A colloquio con Marco Tommasini (CDF)
Alcuni anni fa, nel 2009, è emerso che il direttore del Patronato Inca di Zurigo aveva sottratto i fondi pensione ai suoi assistiti. La truffa sollevò grande scandalo perché gettava sul lastrico decine e decine di emigrati dopo un'intera vita di lavoro. Il maltolto ammonterebbe a diversi milioni di euro. L'istruttoria penale è tuttora in corso. Sul piano civile, però, il Patronato Inca è stato condannato a rifondere una decina di assistiti vittime della truffa. Ne abbiamo parlato con Marco Tommasini, presidente del CDF, il comitato che riunisce i lavoratori danneggiati. E che rivolge un appello alla leader della CGIL, Susanna Camusso, affinché gli assistiti Inca vengano risarciti.
Ingegnere Tommasini, quali sono gli aspetti più rilevanti di questa nuova sentenza?
Marco Tommasini – Il giudizio della corte cantonale d’appello di Zurigo del 26.2.2013 (Zivilkammer, n° LB120098-O/U) conferma la precedente sentenza del Tribunale distrettuale secondo cui l’INCA/CGIL deve risarcire il capitale pensionistico, i costi legali, i costi procedurali e i danni morali di chi si era a suo tempo affidato alle mani di quel patronato. Siamo stati pienamente riabilitati dalla situazione tremenda in cui ci avevano precipitato le accuse di speculazione e cupidigia da parte di chi credeva di farla franca. Ma questa sentenza è anche la prova che con la perseveranza e il coraggio si può fare prevalere la giusta causa. Speriamo che le nostre vicissitudini servano da esempio ad altri: vale sempre la pena difendere i diritti, quelli propri e quelli degli altri. Considero un privilegio vivere in un paese come la Svizzera dove i diritti stanno al di sopra delle parti. Abbiamo un sacro dovere: fare in modo che rimangano al di sopra delle parti.
Pensate che ora l'Inca farà ricorso presso la Corte federale?
Tommasini - Tutto sembra preannunciarlo. Ma speriamo che il buonsenso possa prevalere. Noi abbiamo un unico obiettivo: che tutti i danneggiati possano riottenere i loro risparmi, i risparmi di una vita fatta di sacrifici e privazioni, perché questa è stata per loro l’emigrazione. Se l’INCA dovesse comunque rivolgersi al tribunale federale, si sappia che siamo decisi a non mollare.
Quanti membri del CDF hanno ricevuto la restituzione dei soldi sottratti?
Tommasini - Abbiamo intrapreso due azioni legali in parallelo, l'una contro l’INCA/CGIL di cui c’è ora questa sentenza della corte d’appello. e l'altra contro le Casse pensione di "secondo pilastro". Contro le Casse pensione abbiamo vinto una causa davanti al Tribunale federale e su altre due siamo giunti a un accordo. L’istituto previdenziale con il quale è avvenuta la transazione ha posto una clausola a tutela della propria immagine, clausola che ci vieta di rendere pubblico il nome dell’istituto. E noi abbiamo accettato. I pensionati danneggiati avevano sofferto già abbastanza e non se la sentivano di difendere una posizione intransigente.
È in corso, o alle viste, una trattativa con l'Inca per la composizione del contenzioso?
Tommasini - Tre mesi fa avevamo contattato l’avvocato dell’INCA per chiedere di darci un supporto finanziario nella causa contro le banche e le casse pensione. Sarebbe anche nel loro interesse, dato che ogni nostra vittoria contro questi istituti è una causa in meno per il Patronato della Cgil. Stiamo ancora aspettando una risposta. Intanto l’INCA non ha esitato a sborsare CHF 100'000 nel ricorso di seconda istanza. Noi siamo aperti a ogni soluzione che ponga fine il più presto possibile a questa Odissea. Come detto, il nostro unico obiettivo è che si recuperi il maltolto. Siamo aperti a trattative. Abbiamo più volte proposto questo cammino all’INCA, purtroppo senza riscontrare la stessa predisposizione nella controparte. Forse con un po’ più di sollecitazione si potrebbe anche smuovere qualcosa. Ed è proprio in questo senso che ci permettiamo di chiedervi di divulgare il nostro appello a Bersani nonché ai vertici dell’INCA e della CGIL. Sarebbe un modo pacifico per smuovere la coscienza di chi ci guida.
E che c'azzecca il povero Bersani?!
Tommasini – Il nome di Bersani è stato aggiunto perché non è un mistero che il gruppo dirigente della Cgil per la quasi totalità sia schierato con il Pd.
Per favore, ingegnere, non buttiamo tutto in politica. Ci dica l'appello "pacifico". A proposito: avete pensato anche a modi, come dire, "non pacifici" di smuovere le coscienze?
Tommasini – No, non abbiamo mai pensato a modi "non pacifici" per smuovere la coscienza della Cgil. Io vorrei rivolgermi qui alla segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso, e a Morena Piccinini, segretaria confederale INCA/CGIL, per porre loro questa drammatica domanda: Perché l' INCA/CGIL abbandona i propri assistiti a Zurigo? Fate seguito alle vostre parole e alle vostre promesse! Noi chiediamo solo che si restituisca il maltolto!
Grazie, ingegnere. Ci associamo al vostro appello e ci auguriamo che venga ascoltato coscienziosamente.
(Newsletter dell'ADL, 13.3.13)