giovedì 21 febbraio 2013

Le parole assenti nella campagna elettorale

Parliamo di socialismo

a cura della Fondazione Pietro Nenni

http://fondazionenenni.wordpress.com/



Le parole che mancano sono laicità e socialismo.

Fanno il livello di cultura e di civiltà della società moderna.


di Carlo Patrignani


Ad esser magnanimi, sono almeno due – e non e’ un caso – le parole assenti totalmente in una campagna elettorale fatta di colpi bassi e agende di vario tipo, in realta’ tutta improntata a difesa dello status quo. Le parole che mancano sono laicità e socialismo che fanno il livello di cultura e di civiltà della società moderna.

    Immediatamente balza agli occhi l’enorme differenza tra l’Italia e la vicina Francia, dove un socialista, François Hollande è tornato all’Eliseo 31 anni dopo François Mitterand, sull’onda di tre parole d’ordine: libertè, ègalitè, laicitè ed una quarta anch’essa impronunciabile in Italia: mon adversaire est la finance! Ossia il neoliberismo imperante che sta devastando alle radici la fragilissima Unione Europea e l’euro stesso.

    Cancellare o tenere vive le due parole, laicita’ e socialismo, fa così la differenza tra due i paesi, non solo sul piano culturale, politico e sociale ma anche economico.

    In Francia, c’e’ stata una rivoluzione contro il potere temporale e il Re, che non si è mai persa, tanto che Hollande vuole inserire la legge 1905 sulla separazione tra Stato e Chiesa (art. 1 – La Repubblica assicura la libertà di coscienza. Garantisce il libero esercizio dei culti sotto le sole restrizioni relative all’interesse dell’ordine pubblico; art.2 – La Repubblica non riconosce né stipendia né sovvenziona alcun culto) nella Costituzione.

    In Italia, invece, da un ventennio, dalla fine della tanto deprecata Prima Repubblica e dalla caduta del Muro di Berlino, ha ripreso forza, in forme diverse, la Restaurazione del potere temporale e del Re, accanto al consolidamento del ‘pensiero unico liberista’.

    Ad essere onesti si dovrebbe dire in Italia un’occasione d’oro per avviare una rivoluzione liberale dopo la caduta del ventennio fascista c’era stata ma è stata bruciata in nome della ‘pacificazione religiosa’ nazionale dal vecchio Pci di Palmiro Togliatti che inauguro’ non la via italiana al socialismo, quanto la via italiana al catto-comunismo, al compromesso storico! E di questa strategia innovativa fece quale ‘antesignano’ Antonio Gramsci tramandandone ai posteri il pensiero deformato dalle sue lenti: stando a quanto Gramsci ha lasciato scritto a proposito del Concordato, sarebbe “la capitolazione” dello Stato, ben difficilmente avrebbe votato l’art. 7 della Costituzione che elevo’ a norma costituzionale i Patti Lateranensi!

    Un Paese, dunque, stretto nella soffocante morsa di due ideologie dominanti tra loro integrate: il ‘catto-comunismo’ e il ‘catto-liberismo’. Come se puo’ uscire? Solo attraverso la ri-costruzione della tradizione socialista laica riformista e libertaria. E’ questa la sfida culturale e politica che fortunatamente si gioca non solo in Italia, ma in Europa.