a cura di www.rassegna.it Crisi - La marcia di Blockupy in una Francoforte blindata Sabato il gran finale di 4 giorni di protesta contro la Bce e le politiche di austerità dell'Europa. Previsti 40mila manifestanti da tutto il continente. Circa 400 arresti da mercoledì, anche se non ci sono state violenze o danneggiamenti. Il gran finale sabato 19 maggio, quando una grande manifestazione ha attraversato la città. Ma già nei giorni precedenti i manifestanti di Blockupy Francoforte hanno tentato in ogni modo di "ingombrare" il cuore finanziario della Germania e il suo simbolo, la BCE. Un tentativo contrastato con un imponente schieramento di polizia, che ha operato da mercoledì a venerdì 400 fermi, tra cui 80 di cittadini italiani. Mercoledì, la polizia ha evacuato anche gli indignati locali, accampati da sette mesi davanti alla Bce. Venerdì, per la prima volta, le forze di polizia hanno fatto ricorso anche ai getti d'acqua per disperdere i manifestanti che bloccavano gli ingressi di diverse banche. La protesta, come riporta il sito della Berliner Zeitung, era iniziata la mattina con una marcia di alcune centinaia di persone dalla stazione centrale di Francoforte verso la BCE. Poi gli attivisti si sono suddivisi in gruppi di una cinquantina di persone avviandosi verso le strade laterali. La polizia ha bloccato le uscite e poi ha fermato i dimostranti caricandoli su autobus che li hanno trasportati verso diversi luoghi di detenzione nella città. Davanti alla sede della BCE, riportano i siti web degli attivisti, si potevano contare almeno 50 camionette in presidio delle vie d'accesso, con idranti e centinaia di agenti che hanno "marcato a uomo" i gruppi di dimostranti. C'era anche un reparto speciale di Polizei Communicators che, "con il sorriso sulle labbra", preavvertiva i manifestanti seduti che sarebbero stati di lì a poco arrestati se non avessero abbandonato la piazza. "Abbiamo ridato vita alla disobbedienza civile", ha dichiarato all'emittente tedesca Phoenix il portavoce di Blockupy, Erik Buhn. I manifestanti protestano contro “fame e miseria che i governi stanno infliggendo alle popolazioni come risposta alla crisi". Una risposta che si è intensificata dopo le elezioni in Grecia. La protesta ha portato alla chiusura dei più prestigiosi centri del commercio cittadino, che hanno tirato su le serrande, anche se – come riporta la Reuters – non ci sono stati segni di danneggiamento. Alla manifestazione generale di sabato, alla protesta finale, l’unica autorizzata hanno preso parte da tutta Europa circa 30mila dimostranti. |
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La sfida degli edili a cura di www.rassegna.it Contratto di cantiere e green economy Costruzioni - La doppia via indicata dalla Fillea Cgil durante l'assemblea nazionale a Genova. Sostenere innovazione ed economia verde darà nuovi posti di lavoro. La contrattazione nei cantieri, luogo finale della filiera, può fare il resto di Maurizio Minnucci Accordi con le imprese nei cantieri, più attenzione all'ambiente e alla sostenibilità. E’ questa la strada maestra per uscire dalla crisi. A indicare il percorso, sperando che il concetto possa allargarsi all’intero mondo del lavoro, è il sindacato degli edili Cgil, la Fillea, durante l’assemblea nazionale in corso a Genova. Un mix, quello indicato dalla sigla di categoria, basato su una serie di ricerche presentate il 14 maggio nel capoluogo ligure. Ripartire dalle “costruzioni verdi”, o green building, per dirla all’inglese. “Non solo negli Stati Uniti – si legge nel dossier dell’Ires –, ma in diverse economie occidentali la riconversione evidenzia segnali positivi a partire proprio dal settore delle costruzioni”. Insomma, costruire e riqualificare zone urbane in modo sostenibile “implica il ricorso a tecnologie innovative e a nuovi materiali e sistemi che, oltre a consentire l’abbattimento dei consumi, creano nuova occupazione e la domanda di nuove professionalità”. Centinaia di migliaia di posti, non pochi, potrebbero crearsi seguendo questa via. L’altra parte della sfida, i cantieri. Qui ormai sono impegnate le aziende più diverse e convivono figure professionali con contratti nazionali diversi. Ne deriva “un’eccessiva frammentazione dei trattamenti – affermano i ricercatori –, assieme a una scomposizione e deresponsabilizzazione del datore”. Nonché la difficoltà del sindacato a rappresentare tutte le esigenze. Ecco allora la proposta: pensare a un 'contratto di cantiere' come modello di innovazione. Dove il cantiere diventa l'unità produttiva che porta a livello decentrato il contratto nazionale, con una larga base di diritti comuni e clausole sociali, 'finestre' e deroghe che consentano adattamenti specifici per chi fa capo a altri Ccnl. Anche in questo caso la riflessione parte da dati concreti: la contrattazione decentrata, a oggi, coinvolge il 40% dei lavoratori e il 10% delle imprese, ma appena il 4% nel Mezzogiorno, mentre nelle aziende sotto i 20 dipendenti oscilla dal 4% all'8%. L’idea di base è armonizzare il numero di contratti nazionali (oggi 456), a cominciare da quelli di competenza interna a ciascuna federazione di categoria. “La filiera delle costruzioni si allunga già a monte, fin dalla progettazione, – conclude il segretario generale della Fillea, Walter Schiavella – prima di arrivare al punto in cui gran parte del processo produttivo converge, cioè il cantiere. Come riunificare questo ciclo? Non certo con il contratto unico dell’industria. Per noi la risposta non può che essere il cantiere. Il contratto nazionale, in questo quadro, non può essere certo scalfito, il problema è trovare il punto di equilibrio corretto". |
a cura di www.rassegna.it Placido Rizzotto: funerali di Stato con Napolitano il 24 maggio Un giorno per ricordare nell'esponente socialista della CGIL Placido Rizzotto le decine di sindacalisti caduti nel contrasto alle mafie. Il 24 maggio, a Corleone, i funerali di Stato per Placido Rizzotto – il segretario della locale Camera del lavoro assassinato dalla mafia nel 1948 – vedranno la presenza del presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Il 23 maggio il presidente Napolitano sarà a Palermo per partecipare alle iniziative della Fondazione Falcone nel ventennale della strage di Capaci. I funerali di Rizzotto, il giorno successivo, uniranno "nell’omaggio e nella memoria – ha spiegato il presidente accogliendo l’invito di Susanna Camusso e del nipote di Rizzotto, che del sindacalista ucciso porta il nome – tutte le vittime della criminalità organizzata". "Si tratta di un evento di assoluta importanza che, dopo aver accolto i funerali di Stato, la massima autorità del paese vi partecipi – dichiara il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Calà –. È un segnale di rilievo sia per i caduti contro la mafia, per la libertà e per la democrazia ma anche e soprattutto nei confronti di una figura come Placido Rizzotto, che viene dal mondo del lavoro". "Questi funerali sono per noi, come ha giustamente sottolineato il presidente, non sono solo i funerali di Rizzotto ma delle decine di sindacalisti caduti nel contrasto alla mafie, per i diritti del lavoro e per la salvaguardia della libertà e della democrazia”. "Il 24 maggio – conclude Calà – diventa una data storica e di mobilitazione della Cgil per onorare Placido Rizzotto. Come abbiamo fatto in tutti questi anni, in cui siamo stati gli unici assieme alla famiglia a chiedere verità, giustizia e la salvaguardia della memoria". |