lunedì 29 aprile 2013

Premio di maggioranza con cortocircuito

di Ugo Intini


Incredibilmente nessuno, ma proprio nessuno (neppure i giornali) ha detto la cosa più semplice e ovvia. Tra i casi unici al mondo, si verifica in Italia anche il seguente: eleggiamo il capo dello Stato attraverso un Parlamento scelto con il sistema maggioritario (e senza bisogno di maggioranza qualificata).

Ciò è assurdo e pertanto unico per l'evidente ragione che il Capo dello Stato non deve governare, ma rappresentare tutti i cittadini e l'unità della Nazione. Quindi, ovunque, o viene eletto, appunto, direttamente da tutti i cittadini. O viene eletto da un Parlamento che rappresenta fedelmente tutti i cittadini (una testa un voto) e che quindi è stato scelto con il sistema proporzionale.

Negli Stati Uniti e in Francia, ad esempio, si vota per il Parlamento con il maggioritario e pertanto il presidente della Repubblica è eletto direttamente dal popolo. In Germania e Israele, si vota con il proporzionale e il presidente della Repubblica è di conseguenza scelto dal Parlamento. Questo suggeriscono la logica e il buon senso.

Al massimo, eccezionalmente, un Parlamento maggioritario può eleggere il presidente della Repubblica, ma con una maggioranza qualificata.
I nostri padri costituenti hanno stabilito l'elezione del capo dello Stato da parte del Parlamento perché si trattava di un Parlamento proporzionale. Mai avrebbero immaginato che si sarebbe cambiato un pezzo dell'impianto istituzionale (quello riguardante il sistema elettorale delle Camere) lasciando immutato il resto.
Secondo ragione, "tertium non datur": la terza ipotesi non esiste. O il presidente della Repubblica lo elegge il popolo. O lo elegge un Parlamento proporzionale.

La terza ipotesi si è vista solo in Italia (in un Paese appunto che ha perso il lume della ragione). E infatti si è trasformata in un incubo. Gli analfabeti della politica hanno gridato all'inciucio perché si è cercato un accordo anche con il PdL. Senza considerare che in un Paese normale sarebbe certamente stato impossibile (impossibile per legge) scegliere un Capo dello Stato con i voti del solo PD e di qualche volonteroso.
Voler spiegare tutto ciò ai grillini e ai giovani deputati del PD "grillino simili" (perché alimentati dal web anziché dai libri e dalla esperienza di vita) sarebbe come pretendere di insegnare la fisica quantistica a chi fatica con l'aritmetica. Ma tra i temi discussi da Napolitano con i leader (leader si fa per dire), c'è certamente anche questo.

Mai più si dovrà assistere a un simile scempio. Mai più un Parlamento maggioritario dovrà eleggere il capo dello Stato. Napolitano se ne andrà dal Quirinale (lui spera il più presto possibile) quando sarà sicuro che una farsa vergognosa come quella dei giorni scorsi non si ripeterà.

Non si può contare sul buon senso degli analfabeti della politica per evitare l'elezione di un Capo dello Stato che ha il consenso di un terzo dei cittadini. Avrebbe potuto accadere. Anzi, sabato ci siamo arrivati quasi. La prossima volta si dovrà contare non sul buon senso, ma sulle regole.