come fossero bestiame al macello, richiamando inevitabilmente il periodo più oscuro della storia contemporanea, sono soltanto l'ultimo di una serie di inquietanti accadimenti contro i quali ferma deve sentirsi la voce di tutte le società civili e progredite. È un fatto gravissimo quello che si registra in queste ore. Come gravissima è l'immagine di un'Europa che appare sempre più fragile e incapace di affrontare le sfide che la investono". "Serve una reazione forte e unitaria - aggiunge Gattegna - ed è necessario che le realtà ebraiche mettano a disposizione di tutti la loro esperienza di amore per la convivenza e per la diversità, di tutela identitaria, di rigoroso rispetto per i diritti civili e le esigenze dei più deboli. Perché il nostro futuro, il futuro dei valori in cui crediamo e in cui ci riconosciamo, mai come adesso è posto a rischio".
"La Storia – conclude Gattegna - ci ha insegnato che l'indifferenza non è una scelta accettabile".
Sullo stesso argomento da registrare anche una presa di posizione della Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello: "Le informazioni che arrivano dal confine tra l'Austria e la Repubblica Ceca – afferma - sono inaccettabili. Gli agenti stanno segnando con un numero sul braccio tutti i rifugiati. È un'immagine che non possiamo sopportare, che riporta alla mente le procedure d'ingresso ai campi di sterminio nazisti, quando milioni di uomini, donne e bambini venivano marchiati con un numero, come animali, per poi essere mandati a morire. Dopo 70 anni da quell'orrore non possiamo restare indifferenti di fronte a una procedura disumana e chi rimarrà in silenzio rischierà di essere complice di questi fatti. È ora che l'Europa capisca che il fenomeno dell'immigrazione, seppur complesso, non può essere affrontato con metodi repressivi e offensivi della dignità umana. L'accoglienza prima e l'integrazione dopo sono le politiche su cui i governi devono lavorare. Se continueremo ad assistere indifferenti a scene come quelle di oggi allora l'anima dell'Europa nata dalle ceneri di Auschwitz sarà svuotata di ogni suo valore fondamentale".
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