mercoledì 6 aprile 2011

Disastri

LAVORO a cura di rassegna.it


Camusso, sciopero contro il disastro economico


"Si capiscono sempre di più le motivazioni dello sciopero generale del 6 maggio. Il paese è sull'orlo del disastro economico. Cresce la diseguaglianza". Secondo il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, "di giorno in giorno si capiscono sempre di più le motivazioni dello sciopero generale che abbiamo indetto per il 6 maggio. Questo è un Paese davvero sull'orlo del disastro economico in cui cresce la diseguaglianza, in cui l'inflazione senza la crescita rappresenta un nuovo pericolo, in cui di fronte ai problemi dell'energia si preferisce mettere il piano nel cassetto invece di pensarne un altro, cioe' nulla si fa per il Paese". Camusso ha risposto così a una domanda sullo sciopero generale indetto per il 6 maggio a Piacenza, prima dell'inizio delle celebrazioni per il 120 compleanno della locale Camera del Lavoro: "Insistiamo nel dire che il nostro sciopero è un gesto di responsabilità per richiamare politica e classe dirigente sul fatto che il Paese ha bisogno di scelte e la prima scelta e' il lavoro". Le linee della piattaforma anticrisi su fisco e lavoro, e sugli altri temi al centro della protesta, vengono affinate in questi giorni dalla segreteria confederale e dai diversi dipartimenti. In questo senso va considerata la proposta di prevedere una tassa dell'uno per cento sulle ricchezze e sui grandi patrimoni. Una imposta straordinaria, ipotizzata sul modello francese, per fronteggiare la crisi, che si applicherebbe sui redditi superiori agli 800 mila euro e destinata a sostenere l'occupazione e gli ammortizzatori sociali (anche per i precari e i giovani) e a cancellare gli odiosi tagli alla spesa pubblica, dalla scuola alla ricerca, dall'assistenza alla sanità, dai trasporti alle pensioni, e via elencando. Con un gettito che, da una imposta dell'uno per cento, sarebbe di circa 18 miliardi (praticamente una finanziaria alternativa a quella del governo Berlusconi-Tremonti), oppure da una tassa più soft dello 0,50 per cento, un incasso aggiuntivo per lo Stato comunque sufficiente a massicci interventi di politica sociale.


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DIRITTI a cura di rassegna.it Msf e Amnesty: "Il governo è un disastro" Le due organizzazioni umanitarie accusano l'esecutivo Berlusconi: "Le condizioni sanitarie a Lampedusa sono inaccettabili, al di sotto degli standard minimi". E ancora: "E' una crisi creata dal governo e che poteva essere evitata, non c'è un piano". Accuse al governo per la gestione e la mancata prevenzione dell'emergenza migranti che sta investendo l'Italia. Sono arrivate oggi, quasi nello stesso momento, da due organizzazioni umanitarie famose nel mondo: Medici senza frontiere e Amnesty International. Secondo l'organizzazione medico-umanitaria indipendente Medici senza frontiere (Msf) le condizioni igieniche e sanitarie "di accoglienza per i migranti che arrivano a Lampedusa sono inaccettabili. Deve essere garantita un'assistenza adeguata". A oggi, nel porto di Lampedusa, "per circa 3.000 migranti sono in funzione 16 bagni chimici, due cisterne d'acqua mentre le autorità forniscono 1.5 litri di acqua potabile al giorno per persona. Queste condizioni sono bel al di sotto degli standard umanitari, che prevedono 20 litri di acqua al giorno per persona e una bagno ogni venti individui". Lo ha dichiarato Kostas Moschochoritis, direttore generale di Msf Italia: "E' difficile credere che siamo in Italia, in un Paese del G8! Le condizioni di vita sull'isola sono peggiori di quelle che troviamo nei campi rifugiati in cui Msf lavora nel mondo". Dal 14 febbraio, "un team di Msf è presente a Lampedusa e fornisce, in collaborazione con le autorità sanitarie locali, assistenza medica ai migranti e ai richiedenti asilo che sbarcano sull'isola". In queste ore il Governo italiano "sta procedendo al trasferimento, via nave, dei migranti da Lampedusa verso centri di identificazione e altre strutture in Puglia, Sicilia e in altre localita' italiane. Msf e' preoccupata delle condizioni igieniche sull'isola e nei vari centri che potrebbero trovarsi in una situazione analoga di sovraffollamento". "Le cattive condizioni igieniche - avverte la responsabile di Msf in Italia, Barbara Maccagno - potrebbero facilitare l'insorgere di malattie infettive", e per questo è necessario che, non solo a Lampedusa ma anche nei centri dove saranno trasferiti i migranti, siano assicurate "condizioni di accoglienza e accesso a cure mediche adeguate". Ad accusare il governo italiano, è anche Amnesty International. L'emergenza immigrazione a Lampedusa è infatti "una crisi creata dal governo e che poteva essere evitata". Lo ha detto Giusy D'Alconzo, dirigente di Amnesty Italia, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa proprio a Lampedusa assieme a Charlotte Phillips, del segretariato internazionale di Amnesty a Londra, e ad Annelise Baldaccini, dell'Ufficio Politiche europee Amnesty a Bruxelles. "Siamo impressionati dal fatto che il governo non abbia risposto adeguatamente e dalle condizioni misere in cui sono tenuti i migranti", ha detto Phillips. Secondo i dirigenti dell'Organizzazione umanitaria, "la risposta è stata lenta, soprattutto considerato che a Lampedusa si tratta di numeri piccoli rispetto ai flussi di profughi che in questi giorni vengono fronteggiati dai Paesi confinanti con la Libia e cioè l'Egitto e la Tunisia". Phillips ha affermato che verso le due nazioni nordafricane si sono dirette in questi giorni 400mila persone e che sarebbe necessaria una solidarietà dell'Europa verso il Cairo e Tunisi per contribuire alla gestione di questi profughi. D'Alconzo ha parlato di "condizioni al di sotto degli standard internazionali dei diritti umani, diritti non dei migranti, ma della persona", e ha sottolineato che i tunisini di Lampedusa "non ricevono un'informazione adeguata sulla loro destinazione nésu quello che li attende né sulle procedure legali e la possibilità di chiedere asilo". Inoltre, secondo Amnesty, il governo italiano "non ha un piano preciso e questo si porta dietro un uso incomprensibile della detenzione. Non si conosce la natura dei campi che si stanno allestendo in Italia, un Paese che si sta abituando a respingere, ha paura di accogliere e dove i migranti sono vittima di diffamazione perche' vengono presentati come criminali". Baldaccini ha auspicato "un'autocritica dei tutti i Paesi europei per gli accordi di riammissione di cittadini terzi, stipulati con la Libia e con la Tunisia, improntati sul blocco dei flussi piuttosto che sul rispetto dei diritti umani. Gli esponenti di Amnesty hanno poi sottolineato la "straordinaria solidarietà" dimostrata dagli abitanti di Lampedusa.