lunedì 4 febbraio 2013

Il 71% ha già scelto

IPSE DIXIT


Molti deportati non sono tornati – «Molti non sono tornati – non è tornata la mia figliuola Vittoria.» – Pietro Nenni


Dite a mio padre – «Dite a mio padre che non ho perso coraggio mai e che non rimpiango nulla.» – Vittoria "Vivà" Nenni

 

 

 

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A un mese dal voto il 71% degli italiani ha già scelto per chi votare e la patrimoniale resta il tema sensibile.

Tra i leader, Bersani finora il più convincente.


di  Nicola Cesare


La campagna elettorale può ancora orientare il voto di quasi un italiano su tre, anche all’interno delle coalizioni. La campagna elettorale vera e propria è iniziata ormai da un mese, ovvero da quando Mario Monti e Antonio Ingroia hanno sciolto le proprie riserve e hanno deciso di entrare nell’agone politico ciascuno con una propria lista e con un proprio progetto politico, contribuendo in maniera sostanziale a definire l’offerta politica per le prossime elezioni. Fino a quel momento in campo erano stati presenti solo alcuni attori della scena politica e le loro proposte, sia in termini di iniziative programmatiche che di assetto di coalizione, erano rimaste sfumate e poco comprensibili per buona parte degli elettori. Questa situazione aveva dunque causato quel permanere – più o meno costante negli scorsi mesi – di una grande massa di indecisi che infatti allo strutturarsi delle nuove offerte politiche, ha iniziato sostanzialmente a decrescere, andando a definire meglio i rapporti di forza tra le varie proposte in campo.



    Bersani convincente, Ingroia (ancora) sconosciuto. Dopo un mese di informazione politica serrata e quando mancano ancora circa quattro settimane alle prossime elezioni politiche, si è voluto verificare quale sia stata la percezioni degli elettori sull’efficacia delle campagne elettorali messe in campo dai vari candidati premier o leader di coalizione. Il più “efficace nell’esporre la propria proposta politica” sarebbe stato fino ad ora Pier Luigi Bersani con il 23% delle preferenze, seguito da Silvio Berlusconi con il 19%, Beppe Grillo al 16%, mentre Mario Monti sarebbe quarto, con il 13% dei consensi. Ultimo Antonio Ingroia, peraltro il meno conosciuto del gruppo, che realizza comunque quasi il 10%. Dichiara invece di non aver trovato convincente nessuno dei leader proposti il 19% degli intervistati.

    Patrimoniale e tasse, qui la vera differenza. Ma, al di là dell’efficacia generale della comunicazione, entrando più nel merito delle singole proposte espresse dai leader politici fino a questo momento, si è voluto definire quali tematiche vengano percepite come maggiormente differenzianti tra le diverse offerte politiche. La patrimoniale sembra essere la vera cartina al tornasole tra le varie tematiche emerse fino ad ora, visto che circa il 30% del campione ritiene il tema “patrimoniale e tasse” il principale elemento in grado di qualificare i vari programmi politici. Sarà dunque certamente uno degli argomenti su cui gli elettori indecisi confronteranno le varie proposte all’ultimo minuto utile, proprio a ridosso del voto, per definire la propria scelta. Anche i “diritti civili” vengono percepiti dal 24% degli intervistati come un argomento che divide fortemente le offerte politiche delle varie coalizioni e anche qui il dato non stupisce vista la varietà – spesso irriducibile – delle posizioni in campo. Le proposte legate al mondo del lavoro (assunzioni, detassazioni, incentivi, ecc.) invece vengono ritenuti un elemento differenziante dal 22% del campione. Infine il welfare, scelto solo dall’15%. Mentre il 9% ritiene che siano altri i temi che definiscono le vere differenze programmatiche tra le forze politiche.

    Quasi uno su tre da conquistare. Infine è stato chiesto agli elettori se pensano che il prossimo mese di campagna elettorale potrà modificare in qualche modo le proprie scelte. Ben il 71% ritiene di aver già definito le proprie scelte, sia con riferimento alle coalizione che al partito che intende votare e dunque ritiene la campagna elettorale ormai ininfluente. Il 14% dichiara invece di avere già scelto la coalizione di riferimento, ma di non aver ancora deciso per quale partito votare e quindi aspetta ancora di conoscere ulteriori parti del programma per scegliere. Esiste infine un 15% di elettori che ritiene di poter anche cambiare coalizione nel prosieguo della campagna elettorale, perché deciderà soltanto negli ultimi giorni. Sono questi chiaramente il bottino pregiato e più ricercato dai leader, i principali obiettivi della comunicazione elettorale dei partiti delle prossime settimane.